Voto per voto nel PD e FI

Voto per voto nel PD e FI

Alla fine dello spoglio il piacere è quello di conoscere i voti di preferenza di ognuno dei candidati in modo da capire come si sono comportati gli elettori iblei, se hanno rispettato le previsioni oppure hanno fatto di testa loro.
Pubblichiamo ora i risultati di ogni candidato per i due partiti maggiori: il Pd e Forza Italia che avevano in qualche modo riferimenti locali.
Con soddisfazione Innocenzo Leontini può dire di avere in provincia ancora un certo credito visto che è stato colui che ha preso più voti in assoluto superando tutti gli altri di quasi 5 mila voti.

LEONTINI INNOCENZO ISPICA (RG), 25 Maggio 1959 6.259
MICCICHE' GIANFRANCO PALERMO, 01 Aprile 1954 1.652
POGLIESE SALVATORE O CATANIA, 03 Marzo 1972 1.586
IACOLINO SALVATORE FAVARA (AG), 18 Novembre 1963 1.125
CITINO YLENIA MARIA CATANIA, 04 Agosto 1986 650
REITANO FRANCESCA MESSINA, 23 Gennaio 1986 284
CICU SALVATORE PALERMO, 03 Settembre 1957 118
CHIAVACCI ANTONELLA TORINO, 30 Ottobre 1958 107

Anche nel Pd si possono fare delle valutazioni.
Prendono più voti le donne. Vince a Ragusa, come in tante altre province, la Chinnici seguita dalal giornalista Giuffrida e da Michela Stancheris l'assessore regionale al turismo. Segueno Barbagallo Zambuto e Fiandaca.
Insomma la torta è stata equamente divisa ma forse il risultato non soddisferà il presidente Crocetta in relazione all'elezione a Bruxelles ma Dipasquale potrà comunque dichiararsi soddisfatto per aver tirato la volata alla sua candidata facendogli ottenere 4000 mila voti circa.

CHINNICI CATERINA PALERMO, 05 Novembre 1954 5.748
GIUFFRIDA MICHELA CATANIA, 12 Gennaio 1964 4.863
STANCHERIS MICHELA ALZANO LOMBARDO (BG), 16 Ottobre 1981 3.901
BARBAGALLO GIOVANNI TRECASTAGNI (CT), 01 Giugno 1952 3.736
ZAMBUTO MARCO AGRIGENTO, 10 Aprile 1973 3.040
FIANDACA GIOVANNI PALERMO, 06 Ottobre 1947 2.654
SORU RENATO SANLURI (VS), 06 Agosto 1957 1.470
ARENA TIZIANA DEE ENNA, 11 Marzo 1979 1.019


Una cartolina per il Teatro. Una città bella ma senz'anima!

Una cartolina per il Teatro. Una città bella ma senz'anima!

Voglio ringraziare la cara amica Rosanna Bocchieri che plaudendo alla mia iniziativa editoriale, oggi pomeriggio, ha inviato una nota, anche a nome dei 1300 e passa cittadini ragusani che rivogliono il loro teatro. Una cosa semplice semplice: abbiamo creato una cartolina con l'immagine del Teatro, come dovrebbe essere, e per ora la stiamo utilizzando in Croma Key, l'effetto elettronico alle spalle del lettore del TG. Va da se che presto si passerà alla fase due cioè alla stampa di questa cartolina che verrà poi distribuita nei negozi cittadini. E' un monito per chi vuole cancellare un pezzetto della memoria cittadina. Il teatro della Concordia segnava una fase delicatissima della Ragusa di metà ottocento e inneggiava ad una concordia ritrovata fra le tante difficoltà del tempo. Oggi, crediamo che sia quanto mai opportuno riparlare di Concordia e non solo di teatro. Sarebbe un bel gesto che cancella l'acredine che qualcuno vuole ancora mostrare. Comuqnue ecco cosa scrive Rosanna: Bella idea quella di Mario Papa, direttore di Teleiblea di porre il Teatro della Concordia come leit motive del telegiornale, che ogni giorno vediamo con piacere e coinvolgimento.
Teleiblea sta supportando con intelligenza la lotta condotta dalla rete civica Pro Concordia e da tutti quei ragusa, che hanno firmato la petizione, 1300 firme, e quei ragusani che si rendono conto che una città senza teatro è una città senz’anima, frase ripresa da Mario Mattia Giorgetti nell’editoriale della rivista Sipario e nella sensibilizzazione alla riapertura dei Teatri delle città,che muoiono spesse volte,per l’ignavia degli Amministratori dei Comuni. ( per il lettore diremo che anche l'ex sindaco Torchi ripetè la frase quando inaugurò il Teatro Garibaldi, capace di qualche centinaia di posti, ma emblema della cultura cittadina) Non è sufficiente aprire sale ,a Ragusa,come l’ex Ideal, che vanno bene per auditorium, senza palcoscenico, o per recital. Non basta aprire il Teatro della Curia, senza palcoscenico adatto, o il Teatro della Quasimodo, ,per dire che a Ragusa c’è un teatro. Basta con le prese per i fondelli che la nostra Amministrazione ci sta propinando ogni giorno senza dare risposte concrete alle 1300 firme e alla città.
Abbiamo un progetto,che può diventare esecutivo, abbiamo la possibilità di avere un Teatro pieno di storia e cultura, che darebbe una boccata d’ossigeno al centro storico, il silenzio dell’Amministrazione regna sovrano!!!!


