A pochi… molto e a molti…. poco
In Sicilia, il settore dello spettacolo si trova ad affrontare una situazione di profonda disparità nell’accesso ai fondi regionali. Come si legge sul Giornale di Sicilia, mentre una ristretta cerchia di associazioni ed enti ha beneficiato di circa 20 milioni di euro attraverso contributi diretti, oltre 200 realtà sono costrette a competere per un bando da appena 3,2 milioni di euro. I fondi straordinari, elargiti tramite emendamenti ad hoc approvati dall’Ars, hanno favorito un’ottantina di realtà, molte delle quali legate a deputati regionali. Questi contributi, assegnati principalmente dagli assessorati al Turismo e Spettacolo e ai Beni Culturali, entrambi guidati da esponenti di Fratelli d’Italia, prevedono l’anticipazione immediata dell’80% della somma, anche prima dello svolgimento delle attività. Fondo Unico per lo Spettacolo (FUS): un bando da 3,2 milioni per 200 enti. Di contro, il Fondo Unico per lo Spettacolo (FUS), l’unico canale di finanziamento ordinario accessibile tramite bando, offre un budget di soli 3,2 milioni di euro, da suddividere tra circa 200 richiedenti. Questa situazione ha generato un forte malcontento tra gli operatori del settore, molti dei quali, riuniti nell’associazione “Stati Generali dello Spettacolo in Sicilia”, denunciano una grave crisi finanziaria che mette a rischio la loro sopravvivenza. L’associazione, che rappresenta 103 tra piccoli teatri e agenzie, ha presentato un esposto alla Corte dei Conti e all’Autorità Anticorruzione (ANAC), segnalando la disparità di trattamento e l’opacità del sistema di assegnazione dei fondi straordinari. Gli “Stati Generali dello Spettacolo” accusano il governo e il Parlamento regionali di aver svuotato i capitoli di bilancio destinati ai bandi pubblici per favorire l’erogazione diretta dei fondi a enti e associazioni preselezionate. L’associazione ha analizzato le leggi regionali e i finanziamenti erogati, scoprendo che, solo con la legge finanziaria “ter” di agosto, sono stati stanziati ulteriori 10 milioni di euro per la “Promozione Turistica”, la metà dei quali destinati ad attività teatrali e musicali organizzate da soli 50 soggetti. Questa pratica, secondo l’associazione, aggira i principi di concorrenza e trasparenza, penalizzando le piccole realtà che non hanno accesso ai canali privilegiati dei contributi diretti.