Centri commerciali. Lavoratori senza regole.

senza orarioSti­a­mo dis­trug­gen­do tutto quel­lo su cui si ba­sa­va il nor­ma­le e quie­to vi­ve­re di una volta. Sull’al­ta­re della gran­de dis­tri­bu­zio­ne, dei cen­tri com­mer­cia­li al li­mi­te della de­cen­za re­tri­bu­ti­va, ab­bia­mo fatto chiu­de­re de­ci­ne e dewcine di nego­zi nei cen­tri delle città. Tutto bene se alla fine i la­vo­ra­to­ri di­chia­ra­no la loro sod­dis­fa­zio­ne. Ma non è così.  La Fil­cams CGIL e la Ca­me­ra del La­vo­ro della città di  Ra­gu­sa dopo l’in­con­tro, par­te­ci­pa­to e sen­ti­to, con i la­vo­ra­to­ri dei Cen­tri Com­mer­cia­li (Le Mas­se­rie e Ibleo)  e dopo aver ri­ce­vu­to da ques­ti man­da­to, ha chies­to un in­con­tro con i di­ret­to­ri dei due Cen­tri Com­mer­cia­li per un con­fron­to sulle aper­tu­re nei gior­ni fes­ti­vi fe­ria­li.  La man­ca­ta ris­pos­ta all’in­vi­to de­no­ta la scar­sa se non nulla con­si­de­ra­zio­ne che i di­ret­to­ri nu­tro­no nei con­fron­ti dei di­pen­den­ti, senza i quali tut­ta­via le attività com­mer­cia­li non po­treb­be­ro svol­ger­si.

Im­por­tan­te sot­to­li­nea­re che, da circa due mesi, il Cen­tro Com­mer­cia­le “Le Mas­se­rie”, nel fine set­ti­ma­na, ha pro­lun­ga­to la chius­u­ra dei punti ven­di­ta fino alle ore 21.30.

Oggi, dopo qual­che set­ti­ma­na di sper­imen­ta­zio­ne, siamo in grado di sos­te­ne­re con cer­te­z­za che il fat­tu­ra­to dei punti ven­di­ta in ques­ta fa­s­cia ora­ria (21.00-21.30) è assai me­dio­cre, a volte nullo.

No­no­stan­te ciò, il su­d­det­to Cen­tro com­mer­cia­le si os­ti­na a im­por­re la chius­u­ra pro­lun­ga­ta mos­tran­do to­ta­le di­sin­ter­es­se e pun­tiglio non solo per i la­vo­ra­to­ri che hanno il di­rit­to di ri­con­g­iun­ger­si ai loro cari in orari ido­nei alla cena ma anche verso le azien­de il cui ora­rio pro­lun­ga­to è certo es­se­re un onere e non una possibilità di gua­dag­no.

Preme sot­to­li­nea­re in­ol­tre le con­di­zio­ni di la­vo­ro dei di­pen­den­ti.

Nell’in­con­tro te­nu­to­si il 14 Gen­naio scor­so, in­fat­ti, è stato som­mi­nis­tra­to ai par­te­ci­pan­ti all’as­sem­blea  un ques­tio­na­rio in forma ano­ni­ma.

I ri­sul­ta­ti? Sem­pli­ce­men­te sc­on­cer­tan­ti!

Hanno scel­to di com­pi­la­re il ques­tio­na­rio 50  dei circa 80 pre­sen­ti.  Di ques­ti:

Solo 28 hanno un con­tr­at­to a tempo in­de­ter­mi­na­to, di cui 21 part- time;

20 di­pen­den­ti la­vo­ra­no per un monte ore di gran lunga su­pe­rio­re a quel­lo pre­vis­to dal Con­tr­at­to Col­let­ti­vo Na­zio­na­le di La­vo­ro (fino a 14 ore in più);

5 di­pen­den­ti per­c­epis­co­no uno sti­pen­dio netto men­si­le tra i 300,00 e 500,00 Euro al mese;  23 gua­dag­na­no meno di 800,00 Euro al mese;

13 non per­c­epis­co­no 13esima e 14esima mensilità;

Tutti la­vo­ra­no la Do­me­ni­ca ma ben 26 di­pen­den­ti non per­c­epis­co­no la mag­gio­ra­zio­ne;

In 35 svol­go­no la­vo­ro stra­or­di­na­rio ma a  21 di ques­ti non viene dato un cor­ris­pet­ti­vo.

I dati sono pre­oc­cu­pan­ti e noi Sin­d­a­ca­to ancor più pre­oc­cu­pa­ti: i la­vo­ra­to­ri, de­nun­cian­do il prob­le­ma dei loro di­rit­ti lesi, te­mo­no e ven­go­no mi­nac­cia­ti di per­de­re il posto di la­vo­ro e così la crisi eco­no­mi­ca con­sen­te ai da­to­ri di la­vo­ro di ap­pro­fit­ta­re dello stato di necessità in cui ver­sa­no i di­pen­den­ti e di gua­dag­na­re il­le­ci­ta­men­te a loro spese.   Dopo aver sa­pu­to ques­te cose  bi­sogne­reb­be chie­de­re alle  Is­ti­tu­zio­ni pre­pos­te di ve­ri­fi­ca­re quan­to emer­so..

 

di Direttore14 Mar 2013 19:03
Pubblicità

Privacy Preference Center