Ci vuole un’inchiesta sulle risorse dell’Asp
Chi vi scrive lo va dicendo da anni. La situazione della sanità nella nostra provincia è davvero grave. Ma nessuno se ne cura fino a quando non si viene coinvolti in prima persona. Non ci sono amicizie che tengono: il problema è di numeri e di personale e in ospedale, al pronto soccorso, non si può saltare la fila perchè tanto il medico è uno solo. Con le assicurazioni che ci inondano di spot per acquistare polizze che garantiscono l’assistenza nelle strutture private, il personale medico e paramedico che fugge dall’impiego pubblico, utenti esasperati costretti a rivolgersi alle strutture private e le risorse pubbliche sempre più utilizzate per rimborsare le strutture private. Insomma lo abbiamo sempre detto ma nessuna forza politica è intervenuta facendo la voce grossa. All’ Asp si è quasi in una specie di terra di nessuno dove il commissario risponde solo ad alcune forze che gli impongono nomi e cose. Al di la di questo è tutto una serie di “vedremo”, “faremo”, forse etc, Sinistra Italiana in un comunicato esprime il proprio allarme sullo stato della sanità pubblica provinciale e ritiene indispensabile una ispezione parlamentare sull’impiego delle risorse in questa provincia e auspica che la Commissione Regionale Antimafia dia continuità alle indagini avviate nella scorsa legislatura.
Intanto Sinistra Italiana denuncia:
– Il *saccheggio delle risorse* in atto da alcuni anni e il *taglio dei servizi* da parte dei vertici ASP per favorire la sanità privata, in linea con le scelte scriteriate della politica nazionale;
– le *attese infinite*, anche fuori dal proprio comune di residenza, per una visita ambulatoriale, con il risultato che può curarsi soltanto chi può permettersi prestazioni a pagamento;
– Il *modello securitario dei pronto soccorso* presidiati da vigilantes armati: alla rabbia dei cittadini non viene risposto con servizi migliori, ma con minacce di uso della forza;
– la *cronica carenza delle sedie* per disabili e anziani e la *carenza di coperte* nei pronto soccorso, che all’ospedale Giovanni Paolo II questo inverno veniva tamponata usando i teli di carta stagnola.
– l’insufficiente numero di sedie* nelle aree di attesa antistanti gli ambulatori (come dimostrano le
foto) con persone che a prescindere dall’età o dalla condizione fisica rimangono in piedi o
accovacciate a terra.
– le *condizioni di lavoro del personale sanitario* con turni di medici e infermieri ad alta flessibilità“ che causano stress e fuga di personale dal servizio sanitario pubblico.
E’ di tutta evidenza che in questo contesto la sanità privata può stappare lo champagne. Personale medico e paramedico che fugge dall’impiego pubblico, utenti esasperati costretti a rivolgersi alle strutture private e le risorse pubbliche sempre più utilizzate per rimborsare le strutture private.
Anche a Ragusa il diritto alla salute e a usufruire di servizi sanitari dignitosi, escluse alcune eccezioni, rappresenta una emergenza intollerabile.