IDV per l’Università: afferriamo la mano tesa. Ed il personale?

studentiPer l’IDV il capitolo Università volge al peggio. In questo comunicato Paolo Pavia responsabile del partito per il dipartimento esprime le sue preoccupazioni paventando la definitiva chiusura dell’esperienza in caso che non si arrivi a firmare la convenzione con Catania. Per ricordarlo ai lettori nella convenzione c’è l’accettazione del debito di una decina di milioni con rate per dieci anni a venire.

Oggi si sono incontrati per qualche minuto proprio Paolo Pavia ed il Commissario Scarso per affrontare il tema ma sembra che non ci siano grandi risultati vista la nota dell’IDV che pubblichiamo: Prendiamo atto di quanto dichiarato ieri dal Commissario alla Provincia, Avv. Giovanni Scarso, per sottolineare che gli allarmi che abbiamo lanciato, da almeno due anni a questa parte, a proposito del disastro finanziario del Consorzio universitario ibleo, non erano frutto di facile demagogia, come qualcuno ha insinuato, ma erano fondati sulla conoscenza della situazione reale dei conti dell’ente che abbiamo attentamente analizzato. Erano fondati, altresì, sulla diretta esperienza dello scrupoloso lavoro portato avanti dall’Ateneo catanese per radicare a Ragusa la Struttura didattica di Lingue e Letterature straniere, nonostante la storia dei rapporti con il territorio ragusano non sia mai stata delle migliori sotto il profilo del rispetto degli impegni presi. Ebbene, oggi siamo giunti al capolinea di un percorso tormentato e, inevitabilmente, si dovrà arrivare alla resa dei conti nel senso proprio del termine. Conti che non quadrano perché gli amministratori insediati dal 2008 in un c.d.a. “super politico”, come fu definito allora, hanno affondato l’ente con machiavellica determinazione. Cinque anni fa si poteva davvero, se vi fossero state la volontà e le capacità, rimediare ai guasti precedenti ed intraprendere un percorso virtuoso per giungere all’istituzione della quarta università pubblica siciliana. Hanno prevalso, invece, l’incompetenza e la negligenza di un manipolo di politici che hanno ritenuto di occupare l’ennesima posizione di potere per i propri fini elettoralistici. Oggi si può solo tentare di salvare ciò che rimane di un’esperienza durata oltre quindici anni, afferrando la mano tesa dell’Università di Catania che, con grande senso di responsabilità e rispetto per gli studenti, le loro famiglie e gli stessi docenti che hanno creduto nel progetto ragusano, permetterà la stabilizzazione di una presenza universitaria nel nostro territorio a condizioni sostenibili. Ci auguriamo dunque che si firmi al più presto l’accordo proposto e, subito dopo, si adottino nei confronti del Consorzio universitario ibleo i provvedimenti annunciati. Ma sul tema Consorzio dobbiamo registrare anche l’intervento del movimento Pensare Ibleo che dice: “E’ davvero increscioso che si pensi di intervenire pesantemente in danno al Consorzio universitario, arrivando addirittura a prospettarne la chiusura. Nessuno si permetta di toccare il personale. Così come in passato, la nostra voce si leverà alta e non la finiremo fino a quando questa vicenda non troverà un’adeguata soluzione”. E’ quanto emerso ieri sera dall’assemblea straordinaria dei componenti dell’associazione politico-culturale “Pensare Ibleo” che hanno affidato al presidente, Enzo Pelligra, il mandato di esternare tutto il malumore per una eventuale decisione che potrebbe portare alla chiusura dell’ente consortile. “Ci sono problemi relativi al pagamento delle spettanze – dice Pelligra – ma è impensabile superarli prospettando misure estreme. Nessuno dimentichi che il Consorzio universitario è stato e resta l’unico strumento della provincia di Ragusa in grado di produrre cultura e formazione accademica. Nessuno si sogni di licenziare il personale in un momento così disgraziato per l’economia del nostro territorio dove sono già centinaia i posti di lavoro che abbiamo perso e a cui se ne aggiungerebbero degli altri. Concordiamo sul fatto che oggi c’è la necessità, ad ogni costo, di ridurre le spese di gestione della struttura. E per tale motivo occorre chiedere un sacrificio a tutti, ma proprio a tutti, dipendenti, funzionari, consiglieri, consulenti, esperti di funzionamento, etc. Anche solo per un periodo limitato. In attesa di capire se la nostra classe politica sarà in grado di recuperare risorse da parte della Regione o da parte dello Stato: perché sia chiaro, senza nuovi trasferimenti di fondi e con la Provincia che pare voglia abbandonare il Consorzio non sarà cosa facile arrivare al salvataggio. Sappiamo benissimo che in questo momento ci sono delle difficoltà contingenti di ordine economico. Ma l’adozione di correttivi specifici non può significare la messa al bando dell’intera struttura consortile. Senza dimenticare le ricadute economiche che questa realtà ha determinato per il nostro territorio. Riteniamo sia arrivato il momento di capire a che gioco stiamo giocando e di fare intervenire le istituzioni in maniera puntuale per scongiurare qualsiasi ipotesi di chiusura che ci farebbe compiere un salto indietro di almeno quarant’anni”. Quale è dunque la soluzione? Scrivete i vostri commenti per capire come la pensano i lettori.

di Redazione26 Nov 2012 17:11
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