Trasparenza e accesso ai dati nella pubblica amministrazione sono una chimera
E’ stato presentato il I Rapporto sull’Open Government in Sicilia. Open government e open data sono concetti che abbiamo mutuato dalla tradizione anglosassone e altro non sono che sinonimi di trasparenza nella pubblica amministrazione, partecipazione e collaborazione, da parte dei cittadini, alla vita pubblica. Una partecipazione che è resa possibile primariamente dalla buona volontà degli amministratori locali e nazionali, sia nel legiferare che nel rispettare le norme esistenti.
Il I Rapporto sull’Open Government in Sicilia non ha fatto altro che indagare lo stato di trasparenza e di apertura nei confronti della cittadinanza delle nostre istituzioni, come era facilmente preventivabile siamo ben lontani dal raggiungimento di un livello accettabile. Siamo carenti soprattutto nella nella pubblicazione delle informazioni sulle decisioni e sui costi degli organi politici (non sono pubblicati in rete, ad esempio, la gran parte dei provvedimenti degli organi del governo regionale, se non quelli pubblicati sulla GURS) e negli enti e società partecipati. Quotidianamente disattendiamo la normativa sull’anticorruzione e sulla trasparenza totale. Infine particolarmente critica è la situazione delle società partecipate che per molti versi si sottraggono alla normativa sulla trasparenza.
Quindi accesso ai dati e partecipazione attiva ai processi decisionali. Nonostante il messaggio che sta passando da qualche tempo a questa parte non è fatta dalla diretta streaming, come vorrebbero quelli del Movimento cinque stelle, o meglio non solamente di questo, ma piuttosto dal fatto che le istituzioni elettive e gli eletti possano essere giudicati da persone, associazioni, imprese attraverso gli strumenti dell’open government. Su questo fronte un ruolo fondamentale lo potrbbe svolgere internet. La rete, se coniugata agli strumenti dell’Amministrazione aperta (Open government), diventa uno straordinario strumento di controllo da parte dei cittadini per contrastare inefficienze, corruzione e malamministrazione, di trasparenza e di partecipazione.
L’altra nota dolente è l’accesso ai dati e lo constatiamo, senza arrivare in Regione, anche nella nostra città. Le delibere non vengono mai pubblicate in tempo reale, mentre qualsiasi richiesta riguardante, per esempio, costi, procedure, decisioni, progetti e protocolli vengono sempre viste con un certo sospetto da parte dei dirigenti e degli assessori, che custodiscono questi dati come fossero loro e non di proprietà della città.