Non Voglio! Non Mollo: Il Crocetta pensiero sul PD.
La storia è difficile da comprendere. Crocetta è partito lancia in resta per scalare il PD. Ma da quelle parti tira aria pesante. I dinosauri della direzione centrale sono abituati a questi attacchi e rispondono con le stesse armi. E allora il presidente si mette a fare quello che sembra gli riesca meglio: esternazioni di altissimo livello con strani significati politico-amministrativo ed elettorale. Ecco il suo pensiero di oggi: “Non possiamo accettare l’idea che un grande Partito Democratico chiuda le porte al cambiamento e al rinnovamento. Lo svolgimento del congresso regionale del Pd, sulla base del vecchio tesseramento, cristallizzerebbe i giochi di sempre e impedirebbe l’elezione di nuovi quadri giovani alla leadership del partito e soprattutto determinerebbe il gruppo dirigente formato da coloro che oggi magari potrebbero far finta di auto sospendersi dal partito ma che di fatto lo controllano. Il Pd nazionale deve rendersi conto dell’anomalia siciliana. Se da iscritto del Pd, contrariamente a quanto concordato fin dall’inizio col Pd regionale, io non potessi fare parte del gruppo che porta il mio nome nella lista, sarebbe un gioco autoritario e antidemocratico e persino sleale in contrasto a quanto precedentemente convenuto. E la smettano con la farsa del mancato contributo, potrei presentare la lista dei debiti elettorali rimasti sul mio groppone ma non lo faccio, non ho nessun legame coi soldi, verserò quel contributo per impedire azioni staliniste, che hanno sempre utilizzato per far fuori i dissidenti”. Continua il presidente : “In quanto iscritto alla lista Crocetta dovrei versare contributo a quella lista, ma di questo non ce ne facciamo un cruccio, verserò contributo anche a loro entro 24 ore. Non ho dato mai alcuna importanza ai soldi anche se devo dire che tale richiesta non era mai stata fatta nella mia adesione concordata col partito al gruppo del Megafono, facendo notare che sicuramente non sarà questa la ragione di censura nei miei confronti. Ma del resto nessuno può impedire al Megafono di organizzarsi, di fare la propria battaglia, di contribuire al rinnovamento della vita politica siciliana. Il Partito Democratico deve decidere se tale battaglia si può fare al proprio interno o se il Megafono deve diventare una forza politica autonoma. Decida Epifani, ma il Megafono non molla, non tace e sopratutto non si delegittima il rappresentante del popolo siciliano, eletto dai siciliani. Non consentirò a nessuno di umiliare la Sicilia e i colori della sua bandiera. Ancora una volta la Sicilia risulta incomprensibile a Roma e ancora una volta si continuano a fare gli errori di sempre. Non mi piegherò”. Ora interveniamo noi della redazione: Insomma la Sicilia continua ad essere incompresa. C’è il rischio però che nessuno riesca a comprendere la Sicilia neanche quelli che la amministrano.Andiamo avanti a colpi di scena e mentre aspettiamo che si risolva qualcosa assistiamo a strategie e progetti che ingessano tutto. Forse è il caso di dire basta alla politica e dare il via alla amministrazione vera? Che ne pensate?
Negli ultimi giorni sembra che i problemi dell’Italia siano soltanto relegati all’IMU e ai kazaki, oltre che a queste assurde beghe di partito. Tra l’altro è proprio vero che dagli errori non si riesce ad imparare. Il giorno dopo la batosta elettorale tutti a dire che se avesse vinto le primarie Renzi si sarebbero vinte le elezioni salvo poi tentare tutti i sotterfugi regolamentari possibili un minuto dopo per farlo fuori dalla prossima corsa. Non vorrei che si stesse facendo la stessa cosa con Crocetta, dopo averlo a lungo glorificato come il nuovo e pulito che avanza. Cos’è, stiamo di nuovo facendo tutto il possibile per tornare all’opposizione in Sicilia con Forza Italia di nuovo maggioranza ovunque?