La riforma Fornero delle pensioni continua a far danni: ora tocca ai donatori Avis

Ecco un altro problema per gli aspiranti pensionati: quello dei contributi figurativi. Dopo la questione degli esodati, ancora da risolvere, ecco coinvolgere i donatori di sangue. Prima della riforma Fornero, i giorni dedicati alla donazione di sangue ed emoderivati concorrevano nel calcolo dell’assegno per la pensione, anche per quella anticipata (ex di anzianità). Si è invece scoperto che la donazione di sangue non rientra più tra queste giornate, e che questo crea enormi problemi al raggiungimento della soglia per andare in pensione. Al momento, chi si ritrova questo ammanco ha due alternative: lavorare per i giorni “mancanti”, oppure accettare il decurtamento del 2% dall’assegno della pensione.
Il sangue si può donare fino a quattro volte ogni anno. Chi va a donarlo ha sempre goduto del diritto di non presentarsi al lavoro senza perdere stipendio o copertura previdenziale. La situazione ora prende contorni paradossali: se contiamo 40 anni di contributi, per 4 donazioni all’anno, abbiamo ben 160 giornate lavorative da recuperare. In pratica, chi ha donato il sangue rischia di vedersi allontanare la pensione di sette o otto mesi, in cambio di questo servizio reso alla comunità. Il problema non è soltanto di chi ha donato il sangue nel corso della sua carriera lavorativa e si trova ingiustamente penalizzato, ma anche di chi il sangue deve e dovrà riceverlo. L’attuale situazione legislativa rischia di essere un serio disincentivo per le donazioni di sangue in futuro.Il caso è scoppiato dall’Avis di Cremona. Ragusa cosa dice?
Buongiorno, sono donatore Avis da trent’anni e penso che per i donatori di Ragusa, questo non possa essere che un piccolo fastidio.
A parte il fatto che, nella stragrande maggioranza dei casi, le donazioni sono due l’anno per i maschietti ed una per le signore,
di sicuro il “piacere” di aver donato gratuitamente qualcosa a chi ha bisogno è impagabile!!
Pazienza se occorrerà lavorare qualche giorno in più.
Grazie ai Ragusani per l’Avis (da un non ragusano).
non vedo dove sia il problema, io sono un lavoratore autonomo, la donazione la faccio di domenica e non perdo giorni di lavoro. anche i dipendenti potrebbero donarlo di domenica in tempi di crisi non mi sembra corretto perdere una giornata di lavoro e farla pagare alla colletivita’
Da quando si considerano le giornate e non le settimane ai fini del calcolo della maturazione della pensione? Se si dice che manca un certo imponibile dal calcolo della pensione posso essere d’accordo che tradotto in perdita di pensone parliamo di centesimi e non è vero che si deve lavorare di più.