Resuscitare le Province

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Abbiamo più volte detto he secondo noi, ripetiamo secondo noi, per lo sviluppo della regione occorrono enti intermedi come le Province che possano guidare  i Comuni nell’organizzazione e pianificazione di alcuni settori importanti. Non diciamo che tutto era buono ma in certe realtà la Provincia aveva un ruolo importante. Purtroppo ci sono diverse difficoltà prima di vedere nuovamente queste strutture all’opera. Abbiamo letto su giornale on line Live Sicilia che per procedere alle elezioni di primo livello una volte rimessi in piedi gli enti occorrerebbero alcuni milioni- Dunque quanto costano ste benedette province?  Sul tavolo della Commissione è arrivata la relazione del Servizio Bilancio dell’Ars. Nel documento si analizzano gli effetti finanziari del ddl che vorrebbe reintrodurre l’elezione diretta per presidenti di Province, assessori e consiglieri con conseguenti indennità di funzione e gettoni di presenza. Si tratta di un fronte delicato, sul quale il Parlamento attende ancora una risposta da parte del governo. Nel ddl all’esame di Palazzo dei Normanni, che ha già ricevuto l’ok della commissione Affari istituzionali, esiste soltanto un vago riferimento alle tabelle contenute nella legge nazionale (la 119 del 2000). Non può bastare, il governo dovrà presentare cifre e coperture. Su questo punto gli uffici di Palazzo dei Normanni sono stati chiari: occorrerebbe fornire, anche in termini numerici e non soltanto mediante il rinvio alle tabelle della legge nazionale, “i dati relativi alla quantificazione degli oneri”. Tutto questo “al fine di consentire – si legge nella relazione lunga venti pagine – un’adeguata analisi sulla sostenibilità dei bilanci delle Province e del ritorno al sistema oneroso degli incarichi”. L’andamento della spesa nelle Province negli ultimi anni è stato ricostruito dagli esperti dell’Ars attraverso il sistema Siope (Sistema informativo sulle operazioni degli enti pubblici). Il calo delle uscite dopo l’entrata in vigore della riforma è evidente: 1.329.778 euro nel 2014, 969.036 euro nel 2015 e 880.446 euro nel 2016. Si parte quindi dalle spese certe: i cinque milioni di euro necessari per la celebrazione delle elezioni. La stampa delle schede elettorali costerebbe da sola 390.400 euro. Ci sono i soldi per le pubblicazioni (170.800 euro) e quelli per la stampa di verbali e tabelle di scrutinio che comporterebbero una spesa di oltre due milioni. A questa cifra va aggiunta la stampa dei manifesti con le sanzioni penali (300mila euro). Per matite copiative, tamponi e inchiostro dei timbri metallici l’esborso sarebbe pari a 268.400 euro. La cifra si aggiungerebbe ai 170.800 euro previsti per “materiale di consumo”. Un’altra voce del quadro riassuntivo è quella relativa allo straordinario da corrispondere al personale delle prefetture e a quello della Regione: altri 150mila euro.  Sempre da Live Sicilia leggiamo che sul piede di guerra Pd e Movimento cinque stelle, che oggi in commissione hanno sollevato diversi dubbi sulla opportunità che il ddl vada avanti. Obiezioni fondate sia sulle ragioni economiche che per sulla mancata abolizione della riforma Delrio a livello nazionale. “Circa venti milioni di euro per resuscitare le Province cui vanno aggiunti altri cinque milioni per indire le elezioni”, dice il pentastellato Nuccio Di Paola. “Una cifra abnorme – aggiunge – che la maggioranza targata Schifani sottrarrà alle tasche dei siciliani per creare nuove poltrone. Il Movimento 5 Stelle propone di utilizzare invece queste risorse per aiutare le famiglie a contrastare il carovita con sgravi su spesa, bollette e carburante”. Il deputato del Pd Fabio Venezia osserva: “Il governo Schifani dica chiaramente se vuole andare avanti sull’elezione diretta delle ex Province o se siamo in presenza dei soliti slogan animati da buone intenzioni ma senza fatti concreti”. E ancora: “Continuare con la stagione infinita dei commissariamenti mortifica i territori e non dà protagonismo agli enti intermedi che potrebbero giocare un ruolo importante nelle politiche di sviluppo territoriale alla luce delle ingenti risorse che arriveranno sul fronte degli investimenti in Sicilia”. Tira dritto, invece, uno dei maggiori sponsor del ritorno delle Province: Totò Cuffaro. L’ex governatore ribadisce con forza un concetto espresso già in occasione dell’Assemblea regionale della sua Dc: “Il ritorno delle province era nel programma del centrodestra che ha vinto le elezioni regionali. I siciliani si spettano che venga rispettato questo impegno”. Parole indirizzate soprattutto agli alleati di FdI che non intendono ingaggiare alcun braccio di ferro con Roma.

di Redazione03 Ott 2023 23:10
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