Adescamenti sul web. La polizia di Modica lancia l’allarme
A Modica la Polizia ha ricevuto, nell’ultima settimana, le denunce di due modicani caduti nelle mani di ricattatori incontrati sul web.
E’ stato accertato che proprio tramite internet, soggetti senza scrupoli, con stratagemmi vari, prima adescano le loro vittime simulando di essere interessati ad intrattenere una relazione con essi, poi iniziano a chattare per stimolare la curiosità degli ignari interlocutori e carpirne la fiducia entrando in confidenza.
Successivamente, i mascalzoni iniziano a chiedere informazioni personali e foto del corpo delle loro vittime, fingendo di essere persone diverse.
A cascare nella rete, a Modica, sia adulti che usano internet per lavoro, che giovani utilizzatori di “Facebook”, entrambi ignari dei pericoli che si celano nel web.
Due sono finora i casi segnalati al Commissariato di Modica, uno ai danni di un professionista e l’altro in danno di un quattordicenne.
Nel primo caso il professionista, intento a lavorare al computer, veniva adescato da un messaggio da parte di un sito apparentemente lecito, che lo invitava a fornire alcuni dati personali e, facendolo entrare in confidenza con un loro operatore di sesso femminile con il quale i rapporti, man mano, diventavano sempre più intimi giungendo alla comunicazione visiva tramite webcam.
L’uomo, sollecitato dalle richieste della donna, iniziava a denudarsi mettendo nelle mani dell’interlocutore immagini e dati personali che, successivamente, venivano usati per ricattarlo.
Infatti, solo quando la “finta donna” inviava alla vittima le riprese effettuate poco prima, avanzando richieste estorsive di ingenti somme di denaro (20.000 euro) per non divulgare le immagini e filmati di cui era entrato in possesso, il professionista intuiva di essere stato incastrato.
L’altro episodio ha visto come vittima un quattordicenne che, utente di facebook, aveva accettato l’amicizia virtuale di una coetanea residente al nord Italia.
Dietro il falso profilo comprensivo di foto ritraente della ragazza, in realtà si nascondeva anche in questo caso un ricattatore che, dopo aver carpito la fiducia del ragazzo, lo convinceva a collegarsi con videochiamata su Skype.
Il ragazzino, incuriosito e stuzzicato dalla foto pubblicata dalla coetanea, accettava l’invito mettendosi subito in contatto diretto con “la nuova amica di facebook”, con la quale entrava subito in intimità. Anche il ragazzino divulgava immagini del suo corpo, in parte anche nudo, divenendo facile preda del ricattatore che anche a questi, dopo avergli fatto capire di non essere ne una coetanea, ne tanto meno un’amica, gli chiedeva la somma di 5.000 euro, dimostrando di essere in possesso del video hard registrato poco prima e minacciando di divulgarlo a tutti i suoi amici di facebook.
Entrambi i casi rappresentati alla Polizia di Stato sono l’ennesimo tentativo escogitato dai criminali che agiscono su internet utilizzando server stranieri.
Infatti, che a commettere il reato siano stranieri, emerge anche dalle indicazioni che i malviventi fornivano alle loro vittime, a cui intimavano di versare le somme pretese, in cambio del silenzio, tramite le agenzie locali che si occupano di transazione monetarie con l’estero.
Tale circostanza, che rende tortuosa la via delle investigazioni, laddove rivolte a fatti commessi in altre nazioni, induce la Polizia di Stato a sottolineare come una idonea attività di informazione sui pericoli della rete, sia l’unico strumento per evitare il ripetersi di fatti analoghi. A ciò devono contribuire soprattutto i genitori vigilando sul corretto uso di internet da parte dei loro figli.
Quanto al rimedio per i fatti già accaduti, l’oscuramento immediato dei contatti ha interrotto ogni richiesta estortiva.