Ascom serve un voto per svegliarsi.

Ascom serve un voto per svegliarsi.

Oggi si vota per l'associazione commercianti. Entro le 17.00 sapremo quali saranno i componenti del nuovo direttivo che dovrà affrontare la sfida per il prossimo anno. Il sottoscritto Mario Papa, da responsabile di un'emittente televisiva che vive proprio dei risultati del commercio, ha deciso di intervenire con una lettera aperta nel tentativo di svegliare l'ambiente ragusano che soffre di una apatia congenita. Ecco il testo che è stato distribuito in assemblea. Cari amici inutile ribadire le difficoltà nelle quali si dibattono le azienda della nostra città, soprattutto quelle del settore commercio,colpite da una lunga ed eccezionale crisi di liquidità e di mercato.
Bisogna prendere le dovute ed adeguate contromisure ed è essenziale che l’associazione, della quale ci pregiamo di far parte, prenda il timone di questo traballante bastimento guidando le imprese fuori dalla tempesta.
Non è facile! Ma senza idee, innovazione, qualche sacrificio e piccoli investimenti non si può sperare di resistere e superare indenni questo periodo incerto.
Impegniamoci in un progetto che guardi al benessere di ognuno di noi!
Prima di tutto però serve una direzione cittadina dell’Ascom forte e compatta: non giovano le contrapposizioni tra i rappresentanti di vari settori e le elezioni, affrontate con rivalsa, non garantiranno alla futura governance il giusto e necessario supporto della intera categoria.
Nessuno vuole esporsi in prima persona, tutti hanno già molto da fare, ma è il momento delle priorità e chi vuole battersi lo faccia ora.
Il progetto minimale che può essere oggi proposto ai commercianti iblei è racchiuso in questi pochi punti essenziali.
Occorre riconquistare, prima di tutto, la leadership politica perché devono essere i commercianti a fare da interlocutori primari con l’amministrazione comunale.
Non tocca all’assessore di turno decidere le azioni nel settore commercio e sviluppo ma all’intera categoria che, annoverando persone di provata esperienza e capacità, deve sperimentare sulla propria pelle ogni innovazione.
Quindi si costituisca subito un organismo pratico e funzionale, la “authority” del commercio ragusano che abbia la forza di contrattazione necessaria per valutare e decidere, con incontri ripetuti e precisi, le azioni da intraprendere.
Sistemata la parte politico amministrativa si dovrà intervenire su un progetto strutturale dove la città di Ragusa deve riavere la sua dignità riappropriandosi degli spazi comuni da dedicare all’aggregazione, alla cultura, alla ricreazione.
Seppure con i dovuti distinguo l’asse centrale della città, da Piazza del Popolo alla rotonda di Via Roma, rappresenta un patrimonio impossibile da ritrovare in altre realtà.
In poco meno di 2 km ritroviamo varie espressioni artistiche, diverse concezioni architettoniche: si passa, infatti, dalla Ragusa Barocca, con numerosi monumenti iscritti nella lista Unesco, alla Ragusa degli anni ‘30, con reminiscenze “imperiali”, attraversando una main street pianeggiante e pedonalizzata arricchita dalle incredibili panoramiche del ponte.

Vi insistono anche più tipologie di aree pubbliche utilizzabili e una quantità di “spazi” culturali oggi completamente abbandonati che, quindi, non contribuiscono alla fruibilità del centro cittadino dotato, però, di servizi invidiabili come 3 posteggi interrati, un ascensore pubblico, un’area verde attrezzata etc.
Ragusa non ha una vita culturale all’altezza della sua dignità: non abbiamo un teatro, un centro per esposizioni periodiche, una galleria d’arte pubblica, una sala che abbia un programma di eventi almeno stagionale.
I vecchi teatri, Concordia e Lalicata, vengono spacciati per propaganda del passato e andranno in malora senza che nessuno dica niente.
Locali prestigiosi che avevano dato lustro alla via principale sono chiusi ed immolati sull’altare delle fame inarrestabile dei centri commerciali e le vie principali soffrono per un’illuminazione carente.
I prezzi degli affitti al centro, è vero, sono alti ma non c’è neanche la voglia di contrattare perché manca la fiducia nel “commercio”di città.
Di sera la Via Roma è deserta: non ci sono locali di ristorazione, attività culturali, spettacoli, manifestazioni e, se qualcosa si vuole fare, si cercano spazi a Ibla che ha altri problemi da affrontare.
Ci sarebbe tanto altro da dire ma capisco che a molti non interessano i risultati pratici ma piuttosto le risposte di facciata e di rappresentanza.
Se non si vuole chiudere con Ragusa ed il suo centro bisogna intervenire subito!
Il programma è presto detto:
Interventi immediati sulla burocrazia e sulle regole comunali che devono essere a supporto di chi vuole impegnarsi in attività e non da contrasto.
Recupero delle attività commerciali attraverso un preciso impegno di rivalutazione del centro con iniziative culturali.
Miglioramento dell’illuminazione in viale Ten Lena etc, ripristino dei musei, delle sale espositive ma soprattutto dei teatri per ridare un’anima e un cuore a noi e ai nostri figli anche spendendo qualcosa in più.
Agevolazioni per chi investe al centro e riduzioni delle tasse per i proprietari che abbassano i prezzi aiutando le attività commerciali.
Prezzi incentivanti per i posteggi interrati e forse anche dei mezzi che colleghino i due capolinea Piazza del Popolo e la Rotonda impegnandosi a fare della parte finale della Via Roma un quartiere sui generis ma non un’area di degrado in pieno centro cittadino.
Tutto l’altro in un secondo momento!
Chi vuole impegnarsi in questo progetto si candidi e scelga bene i suoi rappresentati.
Mario Papa


Direttivo Ascom: Cosa c'è di nuovo?

