I Servizi idrici fanno acqua da tutte le parti! Un ordine del giorno delle opposizioni

Ritorniamo a parlare del Servizio idrico e del bando di gara per il suo affidamento. Tutto ciò che avevamo paventato, ipotizzato od immaginato neanche un mese fa, e più precisamente lo scorso 6 maggio, negli articoli “Servizi idrici e le inspiegabili proroghe alle cooperative Pegaso ed Esistere” e “Proroghe per i servizi idrici. Le strane strategie del sindaco Piccitto”, si è magicamente avverato. Ciò ci viene confermato da un ordine del giorno presentato dai consiglieri comunali di opposizione: Maurizio Tumino, Sonia Migliore, Giuseppe Lo Destro, Giorgio Mirabella e Gianluca Morando.
Stiamo parlando dell’unificazione, in un’unica gara d’appalto, dei tre lotti per i servizi idrici. Il lotto “A” distribuzione idrica, Lotto “B”, sollevamento idrico Lusia, e Lotto “C”, sollevamento idrico San Leonardo. Nonché del reinserimento dei requisiti economico-finanziari per i partecipanti alla gara, stranamente ed inspiegabilmente eliminati dall’ing. Lettica, su proposta del Settore II con una nota inviatagli il 15 maggio 2013 (n° 38025/II). La nota in questione consigliava a Lettica di eliminare questi requisiti per favorire “una più ampia partecipazione delle ditte offerenti”, chance oggi reputata inutile e dannosa? Forse. Comunque sempre in quegli articoli parlammo del fatto che se per caso, nella successiva gara d’appalto, l’Amministrazione avesse deciso di reinserire i suddetti requisiti: si sarebbe venuta a creare una situazione ambigua. Ossia da un lato si sarebbe preclusa, in un colpo solo, la possibilità a tutte le cooperative sociali di partecipare a questa gara, sbarramento, però, che molto probabilmente non dovrebbe riguardare le attuali beneficiarie delle ultime sei proroghe, le cooperative Esistere e Pegaso, che hanno visto aumentare sensibilmente il loro volume d’affari grazie proprio alle proroghe.

Come si legge nell’ordine del giorno l’unificazione dei lotti e il reinserimento dei requisiti economico-finanziari, riguardanti gli ultimi tre anni, vìola il comma 1-bis dell’art. 2 del d.lgs 163/2006 del codice degli appalti, il quale dice espressamente: “quando è possibile l’Amministrazione deve suddividere gli appalti in lotti al fine di garantire ed agevolare l’accesso delle piccole e medie imprese ai servizi”. Una violazione che possiamo riscontrare anche nella grandezza dei requisiti economico-finanziari stabiliti dal Comune. Infatti i soggetti partecipanti alla gara devono vantare un fatturato globale d’impresa, negli ultimi tre anni (2011-2012-2013), di 6000.0000,00 di euro oltre ad un fatturato, sempre negli ultimi tre anni (2009-2010-2011), riferito questa volta ai servizi idrici non inferiore a 2.550.000,00 euro. Insomma, un’asticella invalicabile per le piccole e medie realtà economiche e per le cooperative sociali. Sempre nell’ordine del giorno si sottolinea il fatto che il secondo triennio va dal 2009 al 2011? E’ un errore? E’ stato voluto?

Il porre questi requisiti economico-finanziari significa estromettere le cooperative sociali di Tipo B e quindi ignorare la ratio della Legge 381/91, che le istituisce al solo scopo di garantire l’ingresso nel modo del lavoro delle persone disagiate, come ex tossici, ex detenuti e malati di mente. Il valore sociale di queste cooperative è riconosciuto pure dall’Unione europea, che non considera aiuti di stato lo sgravio totale contributivo relativo ai contratti di questi lavoratori.

Infine i consiglieri pongono altre due questioni ovvero il ridimensionamento delle unità lavorative, che da 40 scendono a 27 (18 unità di 2° livello, 8 unità di 3° livello, 1 unità di 4°) e il servizio di sorveglianza degli impianti che non verrà più svolto in coppia delineando, in tal modo, la pericolosità del lavoro svolto in solitudine. Per tutto ciò: i consiglieri, Maurizio Tumino, Sonia Migliore, Giuseppe Lo Destro, Giorgio Mirabella e Gianluca Morando, chiedono, il ritiro e l’annullamento in autotutela della determina dirigenziale n° 906 del 23 maggio 2014.

di Redazione01 Giu 2014 11:06
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