Commerfidi rigetta le accuse della Regione

commerfidiIl presidente di Commerfidi Sicilia, Salvatore Guastella, ha inviato una lettera ai deputati regionali dell’area iblea, Vanessa Ferreri, Giorgio Assenza, Giuseppe Digiacomo, Nello Dipasquale, Orazio Ragusa, in cui fa riferimento all’intervento dell’assessore regionale all’Economia Luca Bianchi sul sistema dei confidi siciliani. “Tra i mille e più problemi in cui si contorce la politica siciliana – scrive il vertice della cooperativa di garanzia fidi con sede principale a Ragusa – l’assessore Bianchi ha trovato il tempo di esternare che è necessaria una legge che riorganizzi (e riordini) il settore del credito in Sicilia (riteniamo voglia intendere tutto il settore del credito) sulla quale siamo pronti a confrontarci per migliorare la qualità e la quantità dei servizi finanziari da erogare alle aziende siciliane (in crisi di asfissia da credito), ma trova anche il tempo di lasciarsi andare ad un disinvolto e gratuito attacco al ruolo dei confidi siciliani (la Sicilia è la terra dei confidi) che hanno avuto il “torto” di assistere all’accesso al credito diverse decine e decine di migliaia di aziende, di avere garanzie rilasciate in essere per circa 1 miliardo di euro (equivalente a 2 miliardi di erogato), di avere chiuso il 2012 con circa 200 milioni di nuove garanzie e di avere accusato per lo stesso anno, con fondi propri, perdite per circa otto milioni di euro derivanti, tutte, dalla “morte” di svariate migliaia di imprese a cui, lo stesso assessore, non ha forse dedicato la giusta attenzione”. Guastella prosegue: “I confidi nella nostra realtà iblea sono stati il segno della buona economia, del buon sviluppo, del buon senso e della lungimiranza di chi, anche oltre 35 anni or sono (questo è l’esempio di Commerfidi), decise che era tempo di “darsi” un nuovo modello di aiuto per sostenere finanziariamente le imprese. La presa di posizione dell’assessore sconta tutta l’estemporaneità estiva, mentre ci vede d’accordo l’idea e il progetto del “riordino”, che richiede, solo, un po’ di tempo e, siamo certi e vigili, non dovrà servire a salvaguardare i “soliti santuari” o a crearne altri, a scapito di quanti hanno solo lavorato a fianco di circa 80mila imprese siciliane. Ecco perché chiediamo alla deputazione iblea, vigilanza e attenzione”.

 

 

di Redazione06 Lug 2013 10:07
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