Direttivo Ascom: Cosa c'è di nuovo?

Quale è la strategia dell'Ascom di Ragusa, oggi, a pochi giorni dalle elezioni per il rinnovo delle cariche sociali all'interno della associazione cittadina? Non ne abbiamo idea! Eppure sono tante le cose che si potrebbero e dovrebbero fare.La situazione economica è troppo difficile, questo lo sanno tutti, ma se non mettiamo a punto un piano, una specie di progetto per i prossimi anni, quale sarà il futuro del commercio ibleo? Partiamo ad esempio dal centro della città. L'asse Via Roma, Piazza Libertà, Viale Ten Lena, non riesce a svolgere la propria funzione di cuore pulsante. Probabilmente invece è al contrario. Camminando da piazza del Popolo verso la Via Roma si susseguono saracinesche abbassate, vetrine con la scritta affittasi, teatri abbandonati e così via. La strade sono inoltre poco illuminate e c'è un'aria di tristezza che la città non merita. Dunque, almeno per il centro, bisognerebbe inventarsi qualcosa. Il nuovo direttivo che si appresta a farsi eleggere il prossimo lunedi ha portato all'attenzione degli iscritti Ascom un proprio progetto? Non ci sembra assolutamente anzi sembra che ci sia la voglia di tenere tutto sotto silenzio per non disturbare nessuno. Ed intanto il commercio muore. Per noi del mondo dell'informazione è una doppia beffa. Viviamo di pubblicità e non ci sono le risorse sufficienti a mantenere il settore in piedi.Ci interessa quindi cercare di dare una spinta all'economia cittadina. Il progetto avrebbe bisogno di più tempo per essere in qualche modo definito e particolareggiato ma prima di tutto bisogna intervenire sul Comune. Nuove regole per l'occupazione del suolo pubblico, spazio alla ristorazione e un tentativo di calmierare i prezzi degli affitti. Si può ad esempio incentivare i proprietari ad affittare i locali riducendo le tasse o qualcosa del genere. Plaudiamo con soddisfazione alla riapertura del Bar del Mediterraneo che ha già ridato luce a quella parte della via Roma ma occorre spingere sulla questione " Ponte" che non può essere solo un parcheggio a strisce blu. Dovrebbe invece diventare, almeno d'estate, un luogo per passeggiare al fresco. D'inverno è un'altra cosa! E poi accorciare le distanze dai parcheggi sotterranei. Ne abbiamo due da una parte e dall'altra del famoso asse Via Roma - Viale Ten Lena. Si potrebbe pensare a dei mezzi ettometrici o anche, scusate l'accenno folkloristco, a dei trenini che facciano da navetta da una parte all'altra al costo di 50 cent a viaggio. Poi c'è anche Corso Italia e non è detto che non si possa intervenire allo stesso modo. A quel punto potremmo dare una risposta ai centri commerciali che probabilmente stanno drenando quel poco che resta dell'economia e del commercio Ragusano. Insomma non toccherebbe a noi mettere per iscritto queste cose ma dove sono i responsabili delle associazioni di categoria? Se avete qualche idea in merito potete scrivere alla nostra redazione teleiblea@gmail.com


