Palazzo dell’Aquila. Se tutto fosse vero, potremmo così raccontarlo
Vivere in provincia non è esaltante, difficilmente succede qualcosa di interessante e questa condizione è ancor più vera per un giornalista, che è costretto a raccontare fatti che sono considerati rilevanti solo perché non accade nulla.
Non ci sono omicidi, grossi scandali, non vengono ministri né capi di Stato, le stesse riunioni politiche sono piccine, si occupano di cosette: il manto stradale, l’illuminazione della viuzza, le problematiche del mercato rionale.
Da quasi un anno la cronaca politica, infatti, si è impantanata in vuoti ed inutili sofismi. L’Amministrazione Piccitto fa delle cose, le opposizioni si sentono trascurate e quindi denunciano. Tutti indistintamente si sentono in una repubblica sovietica, il sospetto aleggia nell’aria. Pare che ci sia pure un’organizzazione occulta, che dirige e gestisce le opere del sindaco. Questo, dal canto suo, non si discosta poi tanto dal protocollo di quegli altri. Infatti, non si fida di nessuno e i suoi compagni gli danno manforte in quest’opera, parlando nelle segrete stanze di ingenti risorse economiche ed intellettuali, impegnate per delegittimare in ogni modo l’Amministrazione democraticamente eletta.
Non molto tempo fa, a dir il vero, un sussulto l’ho avuto. Una speranza, una brezza fresca, che per un attimo mi aveva destato da questo torpore stantio. Una sera ricevo una telefonata: “E’ arrivata una lettera anonima in Comune, vieni!”.
Di corsa mi precipito in Municipio, “finalmente accade qualcosa” penso, certo non sono i proiettili inviati al presidente Crocetta, non si parla di foto scabrose e compromettenti, tipo bunga bunga, ma di una lettera anonima che denuncia che ben tre concorsi sono stati pilotati. L’occasione è ghiotta, finalmente si lavora. Ma no, i Cinque stelle, che sarebbero quelli che avrebbero truccati i concorsi, svelano l’arcano: è stata la presidentessa della commissione trasparenza a scrivere la lettera ed a inviarsela. Lo scoop si smonta e come sempre rimaniamo con un pugno di mosche in mano. Ma la presidentessa, non ci sta, vuol battere il ferro finché è caldo e convoca una riunione di commissione a porte chiuse, cioè segreta, per ridiscutere della lettera. I grillini, che si sono stancati di questi giochetti, magistralmente la snobbano, il gioco lo conoscono, e perciò le fanno sapere, a mezzo stampa, che diserteranno la riunione, tanto di che si deve parlare?
Eppure c’è qualcuno che prova a movimentare le acque. Sinceramente con scarsi risultati. Per esempio con l’affaire del canile. “Gli avete dato 25.000 euro e concesso cinque proroghe in meno di un anno, per quasi 80 mila euro – tuonano dai banchi dell’opposizione – discutiamone!”. No, risponde serafica la maggioranza. In vero, i Cinque Stelle sono d’accordo con le opposizioni e ci vogliono veder chiaro, ma visto che la minoranza ha presentato due interrogazioni sul canile ed in Aula, a causa dei regolamenti, si possono affrontare solo i temi trattati nella prima interrogazione, decidono di rinviare il confronto, per poter approfondire meglio le due interpellanze. Visto che son neofiti, rispolverano la tecnica della melina e fanno mancare il numero legate. Tutti a casa. “Bulgari!” gridano dai banchi delle opposizioni. A proposito, ma chi sono questi bulgari? Forse qualcuno nella maggioranza ha origini slave. Se così fosse si spiegherebbe quella presenza occulta e carbonara dell’organizzazione sovra-amministrativa, che tanto ci ricorda i vecchi soviet. Comunque queste origini bulgare mi rimangono misteriose.
Nulla, neanche il tema dei cani sortisce l’effetto sperato e perciò le opposizioni, sinceramente ormai prive di argomenti, riesumano la vicenda dei concorsi. Naturalmente non possono parlare della lettera, quella ormai è morta, ma delle Commissioni. Pare che ci sia una legge regionale o forse regìa, che imporrebbe un sorteggio pubblico per nominare i membri delle Commissioni d’esame. Bene, che cosa ha fatto il nostro sindaco? Non li ha sorteggiati, ma ha valutato i curricula e li ha nominati. “Scandalo!”, subito ordine del giorno, interrogazioni, articoloni a più colonne sui giornali, ma che succede? Nulla, siamo in provincia. La gente è stanca, l’opinione pubblica, è ha tutto il mio appoggio, si appassiona alla scoperta delle case di tolleranza in effetti mai chiuse o alle bombe d’acqua, che qui, in questo lembo di deserto, di sicuro fanno più notizia. Questa è la provincia.