Crisi alla Regione!

La direzione regionale del PD ha anticipato il suo giudizio sul rapporto del partito con il Governo Crocetta. L’attesa era per martedi mattina, come aveva anche detto il coordiantore dell’UDC Lavima nell’intervista rilasciata aTeleiblea proprio sulle problematiche delle alleanze palermitane. Ora, alle 22,30 di lunedi, leggiamo su Livesicilia, portavoce ufficiale di palazzo dei Normanni, che Rosario Crocetta non ha più una maggioranza. Il Pd, il suo partito, gli ha tolto la fiducia, e il sostegno. Voterà i singoli provvedimenti che arriveranno in Aula. “Ma senza alcun vincolo” precisa il segretario Lupo. La sua relazione è stata appena approvata dalla direzione regionale del partito. Una relazione durissima: “Noi non ci riconosciamo più – ha detto Lupo – nell’azione del governo Crocetta. Non ci sentiamo più vincolati a sostenere l’azione di un governo che sta commettendo errori gravi che si ripercuoteranno sui siciliani. La mia proposta: non partecipiamo al vertice di maggioranza sul tema del rimpasto. Un tema che il partito non ha mai posto. Il presidente Crocetta ha fatto anche questo, l’ha buttata in rissa, facendo passare il messaggio che il Pd fosse interessato alle poltrone. Non ci sentiamo quindi rappresentati in giunta dagli assessori in quota Pd. Prendano loro le decisioni conseguenti, sapendo che non rappresentano più il partito nell’esecutivo. Da adesso, valuteremo provvedimento per provvedimento e atto per atto”. Sembra un film già visto.A mal di pancia tra i partiti il governatore, ieri Lombardo oggi CRocetta si comporta allo stesso modo : “Sono esterrefatto – commenta all’Ansa Crocetta -. In uno dei momenti più dolorosi della mia vita, con due agenti di scorta in rianimazione, mi trovo davanti al muro di gomma di un pezzo dei dirigenti del Pd. Mi tolgono sostegno? Si assumano responsabilità storica, io vado avanti, ho il mandato del popolo siciliano e della base del partito”. ( Almeno non ha tirato in ballo la mafia ma i suoi agenti in ospedale)
Con questo voto, il partito chiede ai quattro assessori che lo rappresenta in giunta di dimettersi: si tratta di Luca Bianchi (Economia), Nelli Scilabra (Formazione), Mariella Lobello (Ambiente) e Nino Bartolotta (Infratrutture). Chi non lo farà rimarrà a titolo personale e sarà deferito ai garanti del partito.
Un atto d’accusa durissimo, quello del segretario, che ha trovato ampia condivisione nella direzione. Solo sette i voti contrari, tutti dell’area riferibile a Beppe Lumia, che ha provato a vestire i panni del difensore: “I cittadini siciliani, i giornali, l’opinione pubblica, la classe dirigente nazionale del partito – ha detto il senatore – vedono il presidente Crocetta come una grande risorsa. Il Pd siciliano invece addirittura arriva a imboccare una strada che rischia di essere senza uscita. Penso che questa responsabilità storica abbia bisogno di altri passaggi. Io non la condivido. Chi ha preso questa decisione dovrebbe riflettere un po’ di più. Si è usato un linguaggio politico tipico di un partito che non è abituato a governare. Un grande partito, dopo nove mesi, non boccia un governo, ma prova a rilanciarne l’azione”. Un intervento che ha suscitato più mugugni che applausi. E persino qualche ironia e qualche sorriso beffardo dalla platea, quando Lumia ha fatto riferimento alla Confindustria siciliana come “un faro nel mondo”.
Applauditissimo, invece, l’intervento di Antonello Cracolici: “Di fronte alla necessità di un rafforzamento politico, – ha detto – è piovuto sul Pd una valanga di insulti. Facendo credere che Cracolici e Lupo smaniassero di giocare al giochino degli assessori. In questo ha offeso il partito. Il cambiamento, in questa terra, rischia di diventare solo una bella predica. Considero sgradevole che in nome di valutazioni politiche, ognuno di noi debba essere giudicato da un punto di vista morale. Qui nessuno ha patenti per dare patenti a nessuno. E ci tocca vedere – ha aggiunto il deputato – che i veri appartenenti al passato tanto criticato, adesso che hanno cambiato partito, vengono indicati come modelli di comportamento. È inaccettabile. Pretendo rispetto”. Il Pd sbatte la porta e se ne va. Nell’attesa che il governatore torni sui suoi passi. “Per me – ha replicato però da Catania il presidente Crocetta – si continua il programma che è stato concordato con il popolo siciliano. Io non mi faccio condizionare da alcuno e non sarò il pupo di alcuno . Se c’è qualcuno che mi può domare – ha concluso – è il popolo siciliano”. Ma da oggi, il governatore non ha più una maggioranza. Ed eccoci punto e a capo. Lombardo disse le stesse identiche parole. Non era pupo e pensava, lui solo, alla Sicilia. Gli altri sono mafiosi e malaffaristi oltre che “jarrusi e sbiri” che fa tanto colore! Povera Sicilia. Speriamo che non si ripetano i 4 anni che ci hanno costretto a subire in nome della legalità e della trasparenza. E così è morto il PDL!!!