Enimed, Irminio e Edison, come l'elettricista del negozio accanto

Enimed, Irminio e Edison, come l'elettricista del negozio accanto

EniMed, Irminio ed Edison le società impegnate da anni nel campo dell'estrazione di idrocarburi nel nostro territorio hanno perso un'occasione d'oro per lasciare un segno in città, per far si che la gente in qualche modo, ricordi la loro opera.Nella conferenza stampa di lunedi mattina infatti, con la firma di un protocollo con il Comune, hanno accettato di buon grado di spendere i soldi che versano, oltre alle royalties, per cambiare le lampadine nelle strade di Ragusa. Non quindi un'opera importante o anche bella, qualcosa che avesse permesso ai ragusani di ringraziare e farsi ringraziare per la proficua collaborazione di tutti questi anni. La vecchia amministrazione aveva pensato al ponte nuovo e a Piazza Libertà e tutti erano d'accordo, almeno nel concetto, meno, in verità, per le immagini che ci erano state proposte, ad esempio per la Piazza progettata, allora, da Ernesto Lapadula, ma almeno era qualcosa di vero, di visibile e tangibile. Oggi invece, proseguendo in un'opera di demolizione dei fantasmi del passato, dopo il teatro della Concordia, colato a picco come la nave al Giglio, si sacrifica anche lo sforzo petrolifero dei ragusani. Ci dispiace che EniMed, Irminio ed Edison abbiano accettato senza dire una parola. Una decina di giorni fa un operaio di una di queste società, da poco in pensione, mi ha fermato, davanti ad un supermercato, per farmi questa rimostranza. L'amico mi confessò che era fiero di poter dire che una goccia del suo sudore stava contribuendo a rendere più bella la città dove vive. Era orgoglioso dei dirigenti delle società petrolifere che, in un contesto no triv, mettevano la faccia per dare importanza al lavoro di tanta gente che ha portato un benessere, senza uguali, in tutta la Sicilia. Ora invece ecco la delusione: le tre società petrolifere che fanno? Cambiano le lampadine come l'elettricista del negozio accanto. Peccato! Capisco anche il risparmio energetico ma ci sono una miriade di combinazioni che ci avrebbero portato lo stesso risultato. Con l'Enel stessa che avrebbe ripagato le spese con la bolletta in una decina d'anni. Insomma abbiamo perso un'occasione. Ma più di noi, cittadini, l'hanno persa EniMed, Irminio ed Edison e forse anche il sindaco Piccitto che avrebbe potuto dire a tutti che è il momento di cambiare modo di pensare e non di cambiare le lampadine. Nella peggiore delle ipotesi, se proprio piazza Libertà era troppo in vista per un'anima piena di remore, si poteva, ad esempio, pensare a qualcosa ad Ibla, metti caso un posteggio, visto che la gente, non potendo entrare nella vecchia città, se ne va a Scicli a passare tempo e spendere soldi. Meglio che cambiare lampadine.


Ma che c'entra Pio Latorre ! Meglio Gorbacev

Ma che c'entra Pio Latorre ! Meglio Gorbacev

gorbaciovUn grande uomo come Pio Latorre non meriterebbe certo di venir sbatacchiato così da una parte e dall'altra per una cosa della quale non aveva nessuna cognizione reale se non per quanto riguardava la parte politica.
Conosciamo bene il direttore di Confesercenti, persona degna di ogni rispetto e considerazione ma da qui a permettergli di dire che oggi senza Pio Latorre a Comiso ci sarebbe ancora la base vorrebbe dire dimenticare la storia e soprattutto due personaggi come Gorbacev, prima di tutto e poi Regan. Leggiamo su internet :l'11 ottobre 1986, infatti, Gorbačëv ed il presidente statunitense Ronald Reagan si incontrano a Reykjavík per discutere la riduzione degli arsenali nucleari installati in Europa. Tutto ciò condurrà, nel 1987 alla firma del Trattato INF sulla eliminazione delle armi nucleari a raggio intermedio in Europa. L'anno successivo, Gorbačëv annuncia la fine della dottrina Brežnev, che permette alle nazioni del Blocco orientale di tornare alla democrazia[1]. La fine del sistema degli stati satelliti avrebbe anche liberato l'URSS di una parte dei costi di mantenimento di strutture militari ormai non più sostenibili. Scherzosamente, denominerà questa sua nuova dottrina la dottrina Sinatra, riferendosi alla famosa canzone My Way.
Gorbačëv, insieme al suo ministro degli esteri Eduard Ševardnadze, conseguì anche il ritiro delle truppe sovietiche dall'Afghanistan. Nel settembre del 1988 Gorbačëv assunse anche la carica di capo dello Stato mandando in pensione Andrej Gromyko. Il 15 marzo del 1990 il Congresso dei rappresentanti del popolo dell'URSS (il primo parlamento costituito sulla base di libere elezioni nella storia del Paese) elegge Gorbačëv presidente dell'Unione Sovietica. Il 15 ottobre dello stesso anno, grazie alla sua fama di riformatore e leader politico mondiale, nonché al contributo dato per migliorare le sorti della guerra fredda, gli viene assegnato il Premio Nobel per la Pace.
Insomma diciamo noi la storia non si fa con esclamazioni che stanno fuori dal tempo. Capisco chi usa l'antimafia per ogni situazione, buona o cattiva che sia, in questa Sicilia così scombinata ma òarlando di pace e missili addirittura non riconoscere al " compagno Gorbaciev" i meriti che il mondo gli ha dato mi sembra troppo soprattutto se lo si vuole sostituire con Pio Latorre, con tutto il rispetto!
Ma per dovere di informazione ecco il testo della nota di Confesercenti:
Come auspicato e come fortemente voluto, l'Aeroporto di Comiso sarà dedicato alla "Pace", sarà intitolato a Pio La Torre, sindacalista e deputato regionale del Pci, ucciso dalla mafia nel 1982. «La Confesercenti Provinciale di Ragusa - spiega il direttore provinciale Massimo Giudice - ha già in più occasioni evidenziato l'importanza di attribuire il nome di La Torre, simbolo del cambiamento e della riconversione della struttura aeroportuale, rappresentando proprio la rinascita di un polo turistico e commerciale che fin da subito sta mostrando le sue grandi potenzialità». Proprio un anno fa, nel giugno 2013, durante il convegno organizzato dalla Regione Sicilia che ha consacrato la firma con la compagnia irlandese Rynair, Massimo Giudice, in rappresentanza dell'associazione di categoria a difesa delle piccole imprese, riprendendo le puntuali osservazioni del governatore Crocetta e parlando dell'importanza di questa nuova fase di rilancio del territorio attraverso l'aeroporto, aveva spiegato la posizione di Confesercenti rispetto al nome da attribuire alla struttura, affermando che «a nostro avviso l’aeroporto deve essere chiamato “aeroporto della Provincia di Ragusa - Pio La Torre", il primo che ha creduto nella riconversione dell’aeroporto da base portatrice di guerra a pista aeroportuale portatrice di sviluppo, di valore aggiunto per il territorio, di turismo, di occupazione, di crescita culturale e sociale. Se 30 anni fa La Torre non si fosse intestato questa posizione oggi probabilmente a Comiso ci sarebbe ancora la base Nato». Alla luce delle conferme rispetto alla reintitolazione a Pio La Torre, pervenute dal deputato all'Ars Giuseppe Digiacomo, con grande gioia la Confesercenti Ragusa parteciperà all cerimonia fissata per il prossimo 7 giugno durante la quale si sancirà questo importante momento.


