Arresti domiciliari: una caso da valutare.
A quanto pare il consigliere Firrincieli la pensa come chi vi scrive. Sarà una coincidenza ma è chiaro che su questa storia degli arresti per alcuni medici di chiara fama ci sono molte perplessità.
Ecco cosi dice il consigliere Firrincieli
Sanità e arresti eccellenti, una mia riflessione. Che faccio a titolo personale. Premettendo che sono un garantista e che, sino al terzo grado di giudizio, non mi sento di emettere alcun verdetto. E che, inoltre, rispetto il lavoro della magistratura, a tutti i livelli, anche quando questo lavoro può diventare scomodo”. E’ quanto sottolinea il consigliere comunale di Ragusa, Sergio Firrincieli. Il quale aggiunge: “Detto questo, nella mia qualità di consigliere comunale, che cerca di vagliare con attenzione le problematiche del territorio in cui vive e opera, non posso non ritenere che l’arresto, ancorché ai domiciliari, e che comunque gli impedisce di operare, del dott. Antonino Nicosia, vero e proprio luminare dell’ambito cardiologico, professionista di cui abbiamo sempre e solo sentito cose positive, crea una situazione di precarietà che, in un momento così complicato per la Sanità locale, non fa altro che aggravare il quadro in questione. Se Nicosia ha commesso qualcosa di illecito, è giusto che paghi. Se Nicosia rischia di inquinare le prove, secondo la magistratura inquirente, è giusto che sia ai domiciliari. Ma siamo sicuri che non esistesse un altro sistema per far sì che il professionista potesse continuare a fornire il proprio supporto alla Sanità locale? L’Asp ha assicurato che il reparto d’eccellenza in questione continuerà, comunque, a operare. Ma siamo certi che ci saranno le stesse ricadute proficue soprattutto considerando che, sempre per la stessa operazione giudiziaria, è stata azzoppata buona parte del sistema cardiologico d’eccellenza della Sicilia sud-orientale? Sono riflessioni che faccio a voce alta perché ho condiviso queste perplessità con numerose persone che, allo stesso modo, manifestano i propri dubbi sulla piena operatività di un reparto, allogato all’ospedale Giovanni Paolo II, un tempo d’eccellenza e che, però, adesso rischia di compiere qualche passo indietro (già abbiamo preso atto di una serie di visite annullate che avrebbe dovuto tenere lo stesso Nicosia, supponiamo anche gli interventi programmati e mancherà in quelli d’urgenza). Una situazione complessa rispetto a cui non ho, anche perché non è mia materia, soluzioni specifiche. Ma è fondamentale che ci si pensi per garantire alla collettività segnali di speranza per quanto riguarda questo delicato ambito”.