Attività nei centri storici
il presidente regionale Confcommercio Sicilia, Gianluca Manenti, sollecita l’adeguamento alle norme nazionali che hanno liberalizzato il commercio al dettaglio. “La norma in discussione all’Ars, con cui si prevede la possibilità di aumentare rispetto agli attuali 200 mq (per i Comuni fino a 100.000 abitanti la soglia è 150 mq) le autorizzazioni di vendita nei centri storici per il settore non alimentare, è vista con il massimo favore da Confcommercio perché punta a rivitalizzare i centri storici, creando un sistema di vendita positivo che presuppone di fronteggiare la desertificazione che si registra un po’ ovunque nei suddetti contesti delle città siciliane, un tempo motore dell’economia locale”. Dello stesso avviso è il presidente della Camera di Commercio di Palermo ed Enna Alessandro Albanese con riferimento all’emendamento che estende l’ampiezza della metratura dei negozi fino a 600 mq. e che sarà votato nei prossimi giorni, nell’ambito della finanziaria regionale. “Non può che far bene alle attività imprenditoriali e commerciali siciliane la norma che mette fine allo stop ai vincoli per l’apertura dei grandi negozi in tutti i centri storici delle città siciliane. Si tratta di una norma necessaria ed indispensabile che restituisce alle città, grandi o piccole che siano, vitalità, attrazione e soprattutto porta sana occupazione “Da anni, continua Albanese, imprenditori e associazioni di categoria chiedono di cambiare la norma e finalmente si arriva ad un risultato. Da anni abbiamo assistito, per esempio, alla desertificazione della via Roma a Palermo con centinaia di saracinesche abbassate – conclude Albanese – un panorama triste sia per l’importanza di una via storica che per il numero di occupati che negli anni è via via diminuito. Fenomeno che si è allargato, purtroppo, anche ad assi commerciali rilevanti di altre città”. “Il 2024 – aggiunge Manenti – vedrebbe finalmente una risposta efficace alle richieste di crescita da parte degli operatori del terziario di mercato e i migliori presupposti per creare nuove opportunità sul fronte commerciale che si tradurrebbero pure in nuovi posti di lavoro. Stimolare nuove aperture di aziende disposte a investire nei centri
storici delle città siciliane significa creare un panorama economico adeguato nel tentativo di favorire l’impegno delle piccole attività, molte delle quali costrette a chiudere i battenti proprio a causa del fenomeno desertificazione. Si invertirebbe, dunque, una tendenza contro cui Confcommercio si batte ormai da anni”.