Mezzo etto di marijuana nello zainetto

carabinierigrandeIeri mattina i Carabinieri della Stazione di Monterosso Almo hanno arrestato per spaccio di stupefacenti un ventenne incensurato del luogo, trovato in possesso di quasi mezzo etto di marijuana. I militari del centro pedemontano da sempre prestano particolare attenzione alla grave problematica del consumo di stupefacenti che è riscontrato vengono usati sempre più frequentemente anche da giovanissimi del luogo, fuorviati dall’errata convinzione che la marijuana e l’hashish siano droghe “leggere” e che pe qualche arcano motivo non nuocciano alla salute… E l’altra sere i militari monterossani non avevano potuto non notare un movimento di ragazzi, dei quali alcuni già noti quali assuntori di stupefacenti, che stavano uscendo dall’abitazione di Alberto Vona, un ventenne di Monterosso, disoccupato e incensurato. In effetti il ragazzo, pur disoccupato, appariva avere un tenore di vita elevato – sempre a spasso con gli amici – e non sembrava davvero incline a cercarsi un lavoro.  Pertanto il Comandante della Stazione ha deciso d’intervenire la mattina, appena informato dai suoi fidati subalterni. E, pur non presentatisi propriamente presto, lo hano trovato ancora nel letto a dormire.

Iniziata la perquisizione, i carabinieri non hanno dovuto faticare troppo per trovare uno zainetto, maldestramente nascosto in fretta e furia dalla sorella dell’indagato dietro il divano.  E nello zainetto un bel sacchetto pieno pieno di marijuana, già confezionata in dosi, per un totale di 44 involucri. Nella stessa stanza una scatola di latta con 135 euro in contanti, tutti in pezzi da cinque euro e in moneta metallica, ritenuti il provento delle spaccio e sottoposti a sequestro insieme ala droga. I militari sospettano che il giovane ricevesse i suoi clienti in casa e che gli stessi avessero anche la possibilità di fumare l’erba “in loco”, proprio come in un improvvisato coffee shop olandese “de’ noantri”. Ma le sorprese non erano ancora finite per i militari, nella stanza infatti c’erano tre vasi per fiori con altrettante piantine di cannabis indica, la pianta ricca di delta-9-idrocannabinolo, ovvero il principio attivo delle marijuana e dell’hashish. Le tre piantine, che probabilmente conterranno ancora (viste le dimensioni) un quantitativo ridotto di principio attivo, sono state ugualmente sequestrate e sono ritenute dai militari un chiaro indicatore del fatto che la marijuana di Monterosso non provenga da fuori ma sia “a chilometro zero” ovvero autonomamente prodotta in quantità non industriali da giovani del luogo che approfittando del sole estivo, del clima caldo e umido e dell’acqua abbondante, si dedicano alla coltivazione fai-da-te seminando in casa in primavera e quindi trapiantando all’aperto per sfruttare appieno i mesi estivi. E la cosa davvero singolare è che, non contenendo principio attivo, in Italia i semi sono di libera vendita e si possono agevolmente reperire su internet con consegna direttamente a domicilio. Terminata la perquisizione, il giovane è stato dichiarato in arresto e accompagnato al comando provinciale di Ragusa per i rilievi foto-dattiloscopici, di qui è stato tradotto al carcere di via Di Vittorio, ove, come disposto dal Pubblico Ministero, dott.ssa Monica Monego, attenderà l’interrogatorio di garanzia. La sorella F.V. 21enne, anch’essa incensurata, per lo scherzetto tentato s’è presa una denuncia per il reato di favoreggiamento personale, a piede libero. L’attività di contrasto allo spaccio e al consumo di stupefacenti continua senza sosta, consci che una pressante attività di repressione possa rappresentare una forma di deterrenza, specie tra i più giovani che sono sicuramente i soggetti maggiormente a rischio, incuriositi e attratti da nuove esperienze, sponsorizzate da scellerati venditori di veleno e illusioni.

di Redazione23 Apr 2013 10:04
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