“The City On The Water | Cercando la Città Altrove”

< class="t-entry-title title-giornale-before h3">>

Da Sa­ba­to 22 Marzo, a Sci­cli, Ra­gu­sa, nella splen­di­da cor­ni­ce di Pa­la­z­zo Spa­da­ro sarà vi­si­ta­bi­le “The City On The Water | Cer­can­do la Città Al­tro­ve”, la mos­tra fo­to­gra­fi­ca d’Ar­chi­tet­tu­ra ri­fles­sa di Gi­an­car­lo Leone. Ov­ve­ro come si ri­flet­to­no le Ar­chi­tet­tu­re – e la Vita – nelle Acque delle Città. Da anni Gi­an­car­lo Leone – Ar­chi­tet­to clas­se 1964 – porta avan­ti una ri­cer­ca sulla qualità della Vita nei con­tes­ti ur­ba­ni: “La Città non è più polis o ci­vi­tas ma è di­ven­ta­ta si­no­ichia, coa­bi­ta­zio­ne, un insie­me di per­so­ne in­dif­fe­ren­ti le une alle altre che ab­ita­no nello st­es­so luogo, re­go­la­te da rap­por­ti ba­sa­ti sul da­na­ro. La gente vive per­tan­to in un finto or­di­ne  ur­ba­no, privo di Con­di­vi­sio­ne, che mal si con­iu­ga con la Poe­sia dei loro Cuori”. Ques­ta è la ge­ne­si di The City On The Water. Leone ha fo­to­gra­fa­to la Città Al­tro­ve nelle acque che at­tra­ver­sa­no Mi­la­no, Co­mac­chio,    Fi­ren­ze, Ve­ne­zia, Ma­d­rid, Bel­fort, Sant Gal­len, Aci­tre­z­za, Ca­ta­nia, Villa Ad­ria­na ed altre an­co­ra, con uno smart­pho­ne per poi stam­pa­re su carta co­to­ne. Senza far uso del fo­to­ri­toc­co. Nel caso di Mi­la­no la città re­sti­tuis­ce le sue Ar­chi­tet­tu­re sull’acqua della Dar­se­na, del Na­viglio Gran­de e del Na­viglio Pa­vese, in  mo­men­ti sem­pre di­ver­si per il pas­sag­gio di una pa­pe­ra, di una canoa o di un pesce che man­gia in su­per­fi­cie.
O per­ché il vento è en­tra­to in Città. E così a Ve­ne­zia le Ar­chi­tet­tu­re bi­zan­ti­ne ba­cia­no l’acqua tra un moto ed un altro; a Fi­ren­ze l’Arno fa da tela a un di­pin­to ur­ba­no; ad Aci­tre­z­za i Ma­la­voglia tor­na­no a na­vi­ga­re sulle acque sa­la­te; a Villa Ad­ria­na, Ti­vo­li, la Sto­ria ri­s­a­le a galla. O a Co­mac­chio dove le Ar­chi­tet­tu­re sono  or­goglio­se di sé st­es­se lungo i pic­co­li ca­na­li; ma mai quan­to le “acque del Van­vi­tel­li” alla Reg­gia di Ca­ser­ta. Come scri­ve Ste­fa­no Ca­s­cia­ni – cri­ti­co e de­sig­ner – nel suo “Sull’acqua ov­ve­ro Il teo­re­ma di Leone, rab­do­man­te dei ri­fles­si: “…Tec­ni­ca­men­te, l’;au­to­re di ques­te im­ma­gi­ni non è un ar­ti­s­ta. Gi­an­car­lo Leone è ar­chi­tet­to e ur­ba­nis­ta – nel senso di stu­dio­so della città-​  come egli st­es­so sos­tie­ne, ma in realtà il suo modo di pro­get­ta­re sot­ten­de l’idea che di­seg­na­re una nuova realtà cos­trui­ta – un edi­fi­cio, un quar­tie­re, un        parco, forse anche un in­ter­no do­mes­ti­co – sig­ni­fi­ca co­mun­que con­fron­tar­si con l’idea di città. O per­lo­me­no          quell’idea di città come luogo di in­con­tro e in­tera­zio­ne so­cia­le, di pos­si­bi­le sper­imen­ta­zio­ne di modi
ab­ita­ti­vi, di uto­pie re­a­li­z­za­bi­li o al­me­no di ten­ta­ti­vi di re­a­li­z­za­re uto­pie, come da pro­get­tis­ti ab­bia­mo
pen­sa­to alla città per molto, forse trop­po tempo. E La particolarità di ques­te im­ma­gi­ni, il loro in­dis­cu­ti­bi­le fas­ci­no nel rac­con­ta­re un uni­ver­so li­qui­do di cui Leone sem­bra aver sco­per­to la se­gre­ta porta di ac­ces­so sta forse pro­prio nella loro ori­gi­ne da una va­ria­zio­ne su ques­to pen­sie­ro pro­get­tua­le. Ov­ve­ro si di­reb­be che Leone – in­ve­ce di pen­sa­re alla città uni­ca­men­te nella sua dimen­sio­ne pro­get­ta­bi­le con­cre­ta, quel­la fatta di malta e mat­to­ni, ce­men­to e vetro, leggi cer­vel­loti­che e pra­ti­che kafkiane, che tr­at­tie­ne nor­mal­men­te l’ar­chi­tet­to al ta­vo­lo da la­vo­ro, sul can­tie­re o nell’uf­fi­cio dell’amico av­vo­ca­to – abbia un bel gior­no de­ci­so di la­s­cia­re ques­ti luo­ghi de­pu­ta­ti per us­ci­re a guar­da­re la città e i suoi spazi: pren­den­do atto sem­pli­ce­men­te della loro esis­ten­za…”

di Redazione21 Mar 2025 19:03
Pubblicità