L'antimafia di facciata e l'aeroporto di Ragusa.

L'antimafia di facciata e l'aeroporto di Ragusa.

Il sindaco Spataro alla fine ha ceduto alle pressioni del passato. Speravamo di aver superato l'idea di intitolare l'aeroporto ad una vittima, seppur illustre, della mafia ma l'anima Digiacomiana del neo sindaco comisano è tornata a galla e la struttura, sulla quale poggia la speranza di rinascita di un intero territorio che vuole cambiare anche lo stereotipo siciliano, rientra nella logica dell'antimafia di facciata. Sappiamo che su questa storia molti hanno fatto carriera ma il giovane Spataro non dovrebbe aver bisogno di questi giochetti. Il mese scorso alla richiesta precisa di una giornalista di cambiare la denominazione dello scalo rifacendosi di più all'area degli iblei le fu risposto che il nome nuovo sarebbe stato proprio un pieno riferimento alla nostra zona. Invece ecco il colpo di mano di Spataro, ed il tentativo di giustificare l'operazione che fu di Pippo Digiacomo, con un riferimento all'ignara figura di Pio LaTorre. Ma le reazioni non si sono fatte attendere. Prima l'on Assenza: "La decisione annunciata dalla giunta comunale di cambiare, ancora una volta, l'intitolazione dell'Aeroporto di Comiso, assume contorni stucchevoli". Lo dice l'on. Giorgio Assenza che interviene sulla paradossale vicenda che riguarda lo scalo comisano.
"Sarebbe molto più opportuno focalizzare l'attenzione sulla delicatissima fase di start up dell'aeroporto, considerato anche che tra un anno si esauriranno i fondi messi a disposizione dal precedente governo regionale per i servizi di navigazione aerea. Occorrerebbe predisporre i piani turistici, i servizi di trasporto pubblico locale, vigilare sulla regolare destinazione dei fondi assegnati per la viabilità. Sarebbe, insomma, doveroso - continua il deputato di Forza Italia - assolvere ai compiti a cui la politica è chiamata, che nulla hanno a che fare con le passerelle e gli inutili clamori mediatici a spese dei cittadini. Bene farebbe, da parte sua, il presidente Crocetta, dall'alto del suo ruolo istituzionale, a dare un contributo fattivo, vista la sua latitanza in merito, anziché dare il plauso all'insensato annuncio. Detto ciò - conclude l'on. Assenza - sarebbe tempo di chiudere, una volta per tutte, questa irreale querelle dell'intitolazione e, nel caso, dare voce ai cittadini e non eseguire ordini di partito estranei agli interessi del territorio"
E non solo c'è chi, Pasquale Dicara, addirittura ha voluto scrivere al presidente Napolitano dicendo: sono un semplice cittadino ed ho avuto sempre il coraggio di ribellarmi alle ingiustizie, da qualsiasi parte esse arrivassero.
Ho avuto sempre rispetto nelle Istituzioni e mi piacerebbe che queste facessero lo stesso: mi riferisco all’intitolazione dell’aeroporto di Comiso, che, sin dalla nascita 1937-’39, è stato dedicato al Gen. Vincenzo Magliocco che combatté nella 1° guerra mondiale e nella guerra di Lekempti in Etiopia e venne ucciso in un agguato il 27 Giugno 1936 per difendere fino all’estremo sacrificio la bandiera della Patria e, per questo, fu insignito di varie medaglie in diverse occasioni, tra cui quella d’oro al valore militare. Tale intitolazione sta per essere rimossa, così come ha annunciato il centro studi “Pio La Torre” nella persona del suo presidente Vito Lo Monaco e ad egli comunicato a sua volta dall’On. Giuseppe Di Giacomo. Il 07 Giugno 2014, infatti, la struttura sarà re-intitolata al Segretario del PCI Pio La Torre (al quale va il mio rispetto) che, insieme al suo collaboratore Rosario Di Salvo, fu ucciso dalla mafia.
Sig. Presidente della Repubblica, vorrei continuare a porre la mia fiducia nelle Istituzioni ed è per questo motivo che mi rivolgo a Lei come alta carica dello Stato e per la sua indiscutibile saggezza. Lei sa perfettamente che quando le forze armate passano in rassegna, tenendo alta la nostra Bandiera, questa viene chinata, in segno di rispetto, solo davanti alla Sua persona e agli insigniti di medaglia d’oro al valore militare.
Mi chiedo a gran voce: é forse questo il rispetto che il PD ha per la medaglia d'oro attribuita a suo tempo al Generale Magliocco (magari non ne conoscono nemmeno il significato) e per la sentenza del T.A.R (di cui loro dicono essere rispettosi), che ha stabilito definitivamente, dando ragione all'ex Sindaco di Comiso Avv. Giuseppe Alfano (malgrado questi avesse proposto la cointestazione), l'intitolazione dell’aeroporto di Comiso a nome "Vincenzo Magliocco"?
Ogni altra iniziativa andrebbe solo contro ogni logica del rispetto e della democrazia di questa Nazione, anzi, sarebbe, a mio parere, una forzatura.
Qualora i rappresentanti del PD di Comiso volessero rimuovere l'intitolazione dell'aeroporto di Comiso, tanto varrebbe farsi restituire dai familiari del Gen. Vincenzo Magliocco la medaglia d'oro. Personalmente sono stato l'artefice di una raccolta firme (la mia da cittadino, a quanto pare, non ha avuto valore) inviata all'ex sindaco di Comiso, On. Giuseppe Di Giacomo, al Presidente del Consiglio comunale, ai capigruppo consiliari e a tutti gli organi di stampa, per contestare la cancellazione dell'intitolazione dell'aeroporto al Gen. Vincenzo Magliocco e la conseguente intitolazione al deputato regionale Pio La Torre(al quale a Comiso è già stata intitolata una via, una sede del PD e l’ex "Fontana della Pace" nella vicina città di Vittoria).
Le chiedo di volere intervenire affinché possa ritornare il buon senso in queste persone per evitare beghe politiche e la profanazione della memoria di colui che fu un eroe della Patria. Nulla a togliere al Deputato Pio La Torre.
Noi che scriviamo abbiamo sempre lottato per questa struttura aeroportuale nella certezza però che il nome doveva rifarsi di più al capoluogo proprio per una più facile individuazione da chi sta lontano. per questo abbiamo recentemente creato il sito www.aeroportodiragusa.com che può essere utile a chi intende utilizzare al meglio i servizi on line.


