Le piogge di novembre

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In questi giorni stiamo assistendo a esondazioni di fiumi e allagamenti urbani. Non dobbiamo stupirci, siamo in autunno, un autunno seguito da una estate molto calda. Domani 4 novembre ricorre l’anniversario di due eventi alluvionali che a distanza di 45 anni l’uno dall’altro hanno addolorato l’Italia. L’alluvione di Firenze 1966, quando estese inondazioni e numerose frane colpirono in particolare il Trentino-Alto Adige, il Veneto, il Friuli-Venezia Giulia e la Toscana con un bilancio complessivo di oltre 𝟭𝟯𝟬 𝗺𝗼𝗿𝘁𝗶 (47 solo in Toscana), circa 400 feriti, almeno 88.000 sfollati e danni incalcolabili, specialmente quelli al patrimonio artistico di Firenze. Nello stesso giorno del 2011 ci fu l’alluvione di Genova. Solo 3 anni fa sempre in questo periodo, per l’esattezza era tra il 27e il 28 ottobre, Il centro storico di Catania rimase senza energia a causa di un blackout elettrico a seguito dell’enorme quantità di pioggia caduta in poche ore. Tutti ricordano infatti le immagini spaventose da Via Etnea trasformata in fiume in piena. Sappiamo bene che l’aumento della frequenza di questi eventi alluvionali è legata al cambiamento climatico e l’aumento esponenziale degli effetti e della gravità dei danni che questi eventi producono è legata al cattivo uso del territorio, alla pianificazione realizzata senza tener conto degli aspetti geologi e geomorfologici e della loro evoluzione e al continuo consumo di suolo. Come abbiamo detto più volte il  cambiamento climatico non deve essere  un alibi per giustificare i nostri errori passati e per motivare scelte future. “Ben vengano le opere di mitigazione come le casse di espansione necessarie per mettere a riparo il costruito, ma che non vengano utilizzate per urbanizzare nuove aree e mettere a rischio altri cittadini, servizi e imprese”. Ad affermarlo è Antonello Fiore, Presidente Nazionale della Società Italiana di Geologia Ambientale, intervenendo sui drammatici eventi di queste ore. In poche parole la questione è questa.  In certi periodi il rischio di forti piogge è molto alto come abbiamo visto in precedenza. Ora tale rischio è più alto  ma noi, gente comune e amministrazioni,  che abbiamo la tecnologia in grado di far fronte a tali eventi non riusciamo a far nulla. Abbiamo letto di opere messe in cantiere 15 anni fa che dovevano essere pronte da un decennio che ancora devono essere del tutto finanziate.  Il rischio idrogeologico nella nostra penisola aggravato dall’abusivismo e dall’uso del terreno assolutamente smodato è altissimo ma occorrono fondi per intervenire. fatemi fare una considerazione minimalista: con i soldi del ponte metteremmo in sicurezza un bel pezzo dell’Italia senza dover contare i morti e i miliardi che servono per ripristinare e ricostruire. Sarebbe da paese civile ma ci siamo ormai accorti che la politica ubbidisce a chi da di più in consensi e non solo.

di Direttore03 Nov 2023 14:11
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