Alienazione immobili. La trappola di Tumino e Lo Destro
“Affinché il male assoluto trionfi occorre che gli uomini di buona volontà non facciano nulla”, così Maurizio Tumino del Pdl insieme all’amico, compagno ed alleato, Giuseppe Lo Destro, incalza e chiude in un angolo l’Amministrazione, che Lo Destro definisce “impreparata e farneticante”.
Il contendere, questa volta, riguarda l’alienazione dei beni comunali. Il Comune, seguendo una triste prassi nazional popolare, per far cassa, ha deciso di vendere un po’ dei suoi immobili, pare siano 51. Certo è il modo più facile per fare soldi, ma è anche l’ultima spiaggia per un Governo che non sa che pesci pigliare. Ma questa è una scelta politica e la lasciamo agli amministratori.
Il problema è un altro. In Consiglio Tumino e Lo Destro sollevano un problema per nulla capzioso ossia visto che l’Amministrazione ha deciso di vendere i suoi immobili, sarebbe interessante, il senso dell’intervento è questo, venire a conoscenza di tutti gli immobili posseduti dal Comune, così da poter presentare degli emendamenti in Aula, magari per sollecitare la vendita di un immobile piuttosto che un altro, insomma al fine di ragionare una scelta così importante che, come sempre, riguarda l’intera collettività e non una parte politica, in una parola: condivisione.
Questa stessa richiesta presentata in Consiglio, fu a suo tempo, avanzata in Commissione, ma lì i Cinque stelle fecero orecchio da mercante.
In Consiglio, però, la maggioranza, eccitata dalla presenza delle telecamere, ed incalzata ad arte da Lo Destro, si unisce in un unico coro, sul quale naturalmente si erge la voce da soprano di Zaara Federico, che esclama: “l’elenco è on line”, “studiate, informatevi”, era quello che voleva Lo Destro, che a sorpresa esce l’elenco degli immobili e dice: “E’ questo?”, sventolandolo sotto il naso dei Cinque stelle. Questi rimangono attoniti, sbalorditi. “Bene – prosegue Lo Destro – adesso mostratemi la determina che legittima l’elenco, che ne dà ufficialità, altrimenti questa è carta straccia”. La determina non esiste e la veemenza della maggioranza si esaurisce in un silenzio imbarazzante.
I consiglieri Tumino e Lo Destro perciò proseguono e sollevano un caso unico, per ora, ma emblematico, su un immobile, di qualche centinaio di metri quadri, non di pregio e non inserito nell’elenco dei beni da alienare, nonostante ci sia un cittadino interessato all’acquisto, al quale il Comune aveva già dato la sua disponibilità. Martorana, dopo essersi informato, spiega che quel bene non può esser venduto perché verde pubblico. Tumino rimane apparentemente afasico, è con le spalle al muro? No, aspetta l’intervento del dirigente del settore, che smentisce l’assessore e precisa: “L’unico impedimento sarebbe rappresentato dal rispetto degli standard stabiliti per il verde pubblico”, cioè quel bene non può esser venduto se la sua alienazione intaccherebbe la proporzione, stabilita nel Prg di Ragusa ibla, tra costruito e verde pubblico. Vista, però, l’esigua estensione dell’immobile, lo standard rimarrebbe intonso e perciò molto probabilmente verrà venduto.
“Questa Amministrazione brancola nel buio – chiosa Tumino – ed è capace di produrre solo atti vuoti”.
[…] Claudio Conti. Settimana scorsa, come Giorgio Massari, espresse tutte le sue perplessità in merito al piano di alienazione, dicendo una cosa semplicissima, ma rivoluzionaria per il XXI secolo: “Non tutti i beni pubblici […]