La " gia' Provincia Regionale" fuori dall'Università.

La " gia' Provincia Regionale" fuori dall'Università.

Ecco le prime conseguenze della legge sui liberi consorzi. La provincia di Ragusa che nel passato si era sempre distinta per puntualità nei pagamenti e correttezza dei propri comportamenti oggi ha dovuto fare una scelta che avrà certamente delle ripercussioni gravi e tutte da verificare. Intanto c'è da notare la denominazione che viene usata per definire l'ambito territoriale ora chiamato, già Provincia Regionale, e poi c'è il contenuto della delibera del Commissario.Probabilmente se ci fosse stato qualche altro a rappresentare questa realtà in disarmo si sarebbe attaccato anche all'ultima speranza ma per la Sig.ra Floreno si tratta di un'operazione triste ma dovuta e da fare senza guardare indietro. Senza pensare alle decine di milioni di euro spesi ne passato e a quelli che ancora si devono versare all'Università. Ecco il comunicato stampa di oggi inviato dalla gia' provincia. In considerazione della nuova configurazione giuridica dell'Ente, a seguito dell’approvazione della legge regionale sull’istituzione dei liberi consorzi dei Comuni e delle città metropolitane e dell'assetto transitorio per l'esercizio delle funzioni normativamente previste, il Commissario Straordinario del Libero Consorzio Comunale di Ragusa, già Provincia Regionale, con i poteri del Consiglio, ha deliberato di recedere dalla partecipazione al Consorzio Universitario della Provincia di Ragusa in quanto non è consentito mantenere e trasferire in capo ai Liberi Consorzi partecipazioni ad associazioni, fondazioni, enti, istituzioni ed organismi variamente denominati dai quali possano derivare situazioni di squilibrio per la finanza dell' Ente.
Eccoci serviti. La legge sui consorzi sta producendo i suoi effetti ma solo per quanto riguarda le dimissioni ed il conseguente impoverimento del territorio!


