Il paradosso vittoriese: Morir di fame tra i pomodori.

scarsovittoriaMorire di fame in mezzo al ben di Dio. E’ questo l’amara conclusione alla quale arrivano i produttori agricoli vittoriesi. davanti ad una situazione assurda tre di loro hanno inizizato uno sciopero della fame per protestare. Ma andando avanti così rischiano davvero di morir di fame. Il Commissario Straordinario della Provincia di Ragusa, Giovanni Scarso, ha portato la sua solidarietà ai tre produttori agricoli di Vittoria Gaetano Malannino, Maurizio Ciaculli e Tonino Messinese che da ieri in una tenda piantata in Piazza Calvario hanno avviato lo sciopero della fame per chiedere al Governo Nazionale provvedimenti legislativi di salvaguardia delle aziende agricole in modo da sottrarsi “all’abbraccio mortale della Grande Distribuzione”. Infatti il mondo dell’agricoltura si trova davanti ad un paradosso dell’economia che ha messo in ginocchio l’intero settore. Infatti come dice Giovanni denaro esperto del settore in forza al PD c’è un allarme per lo stato di salute del mondo agricolo, che si trova in una fase di stallo. Si ravvisano una serie di concause legate alle normative comunitarie e ai nuovi regimi fiscali. La prima è relativa all’accordo bilaterale euro-marocchino entrato in vigore lo scorso ottobre. Un accordo che il Pd ha sempre fortemente contrastato e che sta causando decisive flessioni di vendita nei mercati italiani. Nella fattispecie, nel mercato alla produzione di Vittoria, si sta creando una vera e propria paralisi nella commercializzazione ortofrutticola dell’ultimo mese. Da alcune fonti bene informate sembrerebbe che le importazioni magrebine di pomodoro supererebbero i plafond mensili previsti, oltretutto con quotazioni nettamente ribassate. La seconda concausa si riferisce all’entrata in vigore dell’articolo 62 del decreto legge 24 gennaio 2012, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 marzo 2012, n. 27. L’articolo si occupa dei pagamenti nel settore agricolo. Questo dispositivo normativo, in buona sostanza, impone il pagamento dell’ortofrutta venduta entro i trenta giorni, proponendosi di favorire il produttore. Il risultato, ovvio, determina che, in una condizione di libero mercato, gli acquirenti nazionali ed internazionali scelgono di acquistare in paesi dove esistono delle condizioni di pagamento più favorevoli. D’altro canto, la stessa norma impone agli agricoltori il pagamento dell’acquisto dei materiali di produzione entro e non oltre i sessanta giorni. Facendo così diventare inapplicabili le condizioni di pagamento storicamente attuate e condivise tra le parti. Tale disagio, in un momento di forte crisi di disponibilità e di totale difficoltà di accesso al credito per affrontare le annate agrarie, pone le aziende agricole ai limiti di un sistema economico-produttivo sostenibile. Come se tutto ciò non bastasse, nei giorni scorsi la Camera dei Deputati ha approvato il disegno di legge di Stabilità 2013 contenente l’abrogazione delle agevolazioni fiscali previste nel comparto agricolo per la tassazione delle cooperative e società, con conseguente innalzamento esponenziale delle tassazioni. Ciò significa, a mio avviso, l’immediato collasso del sistema produttivo agricolo nazionale e in particolare di quello siciliano. Al pari della fillossera della vite che decretò la morte, da un giorno all’altro, del sistema vitivinicolo. In qualità di responsabile dell’area tematica Agricoltura del Partito Democratico di Vittoria, invito l’assessore regionale alle Risorse Agricole Dario Cartabbellotta a prendere coscienza dello stato drammatico in cui versa l’agricoltura vittoriese e di farsene portavoce presso le istituzioni di riferimento, compresa la Commissione Agricoltura del Senato. Va mutato, prima che sia troppo tardi, il tragico scenario che si verrebbe a creare se fosse approvato anche questo ultimo atto normativo contro l’agricoltura, purtroppo contenuto dalla Legge di Stabilità 2013.

di Redazione07 Dic 2012 10:12
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