Un’idea per la rinascita di Marina di Ragusa
Prendendo spunto dall’ottimo articolo del mio omonimo e sposando in pieno la sua tesi non solo la condivido, ma rilancio. Andiamo per ordine, però.
Ricordate che l’ex sindaco Dipasquale volle fortissimamente volle demolire la struttura della Camperia, per creare uno spazio unico, un collegamento, un’autostrada, tra piazza Torre e piazza Dogane? Ricordate?
Quel progetto se avesse visto la luce, così come fu concepito originariamente, avrebbe di sicuro rappresentato il principale volàno, insieme al porto turistico, per un poderoso sviluppo culturale, sociale ed economico della cittadina rivierasca. Un progetto che tristemente naufragò per colpa di una casetta, che sta lì proprio in mezzo. Infatti, nonostante i progettisti del Comune si erano convinti che bastava abbattere il rudere della Camperia per creare questo famigerato collegamento tra le due piazze, a cose fatte dovettero prendere atto del loro fallimento, a causa di una casetta. Vecchia, di nessun pregio artistico, che il mio omonimo ha, giustamente, definito: “come un vero e proprio muro divisorio”.
Uno spartiacque, uno steccato, un vallo, che nella sua fisicità marmorea ha rappresentato e sta rappresentando uno iato tra passato e futuro, una ganascia per lo sviluppo turistico del territorio. Per fortuna, però, il destino ci viene incontro e così scopriamo che il proprietario dell’immobile, forse venuto a più miti consigli, ha deciso di metterlo in vendita.
Qui la proposta del mio omonimo, che ricordo condivido e rilancio. Acquistare l’immobile e demolirlo per realizzare l’antico progetto di Nello Dipasquale. Perfetto! A questo punto, però, mi chiedo, perché non osare? Perché non pensare in grande? Perché non andare oltre il progetto dell’ex sindaco?
Ai piedi di piazza Duca degli Abruzzi c’è una palazzina, anch’essa di nessun pregio storico e di nessunissimo interesse pubblico, per intenderci lo stabile che ospita, al pianterreno, il Caffè delle Rose. Ora, provate a immaginare, solo per un momento, la piazza senza questo edificio. Vi chiedo solo un piccolo sforzo di immaginazione. Voi, seduti comodamente su una panchina in piazza Duca, magari mentre gustate l’ultimo gelato del Caffè delle Rose, vi voltate verso i piedi della piazza a guardare in tutta la sua immensità il mar Mediterraneo, è quasi un quadro del maestro Guccione, siete lì, siete parte di una cartolina meravigliosa. Che ne dite?
Non solo, abbattendo questo palazzo ne beneficerebbe pure il monumento dell’Ancora, che verrebbe finalmente valorizzato come merita, una perla incastonata nel triangolo d’oro: piazza Duca – piazza Dogane – piazza Torre.
Certo è quasi un sogno, ma realizzabile, se solo il buon sindaco Piccitto volesse. In fondo deve solo comprare una casetta, espropriare una palazzina e demolire tutto. Se vuole, può! E’ il sindaco e noi confidiamo in lui.
Naturalmente sto scherzando, è stato divertente scrivere questo pezzo, un esercizio di stile né più né meno, anzi un pesce d’Aprile, mi perdonerete, con 24 ore di ritardo.