Il pensiero del sen. Scivoletto

Il pensiero del sen. Scivoletto

scivoletto concettoIl sindaco Abbate va avanti nel suo progetto di creare una libero consorzio di comuni che abbia come baricentro la città di Modica. La sua è senza dubbio una strategia che va alla ricerca del consenso popolare ma probabilmente non riesce a convincere chi mastica di politica e di amministrazione. Sono numerose le voci che si alzano nel tentativo di contrastare l' iniziativa di Abbate e tra questa c'è la testimonianza autorevole del sen Scivoletto che ha inviato questa nota critica. Insoma per l'ex senatore di più legislature non dobbiamo spaccare ma piuttosto unire e magari diventare più grandi. Ecco la lettera aperta di Scivoletto.
Una serie di processi negativi si stanno abbattendo su Modica. A partire dalla crisi generale del Paese, che in Sicilia presenta aspetti ancora più pesanti sul terreno economico, sociale e occupazionale. La riduzione del reddito disponibile, la caduta della domanda interna e la contrazione del credito, ad esempio, hanno inferto un colpo micidiale a due comparti storicamente decisivi per la nostra città: il commercio e l’edilizia.
Alla crisi nazionale si sommano negativamente altri fattori specifici. Innanzitutto il drastico ridimensionamento del ruolo comprensoriale della Città. Dopo la liquidazione dell’AZASI, causata anche dalle irresponsabili gestioni clientelari del passato, si è consumata la nefasta soppressione del Tribunale di Modica e, da pochi giorni, la chiusura del Carcere. A queste rischiano di seguire quella dell’Agenzia delle Entrate e dell’INPS.
Modica continua inoltre a perdere competitività nei confronti di altre realtà comunali del territorio ibleo. Diversi Comuni si sono impegnati con determinazione, in questi anni, per dotarsi di infrastrutture, servizi, funzioni e opportunità di crescita.
Alcuni esempi:
Ragusa da 33 anni, anno dopo anno, si batte per ottenere il finanziamento della legge per Ibla (circa 100 milioni di euro) e accorpando il Tribunale di Modica e buona parte del Carcere vede crescere nel suo territorio la presenza dello Stato e le attività connesse alle potenziate strutture giudiziarie. La realizzazione poi del Porto turistico a Marina di Ragusa ha creato nuove opportunità per l’incremento dei flussi turistici legati alla nautica da diporto;
Vittoria è stata individuata dal governo nazionale come una delle 18 Zone Franche Urbane
siciliane, nelle quali le micro, le piccole e le medie imprese godranno, per un periodo di 15 anni, di un consistente abbattimento della tassazione nazionale e comunale. Entro il 2014, poi, sarà completato il primo stralcio funzionale dell’Autoporto, piattaforma logistica di primaria importanza per il comparto ortofrutticolo e per la movimentazione delle merci che attraverso il Mediterraneo raggiungeranno l’Italia e l’Europa;
Comiso, con la recente attivazione dell’Aeroporto, acquisisce una funzione strategica nel settore dei trasporti e dei collegamenti nazionali e internazionali, dando valore aggiunto all’intero territorio ibleo;
Pozzallo, già da parecchi anni, grazie alla struttura portuale svolge una funzione estremamente importante nel settore dei trasporti marittimi, con ricadute positive per la comunità pozzallese e ragusana;
Da oltre un decennio, invece, Modica si è fermata. Per precise responsabilità della sua classe dirigente. Ha spento i motori e non accenna minimamente a riaccenderli. Non ha saputo e non sa né contrastare i processi negativi di spoliazione e delocalizzazione istituzionale, né tanto meno aprire nuove frontiere di sviluppo. Manca nei massimi responsabili della cosa pubblica persino la consapevolezza della gravità della situazione presente
Diventa pertanto imperativo categorico reagire subito e con forza a questo vuoto progettuale e irresponsabile immobilismo. A tal fine bisogna far partire, con la partecipazione dal basso di tutti i cittadini, il grande cantiere dell’identità territoriale, immaginando un nuovo modello di sviluppo sostenibile che faccia perno sulla valorizzazione sistemica delle risorse umane e naturali, materiali e immateriali, di cui la Città dispone: centro storico, beni culturali, paesaggio urbano e rurale, agricoltura di qualità, biodiversità, enogastronomia, spirito imprenditoriale e intraprendenza commerciale, senso dell’ospitalità, creatività, artigianato artistico e di qualità – a partire dall’ormai famoso cioccolato proiettato verso il riconoscimento comunitario IGP. Tutti quanti elementi fondamentali di uno sviluppo non delocalizzabile, ovvero di un territorio che si fa progetto, si fa sistema attraverso la realizzazione di una rete di servizi avanzati.
Questa è la scelta di fondo, strategica, che va compiuta.
In questa direzione si muove la petizione popolare, promossa da un comitato di cittadini aperto a tutti, con la quale si chiede al Presidente della Regione Crocetta una legge per la tutela e la valorizzazione dei centri storici di Modica e degli altri Comuni del Val di Noto, finora esclusi dai finanziamenti regionali, nonostante il riconoscimento UNESCO del 2002. Una legge, sul modello di quella per Ibla, che offra anche agli altri Comuni del Val di Noto, attraverso innanzitutto l’utilizzazione dei fondi comunitari 2014-2020, le stesse opportunità di crescita sostenibile. È a tutti evidente il valore straordinario, sul terreno occupazionale, culturale e turistico di un programma di interventi finanziari volti alla tutela, al recupero e alla valorizzazione dei centri storici.
In questo senso, esiste un nesso forte fra l’insieme dei problemi prima richiamati e le tematiche connesse all’istituzione del Libero Consorzio. Sul terreno politico e istituzionale è indispensabile mettere su un binario corretto e produttivo la questione della scelta che la nostra Città dovrà compiere. Modica ha fatto parte, per quasi 80 anni, della provincia di Ragusa e ha contribuito in modo decisivo a configurare quello che schematicamente si può definire “sistema Ragusa”. Se oggi vengono prospettate – pur se in modo confuso, contradditorio e strumentale – scelte diverse è perché alcuni passaggi e atteggiamenti hanno seriamente incrinato la solidarietà fra i Comuni della provincia e in particolare fra il capoluogo e la nostra città. Un esempio per tutti: l’atteggiamento di Ragusa nei confronti della soppressione del Tribunale di Modica, che interessa non solo Modica ma anche i Comuni di Scicli, Pozzallo e Ispica. Questo passaggio ha dato netta la sensazione di un egoismo territoriale non esente da venature annessionistiche e di un irragionevole e miope municipalismo che contrastano con il ruolo di Comune capofila di un Libero Consorzio e alimentano spinte scissionistiche.
Sarebbe auspicabile che l’intera classe dirigente del Comune di Ragusa si facesse promotrice, al più presto, un’iniziativa politica forte e convincente per quanto riguarda l’utilizzazione delle strutture giudiziarie, cogliendo le opportunità offerte dalla legge nazionale di stabilità per il 2014 e dalla disponibilità della Regione, assegnando ad esempio il penale a Ragusa e il civile a Modica. Così come sarebbe significativo il suo sostegno a una legge in favore di tutti i centri storici del Val di Noto. Credo che la soluzione di questi due problemi potrebbe contribuire a mantenere ancora l’unità e la solidarietà fra i Comuni dell’ex provincia di Ragusa, fattori che rappresentano un patrimonio da non disperdere.
Da qui si dovrebbe partire subito per allargare i confini, nei tempi stretti previsti dalla legge, a tutti i Comuni – da Noto a Caltagirone – riconosciuti Patrimonio dell’Umanità nel 2002, nonché ad altri Comuni – da Rosolini a Mazzarrone – che volessero liberamente aderire, senza escludere l’ipotesi suggestiva di un grande Libero Consorzio che comprenda Ragusa e Siracusa, capace di svolgere un ruolo di primo piano in Sicilia e di competere con la aree metropolitane di Palermo, Catania e Messina.
A chi e a che serve un Libero Consorzio coincidente con la sola ex provincia di Ragusa e per giunta indebolito da diffidenze e conflittualità territoriali? Su questo rifletta principalmente Ragusa.
A chi e a che serve un Libero Consorzio “bonsai”, frutto di un leghismo d’accatto, che va assemblando alla rinfusa, senza alcuna visione progettuale, i Comuni più disparati delle province di Ragusa e Siracusa, sulla base di rancori e risentimenti nei confronti dei rispettivi capoluoghi e magicamente unificati dal riconoscimento della superiorità di Modica comune capofila? Su questo rifletta principalmente Modica.
Sono questi i nodi veri con i quali occorre confrontarsi apertamente e seriamente. È a questo livello di problemi che Modica può esercitare una grande funzione e può acquisire un ruolo strategico. Ciò non è stato finora possibile perché il sindaco di Modica, privo di qualsiasi strategia e incapace di fare squadra persino con il presidente del Consiglio Comunale, ha portato la nostra Città in un vicolo cieco. La sua proposta di Libero Consorzio, poiché non convince nemmeno i Comuni del nostro comprensorio (come dimostrano i flop dei diversi incontri), marcia verso un inevitabile fallimento e poiché ha rotto con Ragusa e gli altri Comuni della nostra ex provincia, isola Modica indebolendone ulteriormente il peso politico e il ruolo strategico. È arrivato il momento di dire basta a questa impostazione perdente e dannosa per la Città che con il passare dei giorni evidenzia, sempre più, da parte del Sindaco, un attivismo di facciata sull’istituendo Libero Consorzio e una tendenza sfrenata ad agitare, peraltro con gli arnesi arrugginiti della vecchia retorica e solo per fini di carriera personale, il vessillo di Modica capoluogo.
La costituzione dei Liberi Consorzi costituisce per tutti i Comuni siciliani e per Modica una grande opportunità di innovazione, di riorganizzazione funzionale dei servizi nel territorio, di crescita e di cambiamento. Facciamo in modo che non venga bruciata nel peggiore dei modi. È ora che il Consiglio Comunale e l’intera cittadinanza si riprendano competenze che sono proprie e non del Sindaco.
Se vogliamo, siamo ancora in tempo a reimpostare strategie che consentano alla nostra città di riaccendere i motori, di rimettersi in cammino e di svolgere una funzione trainante e propulsiva nel più vasto contesto regionale.

