Pubblichiamo il video grazie al quale la Polizia Giudiziaria ha arrestato 2 scafisti
Fondamentale, per l’identificazione degli scafisti, è stata l’acquisizione di un video girato con uno smartphone da parte di uno dei migranti dove viene ripreso il giovane magrebino mentre timona il peschereccio e da ordini in lingua araba ai passeggeri. Dal filmato si evince come questi parlasse anche la lingua italiana difatti si sente la sua voce all’indirizzo della nave italiana dire “aiuto aiuto”.
La Polizia di Stato di Ragusa – Squadra Mobile – unitamente alla Compagnia dei Carabinieri di Modica ed alla Sezione Operativa Navale della Guardia di Finanza di Pozzallo, ha arrestato EL MESHRI Haithem, nato in Tunisia l’1.01.1988, e EL FARIATI Aziz, nato in Marocco il 20.09.1995, in quanto responsabili del delitto di aver introdotto dei clandestini nel territorio italiano.
Gli arrestati hanno condotto dalle coste libiche a quelle italiane una fatiscente imbarcazione carica di oltre 400 migranti di origini siriane ed eritree. Tra i migranti vi erano 60 donne, 80 minori e 20 neonati.
I FATTI
Alle ore 15.15 del 24.04.2014 una nave della Marina Militare italiana soccorreva un’imbarcazione in legno di 15 metri circa in quanto imbarcava acqua ed a bordo vi erano centinaia di persone in difficoltà ed alcune di queste stavano molto male. Nel corso delle operazioni di avvicinamento il personale della Polizia Giudiziaria notava che uno degli occupanti il natante in legno gettava in mare un navigatore GPS che veniva prontamente recuperato.
La nave militare approdava a Pozzallo alle ore 14.00 del 25.04.2014 dove avevano luogo immediatamente le attività della Polizia giudiziaria.
Le operazioni di sbarco venivano coordinate dal Funzionario della Polizia di Stato della Questura di Ragusa responsabile dell’Ordine Pubblico, operazioni alle quali partecipavano decine di Agenti delle Forze dell’Ordine, la Protezione Civile, la Croce Rossa Italiana ed i medici dell’A.S.P. per le prime cure.
Successivamente gli extracomunitari venivano ospitati presso i locali del C.P.S.A. sito all’interno della succitata area portuale al fine di sottoporli alle difficoltose e delicate fasi di identificazione da parte di personale del Gabinetto Provinciale di Polizia Scientifica e dell’Ufficio Immigrazione della Questura di Ragusa.
Dopo aver soccorso ed assistito i migranti, la Polizia di Stato iniziava le procedure di identificazione e di intervista insieme ai mediatori, dalle quali emergeva la paura per gli scafisti.
LE INDAGINI
Gli operatori di Polizia individuavano in pochi minuti i sospettati grazie alla loro professionalità ed esperienza acquisita negli innumerevoli sbarchi gestiti fino ad oggi. I sospetti ricadevano su un cittadino marocchino ed uno tunisino per altro di nazionalità diversa rispetto ai 244 uomini, 61 donne, 94 minori e 12 neonati tutti di nazionalità siriana ed eritrea.
Da una scrupolosa perquisizione fatta nei primi istanti dello sbarco si acquisivano importanti elementi probatori, in quanto uno dei due arrestati era in possesso di centinaia di euro ed un telefono cellulare sul quale veniva riscontrato che tra gli sms in arrivo alcuni erano inerenti il pagamento elettronico di quasi 15.000 euro per l’avvenuto approdo. Gli sms debitamente tradotti dalla lingua araba consentivano di raccogliere fondamentali elementi di prova a loro carico. I due scafisti venivano quindi condotti nell’ufficio di Polizia sito all’interno del C.P.S.A per la compiuta identificazione ed uno di questi dagli accertamenti in banca dati in uso alle Forze di Polizia, vantava numerosi precedenti penali ed altri ingressi irregolari in Italia, elemento che faceva presumere la sua attività di scafista già svolta in altre occasioni.
Dopo aver isolato gli scafisti, gli investigatori non perdevano tempo per entrare in empatia con i migranti. Un sorriso, un saluto, una pacca sulla spalla ed una bottiglia d’acqua, rassicurandoli sul futuro al fine di trovare la giusta confidenza, quella “chiave d’accesso” alla loro testimonianza.