Non uno….. ma quattro ricorsi
Abbiamo già scritto del ricorso presentato dal presidente del consiglio comunale di Ispica per stoppare le elezioni provinciali di secondo livello. Ora ce ne sono altri tre ed è interessante sapere che tutti e quattro i ricorsi sono patrocinati dall’avvocato Agatino Cariola, professore ordinario di Diritto costituzionale presso l’Università degli Studi di Catania. Dunque a quello di Genovese di Ispica si aggiungono i ricorsi presentati da Filippo Drago, ex sindaco di Aci Castello, che già una volta aveva conseguito sulla questione un importante risultato dinanzi alla Corte Costituzionale, sempre con il patrocinio del professore Cariola, dalla consigliera comunale di Maletto, Maria Foti, e dall’ex consigliere del Comune di Randazzo, sciolto per mafia, Francesco Sgroi (solo omonimo dell’ex sindaco).
I primi due ricorsi presentati saranno trattati dal Tar per la questione sospensiva nell’udienza dell’11 marzo; è quindi probabile che anche gli altri due saranno riuniti nella stessa data. La questione centrale posta dai ricorsi redatti dal professore Cariola attiene alla questione del voto ponderato. Il sistema di voto imposto dalla legge infatti prevede che i consiglieri comunali e i sindaci votino gli organi delle ex province con voto ponderato, ossia calcolato sulla base del numero degli elettori del proprio comune. Un sistema di voto – come dice il professore Cariola – più adatto ad un’assemblea di condominio che all’elezione degli organi rappresentativi di un ente locale. Il voto ponderato pone molti dubbi di costituzionalità. Altre questioni sono poste nei ricorsi, e tutte molto logiche e sensate. Ad esempio come sarà rappresentata la popolazione di un comune sciolto per mafia, che ovviamente non avrà consiglieri in grado di votare. Altra questione costituzionalmente rilevante posta nei ricorsi è il cumulo di mandati tra Sindaco del comune capoluogo e Presidente della Città Metropolitana. La Corte in alcune sentenze su questioni differenti ha sempre sostenuto che la cumulabilità dei mandati è contraria al buon andamento delle pubbliche amministrazioni e all’esigenza di allargamento della classe politica. Vi è infine la questione sulla quale Filippo Drago con il professore Cariola si erano già trovati di fronte alla Corte Costituzionale che aveva sostanzialmente dato ragione alla loro tesi, ossia la mancanza di parità tra cittadini della stessa provincia, in quanto i soli residenti del Comune capoluogo, eleggendo il loro Sindaco, decidono l’elezione del Presidente della Città Metropolitana. Si saprà dunque l’11 marzo se il Tar Sicilia avrà disponibilità ad ascoltare e a recepire gli argomenti a fondamento della rappresentatività democratica posti dai ricorsi e a sospendere le elezioni delle ex province di giorno 27 aprile chiedendo alla Corte costituzionale di pronunziarsi sulla costituzionalità delle norme con le quali si procede al voto. Conoscendo bene il prof Cariola siamo certi che non si sarebbe imbarcato in qualcosa senza avere validie motivazioni. A questo punto un rinvio sarebbe quanto meno auspicabile anche perché da qualche mese la politica provinciale ha letteralmente perso la testa. Si sono messe in mostra ambizioni che nessuno si sarebbe aspettato. Il tutto per qualcosa che in fin dei conti non significa molto considerando come si andrebbe a votare. Inoltre si perderebbe l’obiettivo principale. Cioè arrivare al voto popolare nel più breve tempo possibile. Già nelle altre regioni ci si sta muovendo e francamente dare la possibilità a qualche sindaco di fregiarsi di questa medaglia senza avere il consenso dell’intera provincia ma solo di una manciata di consiglieri cooptati politicamente ci dispiacerebbe molto.