Gestione dei rifiuti. Le oscure alchimie tra maggioranza ed opposizione
Il Consiglio comunale, che si è svolto ieri, è stato caratterizzato dalla protesta dei 13 lavoratori della ditta Busso inseriti nell’ormai celeberrimo allegato C, del Capitolato speciale d’appalto per il Servizio di igiene ambientale. Naturalmente le opposizioni hanno cavalcato subito la protesta, accusando l’Amministrazione di voler lasciare a casa questi 13 operai.
Sonia Migliore, Maurizio Tumino, Giuseppe Lo Destro, Elisa Marino, Giorgio Mirabella, Gianluca Morando e Mario Chiavola, sono stati tutti compatti nel dire che l’Amministrazione non li può licenziare, l’allegato C, che è illegittimo, va assorbito dagli allegati A e B.
Un errore madornale nonché gravissimo. Questi 13 lavoratori sono dipendenti della Busso e pagati, perciò, con i soldi di Sebastiano Busso e non con quelli del Comune. Se ci fossero ancora dubbi sulla posizione giuridica di questi lavoratori è lo stesso capitolato d’appalto a chiarirci la natura di questo elenco di nomi (l’Allegato “C”), che così recita: questi sono “Dipendenti assunti dall’impresa Busso unilateralmente anche oltre l’organico autorizzato dal Comune di Ragusa (138 full time e 37 part time 50%)”. Quindi in qualche modo sono dei dipendenti in esubero, non sono, appunto, autorizzati, non fanno parte di quel perimetro pubblico a cui fa riferimento il contratto nazionale della Fise Ambiente, il quale stabilisce che tutti i dipendenti, che negli ultimi otto mesi sono stati impegnati nel servizio ambientale, vengono assunti dalla vincitrice della nuova gara d’appalto, per intenderci il destino degli operai dell’allegato “A” e “B”. Ora, è un errore parlare di licenziamento nei confronti di questi 13 operai, che possono essere licenziati, è vero, ma solamente da Busso, in quanto sono suoi dipendenti e non dal Comune.
Chiarito questo punto, non possiamo che concordare con i consiglieri che giudicano l’Allegato “C” illegittimo, è una forzatura inserita nel capitolato, guarda caso, solo dopo il licenziamento dell’assessore Claudio Conti, il quale si era fermamente opposto a questa prescrizione. Un atto d’imperio che non ha alcuna legittimazione, nonostante quello che dice il segretario della Cgil Giovanni Lattuga. Infatti, con questo allegato una ditta privata, la Busso, obbliga, un’altra ditta privata, la vincitrice dell’appalto, ad assumere i suoi dipendenti. L’art. Art 18. del Capitolato speciale d’appalto afferma: “Il personale che cesserà dal servizio verrà immediatamente sostituito mediante assunzioni in proporzione 1 a 1, assunzioni che dovranno comunque essere fatte dall’impresa aggiudicataria, nel rispetto delle leggi in vigore e comunque di concerto con le organizzazioni sindacali e la stazione appaltante dando priorità assoluta al personale riportato nell’Allegato “C” del presente capitolato in modo che l’organico complessivo si mantenga sempre pari a 165 unità full time”. E’ questa la logica nefasta che tutti stanno stranamente avallando. Forse ci sbaglieremo, ma questa “postilla” sembra possedere tutti i crismi per esser giudicata una clausola vessatoria. Perché continuano a parlare di licenziamenti? Chi viene licenziato? Nessuno. Tutt’al più dovranno solo aspettare che qualcuno vada in pensione, ma il discorso, lo ribadiamo, è un altro: questi 13 operai non fanno parte dell’ultimo capitolato d’appalto, quindi non possono entrare in questa nuova gara d’appalto.
Infine, in una riunione svoltasi questa mattina intorno alle 5, pare che Busso abbia dichiarato la sua volontà di non partecipare alla gara suddetta, se così fosse si apre uno scenario molto interessante ossia la gara andrà di sicuro deserta. La clausola 13.g del bando di gara stabilisce, pena l’esclusione, che la ditta partecipante debba: “Avere gestito, negli ultimi tre anni antecedenti la data di scadenza del termine di presentazione delle offerte, un centro di raccolta differenziata in almeno un comune con una popolazione non inferiore a 65.000 abitanti … ”. Un paletto solo all’apparenza innocente, infatti in zona non esistono società che possono vantare un tale requisito, di contro nessuna ditta dal nord si prenderebbe la bega di un appalto per soli 6 mesi, quindi, si renderà necessario concedere a Busso un’altra proroga.