Il passaggio della discordia
Il passaggio a livello della Via Paestum diventa un argomento da campagna elettorale. Infatti l’intervento messo in campo dal Commissario straordinario del Comune, dott.ssa Margherita Rizza, nell’incontro con Ferrovie dello Stato sul passaggio a livello di Via Paestum, non poteva certamente risolvere il problema in modo definitivo. Infatti il rinvio della chiusura della strada fino a giugno è al momento un buon risultato ma toccherà poi ai nuovi amministratori affrontare l’argomento in modo diretto e definitivo. Intanto ci sono delle valutazioni che vengono fatte da alcuni consiglieri comunali. Ad esempio Giorgio Mirabella, capogruppo del Pid – Cantiere Popolare dice: La chiusura del passaggio a livello e la conseguente realizzazione del sovrapasso comunale, nei fatti comunque taglierebbero in due la città. Da questo punto di vista, mi chiedo e chiedo al Commissario come ci si dovrà comportare con i mezzi di soccorso che, non potendo più attraversare il varco del passaggio a livello dovranno compiere un giro viario piuttosto tortuoso e decisamente più lungo? Stessa cosa dicasi per, speriamo non accada mai, eventuali calamità naturali. Si sa bene che i ponti e i cavalcavia, in caso di sisma o più semplicemente di ghiaccio sulla sede stradale, non possono essere attraversati, dunque i cavalcavia esistenti in zona (in Via Zama e quello che conduce in contrada Selvaggio) non potranno esser percorsi, come si dovrà fare? Verrebbe da rispondere che basterebbe percorrere Via Napoleone Colajanni per immettersi in Via Archimede, ma anche lì c’è il ponte, raso strada, sotto cui passa la ferrovia, dunque sarebbe inaccessibile. L’unico passaggio su terrapieno dove insiste la tratta ferroviaria, dunque sicuro al transito dei mezzi, è proprio quello del passaggio a livello. Le altre domande che pongo sono le seguenti: come ci si dovrà comportare? Il Commissario ha già previsto un intervento in termini di pianificazione della viabilità cittadina nella zona? Ed infine propongo, considerato che si tratta di una decisione che in un certo qual modo va a minare anche l’aspetto sicurezza, non sarebbe opportuno chiedere alla Prefettura la convocazione di un tavolo tecnico alla presenza, oltre che del Comune, anche della Protezione Civile per meglio capire limiti ed esigenze di questo provvedimento? Al momento noi cittadini brancoliamo nel buio, ma credo sia opportuno essere messi a conoscenza di cosa realmente comporterà la chiusura del passaggio a livello di Via Paestum, anche in termini di sicurezza. Ecco perchè rilancio la convocazione di un Consiglio comunale aperto, con la partecipazione di residenti, commercianti e di quanti siano interessati, per meglio capire a cosa si andrà incontro tra tre mesi, periodo concesso dalle Ferrovie per procedere alla chiusura del passaggio a livello e per realizzare il passaggio pedonale. La proposta è sensata ed intanto ieri sera i commercianti della via Paestum si sono riuniti con l’intento di costituire un comitato che possa affrontare la questione dal punto di vista dell’economia cittadina. Ci sono tante idee ma è vero che bisogna stare attenti a non scendere nel populismo ed invece trovare soluzioni effettivamente realizzabili.
Una volta le città, alle basi della cultura, erano un insieme di cittadini dove si organizzava la vita della relativa città. Esisteva un interesse collettivo da tutelare, ma oggi con l’esistenza di enti sopra i cittadini (Ferrovie dello Stato) si è prodotto un movimento inverso, devono legiferare gli Enti, anche a discapito dei cittadini e questo in altra via è vero soprattutto a Ragusa, che sebbene città divisa in due lati statici, la tendenza salottifera e culturale, richiedendo ai commercianti dei luoghi di adeguare risorse di spettacolo-culturali ( magari organizzando spettacoli di saltimbanchi) ha già provocato la retrocessione della ristretta situazione urbanistica e commerciale di via Roma e annessi. Personalmente, chiederei un esame per la trasformazione della stazione ferroviaria in una cosidetta “stazione di testa” dove i treni arrivano e tornano indietro adeguando il percorso dall’esistente binario che va verso zona industriale-Versalis con un raccordo di alcuni km che lo congiunga alla parte alta di zona industriale zona Pianetti-Malavita o altrimenti togliere anche la stazione dal luogo esistente e adeguare lo scalo in disuso sempre nella predetta zona. Si libererebbe uno dei due lati statici della città, cresciuta in zona deserta, dove si scelse di fare la stazione ferroviaria per delle comunicazioni urbanistiche che ancora non esistevano.
—SCUSATE TANTO i “refusi di significato”, CHE CHIEDO DI CANCELLARE, IL SEGUENTE E’ IL DEFINITIVO, SCUSATE E MILLE GRAZIE!—:
Una volta le città, alle basi della cultura, erano un insieme di cittadini dove si organizzava la vita della relativa città. Esisteva un interesse collettivo da tutelare, ma oggi, come nel caso, si è prodotto un movimento inverso anche a discapito dei cittadini e questo in altra via (Roma), da parte del Comune (non le Ferrovie dello Stato), si è prodotto problema, oggi collaterale, a Ragusa, che sebbene città divisa in due lati statici, la relativa tendenza amministrativa richiede ai commercianti dei luoghi di adeguare risorse di spettacolo-culturali (organizzando chissà quali spettacoli), e ha già provocato la retrocessione della ristretta identità urbanistico-commerciale di via Roma e vie limitrofi, oltre alla congestione urbanistica normale… e ora si vuole aggiungere altra costrizione urbanistica. Personalmente penso che sarebbe da valutare la trasformazione della stazione ferroviaria in una cosiddetta “stazione di testa” dove i treni arrivano e tornano indietro mediante l’esistente binario che va verso zona industriale-Versalis con un raccordo di alcuni km (inesistente) che lo colleghi alla parte alta di zona industriale, zona Pianetti-Malavita o altrimenti togliere anche la stazione dal luogo esistente e adeguare lo scalo (in disuso) nella predetta zona, più adeguatamente alla città. Si libererebbe notevolmente uno dei due lati statici della città, dove si scelse di fare la stazione ferroviaria per delle comunicazioni urbanistiche che ancora non esistevano e non erano impellenti; ma a dirla -completa-, e da parte mia, c’è, anche, da recuperare-salvaguardare l’ambiente floro-faunistico esistente nei tratti in questione.
Per precisione voglio aggiungere che credo di avere capito, da precedente articolo, che il Comune nel caso passaggio a livello-Paestum non ha pertinenza, come Ente. (…)