Altro che bene della città: è paura delle elezioni!
Ogni volta che qualcuno evidenzia che è stato fatto un accordo sottobanco c’è qualcun altro che si difende dicendo che si è operato “per il bene della città”. Naturalmente mi riferisco all’ultima seduta del Consiglio comunale di Ragusa durante la quale, in piena notte, si è consumata la fine della maggioranza a 5 Stelle. Per il bene della città.
La verità, in questo caso, è che il bene o il male della città c’entrano poco. Qualche sera fa in Consiglio comunale si è fatta politica, quella che sa usare anche sporchi trucchetti, quella che di accordi silenti si nutre fin da quando il termine stesso “Politica” è nato. Sul tabellone dei punti, se si trattasse di un gioco, ha vinto Maurizio Tumino, “non da solo”. Hanno perso il sindaco Piccitto, l’assessore Martorana, la maggioranza filogovernativa e la minoranza relativa del M5S. Hanno perso Sonia Migliore, Giovanni Iacono e Giorgio Massari. I due renziani del Pd vengono relegati al ruolo di stampelle, e non lo sanno o fingono di non capirlo.
E se fino a qualche mese fa i consiglieri del Movimento 5 Stelle si lamentavano perché c’erano due sindaci in città – l’altro era ed è ancora l’indistruttibile Stefano Martorana – adesso si arriva a quota quattro, dato che all’elenco si sono aggiunti, strada facendo, Antonio Tringali “insieme” a Maurizio Tumino. La maggioranza così come la ricordavamo non esiste più ed è nata una cosa nuova che non sappiamo neanche come definire senza scomodare il Frankenstein di Mary Shelley. Per il bene della città…
La verità è che, per un attimo, c’è stato odore di elezioni e se la sono fatta sotto tutti. Settimana scorsa, in occasione del voto sul nuovo piano tariffario del servizio idrico, l’amministrazione Piccitto era non solo sul bordo del baratro, ma sarebbe bastato un alito di vento a farla cadere giù. Qualcuno è corso fuori dall’aula a chiudere le finestre. Nessuno, oggi, è pronto ad affrontare le elezioni ed è più conveniente sedersi a essere della partita che buttare tutto in aria. Per il bene della città, s’intende, ma soprattutto per il proprio.