Modica, 28 aprile 2014

Concetto Scivoletto


Non c'è dolo, non c'è inganno.

Non c'è dolo, non c'è inganno.

sentenza 1 (1) sentenza 2La sentenza era attesa e ora non ci sono più dubbi. Sul caso Guarascio, il muratore di Vittoria morto a maggio dello scorso anno per le gravi ustioni che si era procurato nel tentativo diresistere ad una esecuzione immobiliare, il tribunale del riesame ha fatto chiarezza. Non ci sono elementi, ne dichiarazioni o fatti che possano far pensare ad azioni fraudolente nei confronti della vittima. La sentenza, che riportiamo in pdf, non ammette dubbi e l'immobile che era stato sequestrato e dato alla famiglia del Guarascio in custodia viene invece restituito all'acquirente, legittimo proprietario quindi, che allora aveva partecipato all'asta giudiziaria. Tutto a posto dunque e si dovrebbe porre fine alla questione. Il comitato contro le aste, invece, annuncia battaglia e domnani giovedi in mattinata farà una conferenza stampa per sensibilizzare la stampa. E proprio nei confronti dei mass media c'è stata una protesta da parte degli avvocati difenesnsori del sig. Sciagura, l'acquirente della casa del Guarascio. Secondo l'avvocato infatti la stampa dovrebbe essere più attenta non schierarsi con una o l'altra parte senza avere tutte le notizie a disposizione.