Violenza sulle donne. I grillini processano ed intimidiscono la Pavone

“Sono rimasto spiacevolmente sorpreso dal tono inquisitorio e, per certi versi, anche indisponente che alcuni consiglieri del Movimento 5 Stelle hanno utilizzato nei confronti della presidente della Consulta comunale femminile, Giuseppina Pavone, che, su richiesta della consigliera M5S Zaara Federico, prima firmataria della istanza in questione, avevamo invitato per essere portati a conoscenza circa l’attività svolta dall’organismo. E, invece, la seduta si è trasformata in un vespaio, animata da insolita animosità da parte della maggioranza grillina nei confronti della nostra ospite, tanto da rendere necessario un mio ripetuto intervento affinché i toni potessero essere più contenuti e adeguati alla situazione”. E’ quanto afferma il consigliere comunale del Movimento Civico Ibleo, Gianluca Morando, nella qualità di presidente della commissione Affari generali, dopo quanto accaduto ieri a palazzo dell’Aquila.

“Assolutamente fuori luogo e fuori contesto, perché non è la nostra commissione che eventualmente deve sindacare sulle spese effettuate – continua Morando – l’atteggiamento utilizzato da alcuni consiglieri M5S che hanno tra l’altro dato addosso alla Pavone accusandola di non tenere in alcuna considerazione una serie di articoli dello Statuto della consulta, con riferimento soprattutto alle variazioni delle figure apicali. Ecco perché, dopo avere constatato che la consigliera Federico, nonostante avesse presentato la richiesta, non si è presentata all’inizio dei lavori per potere svolgere la prevista relazione, dopo che il consigliere Salvatore Dipasquale (M5S) ha dato addosso alla dottoressa Pavone, dopo che altri colleghi dello stesso movimento hanno di fatto appoggiato questo modo di fare rivelatosi a tratti anche insolente, e dopo che io stesso sono stato accusato di imparzialità solo per avere impedito che proseguisse questo gioco al massacro, ritengo di poter dire che l’utilizzo della commissione da me presieduta sia stata strumentalizzata dal Movimento 5 Stelle per demonizzare l’attività della Consulta femminile. Organismo al quale, è bene sottolinearlo, anche la Giunta Piccitto, nei mesi scorsi, ha erogato dei contributi, ritenendo, dunque, nei fatti valida l’azione portata avanti dell’organismo mentre, a distanza di tempo, c’è chi, componente della stessa frangia politica, ha ritenuto opportuno sbattere la porta in faccia ad una realtà che può vantare anni di attività. Spero, per il futuro, che scene simili non abbiano più a ripetersi. E invito i consiglieri di maggioranza ad essere più confacenti nel rapportarsi con chi viene convocato in audizione dalla commissione. C’è un garbo istituzionale a cui, in qualità di presidente, non intendo venire meno”.

di Redazione08 Mag 2014 10:05
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