Lavoro, immigrazione, costituzione, giovani e così via

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«Fi­nal­men­te è ar­ri­va­to il gior­no dello gran­de ma­ni­fes­ta­zio­ne  vo­lu­ta for­te­men­te dalla CGIL . Tutti in pia­z­za San Gio­van­ni a Roma dove  si leva da una parte dei pre­sen­ti du­ran­te l’in­ter­ven­to del lea­der Mau­ri­zio Lan­di­ni un coro che ri­pe­te” Sci­o­pe­ro, Sci­o­pe­ro”  Temi co­nos­ciu­ti che una volta rim­es­si in pia­z­za in­con­tra­no il fa­vo­re dei circa 50 mila ( fonti CGIL)  ac­cor­si al ri­chi­a­mo del lea­der.  C’era anche una folta dele­ga­zio­ne della CGIL di Ra­gu­sa gui­da­ta dal se­gre­ta­rio ge­ne­ra­le, Peppe Scifo. Punta l’at­ten­zio­ne su un tema in par­ti­co­la­re il se­gre­ta­rio ge­ne­ra­le della Cgil, Mau­ri­zio Lan­di­ni: «Il nu­me­ro dei gio­v­a­ni che de­ci­do­no di la­s­cia­re l’Ita­lia e di tras­fe­rir­si all’este­ro è su­pe­rio­re a quel­lo degli stra­nie­ri che ven­go­no nel nos­tro Paese – sot­to­li­nea -. Dall’Ita­lia i nos­tri ra­ga­z­zi ris­chia­no di an­dar­se­ne prima an­co­ra di poter tro­va­re un la­vo­ro. Vanno via per­ché qui sono sot­to­pa­ga­ti». Pre­ci­sa: «Il go­ver­no non deve fare un finto brac­cio di ferro a scopi elet­to­ra­li sul tema dell’im­mi­gra­zio­ne, che è serio e va af­fron­ta­to se­ria­men­te. Con l’Eu­ro­pa il gioco da fare è come si scri­ve il Patto di stabilità e come si at­ti­va­no nuovi in­ves­ti­men­ti per cres­ce­re. Il nos­tro ne­mi­co non è lo stra­nie­ro che viene a la­vo­ra­re, ma chi sfrut­ta tutti e deve camb­ia­re le leggi e non lo fa».  E si spin­ge oltre, nella cri­ti­ca al go­ver­no: «Dopo un anno, con i pro­v­ved­imen­ti che sta fa­cen­do va nella di­re­zio­ne di ma­no­met­te­re la Costi­tu­zio­ne. Ab­bia­mo detto con chia­re­z­za al pre­si­den­te Me­lo­ni che noi la Costi­tu­zio­ne l’ab­bia­mo sem­pre di­fe­sa, con Ber­lus­co­ni e con Renzi, per­ché ab­bia­mo una coe­ren­za pre­ci­sa. Il Paese è già fran­tu­ma­to così, senza che ci sia qual­co­sa per au­men­tar­ne le dif­fe­ren­ze. Sa­la­rio, pen­sio­ni, red­di­to: sono ques­ti i temi di cui par­la­re».   Come di­ce­v­a­mo no­zio­ni ormai as­so­da­te ma l’in­ter­ven­to di Co­la­pie­tro del sin­d­a­ca­to di po­li­zia Silp Cgil ha un sig­ni­fi­ca­to par­ti­co­la­re «As­sun­zio­ni e ris­pet­to» «Siamo qui,  ha detto Co­la­pie­tro, per­ché le forze di po­li­zia e le forze ar­ma­te sono e deb­bo­no ri­ma­ne­re uno stru­men­to al ser­vi­zio dello spi­ri­to de­mo­cra­ti­co della Re­pu­bbli­ca e della Costi­tu­zio­ne. Siamo qui per­ché le la­vo­ra­tri­ci e i la­vo­ra­to­ri in di­vi­sa me­ri­ta­no ris­pet­to, me­ri­ta­no il rin­no­vo di un con­tr­at­to sca­duto da 644 