La nuova visone strategica di Cassì.

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Gli assessori al turismo una volta erano dei politici che, magari, capivano poco del settore ma avevano almeno il coraggio di intraprendere iniziative di  livello. Poi fu detto che per certe attività ci volevano gli esperti e i politici e le amministrazioni, lo fanno ancora oggi, si lanciarono nella scelta di consulenti ben pagati, più raccomandati che veramente capaci,  ma le cose non cambiarono di molto. Il turismo e i beni culturali sono quanto di più effimero esista poichè si tratta di settori per i quali è difficile avere di risultati immediati e quindi nessuno può criticare o magnificare una qualunque iniziativa in quel campo. Insomma un “campo largo”  dove tutti possono agire con qualunque idea tanto poi la gente la dimentica e si passa ad un altra. Mi dispiace solo che il sindaco Cassì che ha  trattenuto la delega di turismo e beni culturali oggi faccia il mia culpa e cerchi aiuto. In una lettera aperta infatti ci dice che è alla ricerca di persone competenti che possano aiutarlo.  Ma chi può dare buoni consigli se non conosce bena questa terra con tutte le sue contraddizioni? Ora chiameremo il consulente di turno che deve prima di tutto studiare il territorio. Ha bisogno di informazioni, di sensazioni, di pratica. Dovrebbe starsene a Ibla per un mese e capire tante cose oppure passare 3 settimane a Marina di Ragusa.   Poi deve prendere il treno, andare all’aeroporto, parlare con i tassisti, i negozianti, le guide, i ristoratori, capire perchè da noi tutto costa di più. Insomma deve diventare “rausano”  E  Cassì sta cercando proprio questo tipo di persona.  Eppure come dice lui abbiamo tutto quello che ci serve e fino ad oggi, (chissà di chi è la colpa) non abbiamo colto i frutti che ci spettano. Credo che l’approccio sia sbagliato. In questa seconda sindacatura forse si è perso lo smalto e si va sempre in cerca del consenso popolare per non rischiare di perdere qualche punto. Eppure dico io abbiamo tutto e non sappiamo come farlo funzionare. Credetemi basta poco, senza buttare soldi in consulenze ma piuttosto impegnandosi  in azioni promozionali strategiche e stagionali. Ci hanno rubato l’aeroporto e non possiamo contare su eventuali charter della bassa stagione e la nostra politica plaude alla Sac che è colpevole del declino di Comiso e delle più grandi cattive figure che hanno dovuto subire i Siciliani. Cassì così facendo si mette l’anima in pace. Sto cercando qualcuno  e quando lo trovo vi faccio vedere.. Speriamo. Ecco la sua lettera aperta.

“In questo secondo mandato ho scelto di trattenere le deleghe alla cultura e al turismo, consapevole che rappresentino settori chiave per lo sviluppo di Ragusa. Sono convinto, infatti, che i territori parlino e che il nostro affermi a chiare lettere
quale sia la sua vocazione. Ovviamente non mi ritengo un esperto né dell’uno né dell’altro campo: sono al
massimo una persona curiosa, che viaggia e osserva le buone pratiche di altre città d’arte, ed ho ben in mente che occorre un approccio analitico, occorrono metodo ed esperienza sul campo.
In questi mesi abbiamo quindi lavorato a una visione strategica che vede cultura e turismo come due settori con proprie specificità ma inevitabilmente interconnessi, a cui agganciare altri aspetti dello sviluppo in generale di Ragusa.
I lavori sono in corso come le interlocuzioni con esperti e con portatori di interesse, nazionali e locali. L’obiettivo è seguire i modelli di successo di altre città d’arte, a cui Ragusa non ha nulla da invidiare in quanto a potenzialità, e adattarli a noi.
Triplice l’indirizzo che stiamo seguendo:
1- Impostare un programma di sviluppo culturale e urbano sul modello di altre città
d’arte. Abbiamo infatti il dovere di essere ambiziosi e lungimiranti, di non guardare
solo ai prossimi mesi o limitarci a gestire le contingenze, ma di dare a Ragusa un
indirizzo nel medio e nel lungo periodo, con obiettivi importanti e step intermedi. Un
piano che non cali sulla città come un ufo ma coinvolga l’intera comunità in una
crescita partecipata del nostro livello culturale e al tempo stesso ci consenta di fare
un salto di qualità. Perché Ragusa non può ambire a un riconoscimento prestigioso o
a diventare un autentico riferimento? Abbiamo le potenzialità per giocarcela a una
categoria superiore se solo cominciamo a pensare alla cultura come ad un collante
della comunità, come fattore formidabile di sviluppo e di progresso, e non solo un
elemento a latere e secondario.

2- Dare esecuzione al Piano Strategico del Turismo già elaborato durante il mandato
precedente ma non attuato. Per riuscirci abbiamo necessità di competenza e
conoscenza del territorio. È il momento di passare a una fase operativa, di “mettere
a terra” una strategia già pronta e condivisa.
3- Nessun obiettivo può prescindere da una piena valorizzazione del nostro
patrimonio. Facciamo un esempio: grazie ai restauri, a un programma di eventi per
famiglie, al Mudeco, il Castello di Donnafugata continua a superare i record di
visitatori, ma quanto può continuare a crescere contando sulle sole forze dei
dipendenti comunali (cui va un grande ringraziamento per la dedizione e la passione
che dimostrano giornalmente) e di un gruppo di valorosi volontari? Occorre fare in
modo che Donnafugata sia visitabile 7 giorni su 7 e anche alla sera, quando ha un
fascino ancora maggiore; occorre aumentare, a Donnafugata come in altri siti
comunali d’interesse, la disponibilità di personale competente, capace di accogliere e
raccontare in più lingue, di attuare politiche mirate di promozione e valorizzazione.
Principi da estendere a tutti i luoghi culturali di Ragusa, da mettere in rete. Lo
strumento del partenariato speciale pubblico-privato, ampiamente utilizzato in
numerose città d’arte, può rappresentare la chiave per raggiungere questi obiettivi”.

di Direttore06 Ott 2023 14:10
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