La polemica all’interno del PD per la finanziaria

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Come al solito la finanziaria regionale scatena un mondo di polemiche. C’è chi è contentp di aver portato a casa un po di fondio e chi invece lamenta l’assoluta disparita di trattamento per i vari comuni e le province. E’ se si fanno i conti, ad esempio per la provincia di Ragusa , a fronte di 900 milioni e più di finanziaria, sono bastati 15, forse 20 milioni. Il pragone non regge!  Il Pd addirittura  al momento del voto si è spaccato trascinato da una parte che voleva il voto contraro e dall’altra che, forse un po’ più responsabilmente, hanno votato si cercando di racimolare qualcosa per i propri teritori. Tra questi è il movimento del PD che fa riferimento a Gianni Cuperlo. “Bene ha fatto il gruppo parlamentare del Pd, in occasione dell’approvazione dell’ultima finanziaria regionale, ad insinuarsi nelle divisioni della maggioranza e a proporre emendamenti che danno voce a chi voce non avrebbe, finanziando i Comuni con misure a sostegno dei più deboli e dei più poveri. E’ innegabile, però, dice Massimo Ingiaimo, coordinatore regionale di Promessa Democratica, che il sistema di costruzione del maxiemendamento che non funziona, perché genera una parcellizzazione delle risorse che non sostiene lo sviluppo economico della Sicilia e, soprattutto, comporta una discrezionalità nel finanziare questo Comune anziché un altro non accettabile”.  “Per questi motivi – aggiunge – serve che i fondi vengano assegnati ai Comuni sulla base di bandi ad evidenza pubblica con criteri predefiniti a monte. Alla politica spetta il compito di indicare le priorità su cui vuole investire e, quindi, definire l’ammontare delle somme da destinare alle infrastrutture e alla sanità, alla cultura e alle  politiche sulla famiglia e non anche il compito di stabilire quale Comune finanziare e per quale specifica misura”.
In teoria il concetto non fa una piega ma abbiamo visto cosa è accaduto con i vari fondi destinati ai comuni in relazione a progetti cantierabili. Trattandosi di tempi brevi, di anno in anno cioè, nessun comune potrebbe arrivare a prendere soldi oppure verrebbero finanziate tutta una serie di strutture che in fin dei conti servono ben poco. E così ci si ritrova con diverse sale convegni e centri culturali ma non ci sono le fognature e l’acqua corrente i tante contrade a un chilometro dalle città. Invece ci vorrebbe un parametro fisso, basato su popolazione, territorio, rete viaria e infrastrutture di base e  consentire una programmazione pluriennale proprio avendo la certezza dei fondi,

di Direttore05 Gen 2025 11:01
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