gior­ni, me­ri­ta­no as­sun­zio­ni stra­or­di­na­rie per­ché man­ca­no oltre 10.000 agen­ti all’ap­pel­lo, me­ri­ta­no at­ten­zio­ne nella for­ma­zio­ne e nel be­nes­se­re del per­so­na­le» “Ques­to fino ad oggi è stato il go­ver­no delle chi­ac­chie­re e della dema­go­gia – dice Co­la­pie­tro – per­ché non un euro in più è stato in­ves­ti­to in si­cu­re­z­za. Un go­ver­no che col suo at­teg­gia­men­to se­cu­ri­ta­rio e dema­go­gi­co crea le con­di­zio­ni per un clima ge­ne­ra­le di ins­icu­re­z­za e paura che esas­pe­ra i cit­ta­di­ni e dan­neg­gia l’ope­ra­to di po­li­zia e ca­ra­bi­nie­ri. Dob­bia­mo di­fen­de­re con forza i di­rit­ti sin­d­a­ca­li ac­quisi­ti e con­quis­tar­ne di nuovi, a par­ti­re dai mi­li­ta­ri». “Non per­met­te­r­emo di es­se­re presi in giro e con­ti­nue­remo con forza a de­nun­cia­re la grave si­tua­zio­ne di de­pau­pe­ra­men­to degli ap­pa­ra­ti della si­cu­re­z­za e il ris­chio di mi­li­ta­ri­z­za­zio­ne stri­scian­te». Non po­te­va man­ca­re la se­gre­ta­ria del Pd, Elly Schle­in, che si  è ag­giun­ta alla dele­ga­zio­ne del Pd all’al­te­z­za del Co­los­seo. «Una stra­or­di­na­ria par­te­ci­pa­zio­ne, un’Ita­lia che lotta per i sa­la­ri, per la sanità pu­bbli­ca, per le po­liti­che in­du­stria­li che man­ca­no.  Se­con­do la ques­tu­ra  sono «23mila in mar­cia» di­vi­si in due cor­tei della Cgil.  Un cor­teo con 10mila per­so­ne è par­ti­to da pia­z­za della Re­pu­bbli­ca men­tre l’altro con 13mila, tra cui il se­gre­ta­rio ge­ne­ra­le della Cgil Mau­ri­zio Lan­di­ni, da pia­z­za­le Par­ti­gi­a­ni.  Lan­di­ni, se­gre­ta­rio ge­ne­ra­le della Cgil, è ar­ri­va­to in pia­z­za­le dei Par­ti­gi­a­ni a Os­tien­se: «È una bel­lis­si­ma gior­na­ta, quel­la di oggi è una gran­de ma­ni­fes­ta­zio­ne – ha detto dalla testa del cor­teo -. Sono insie­me a noi cen­ti­naia di as­so­cia­zio­ni con cul­tu­re e sto­ria di­ver­se, il mes­sag­gio di oggi è unire le diversità e unire ques­to Paese e chie­de­re che il mondo del la­vo­ro sia messo nella con­di­zio­ne di poter dis­cu­te­re e de­fi­ni­re il fu­tu­ro fa­cen­do le ri­for­me di cui c’è bi­so­gno». In 15mila sono in mar­cia da Os­tien­se, altri 35mila da pia­z­za della Re­pu­bbli­ca, en­tram­bi i cor­tei di­ret­ti a San Gio­van­ni. Lan­di­ni ag­g­iun­ge: «Voglia­mo man­da­re un mes­sag­gio chia­ro: prima che ven­ga­no prese delle de­ci­sio­ni, as­col­ta­te­ci e in­di­chi­a­mo delle so­lu­zio­ni. Noi non siamo qui per pro­tes­ta­re, noi siamo qui per in­di­ca­re la via mae­s­tra, il fu­tu­ro di ques­to Paese e chie­dia­mo che chi lo tiene in piedi, cioè le per­so­ne che la­vo­ra­no».

 

di Redazione07 Ott 2023 18:10
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