Liberi consorzi senza prefetture e polizia? Che paura!

>La nuova legge sulle province sta compiendo il suo iter secondo i suoi sostenitori è la soluzione a tutte le incongruenze del passato e soprattutto un vero inno al risparmio. Ne è convinto anche l’on Ragusa che tra le altre cose è stato anche assessore all’ente di viale del fante. In sede di prima applicazione ci saranno nove Liberi Consorzi
di Comuni, tanti quanti sono le Province, e con le stesse risorse e competenze degli enti intermedi aboliti. Dopo l’approvazione della legge, i Comuni avranno altri sei mesi per decidere se appartenere al Consorzio indicato dalla Regione o chiedere di transitare in altro Consorzio.” Così dice Ragusa, “I Liberi Consorzi saranno composti dai rappresentanti dei Comuni delle rispettive Province e saranno operativi entro sessanta giorni dall’attuazione dell’entrata in vigore della legge. Nasceranno nuovi organi: l’Assemblea, composta dai Sindaci dei Comuni appartenenti al Libero Consorzio; il Presidente, eletto dall’assemblea tra i Sindaci con il sistema del voto ponderato in rapporto alla popolazione; la Giunta, composta da otto dei Sindaci che fanno parte di quel Consorzio. In una fase successiva si procederà alla razionalizzazione degli Enti regionali, mediante la soppressione o l’accorpamento degli organismi che svolgono funzioni in tutto o in parte coincidenti con quelle attribuite o
trasferite ai Liberi Consorzi, evitando in tal modo duplicazioni o
sovrapposizioni. Saranno razionalizzati (e in alcuni casi tagliati) tutti
quegli enti, agenzie, organismi le cui funzioni verranno assorbite dai Liberi Consorzi che, per svolgere questi compiti, saranno dotati delle necessarie risorse finanziarie.” “Non si può dimenticare – dice l’ on. Ragusa- che i padri costituenti dell’autonomia, con grande lungimiranza, vollero che nello Statuto speciale fossero abolite Prefetture, Amministrazioni Provinciali e che le Questure dipendessero dal Presidente della Regione. La permanenza delle Province nell’unica Regione che non le prevede per Statuto sarebbe un non senso. Questa riforma è il primo tassello del riordino del sistema della Pubblica Amministrazione siciliana, che deve passare anche attraverso il decentramento
di compiti dalla Regione ai Consorzi e alle Città Metropolitane, prevedendo funzioni distinte e autonome fra questi due Enti, anche in relazione ai Comuni che vi aderiscono. Soprattutto, deve rispettare profondamente il sentire pubblico dell’appartenenza senza lasciare irrisolte delle questioni fondamentali di gestione. Senza questi elementi non si potrebbe parlare di un vero cambiamento, ma sono certo che nel dibattito in aula si saprà far uscire una riforma condivisa e capace di raggiungere gli obiettivi prefissati”. Cosi’conclude l’ On. Ragusa ma a nostro avviso c’è troppa speranza riposta in un settore che ha sempre mostrato i suoi limiti. Vediamo ad esempio la questione dell’elezione di secondo grado. La scelta della direzione dei consorzi è affidata ai comuni stessi in base alla popolazione. E’ chiaro che saranno i comuni più grandi a decidere. E spesso in questi stessi comuni non c’è il consenso della gente. E poi se fosse vera la questione della polizia che dipende da Crocetta o chi per lui e senza la prefettura forse sarebbe meglio cambiare regione! Sul risparmio non ci pronunciamo visto che ci siamo accorti che servono tanti di quei soldi per far partire le nuove strutture che le rimpiangeremo per anni. Comunque si deve andare ancora in aula è non è detto che ci siano delle sorprese come è accaduto il 27 dicembre scorso.

di Direttore05 Feb 2014 20:02
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