Terra di nessuno
L’Onorevole Ignazio Abbate ha presentato una interrogazione scritta urgente al Presidente della
regione, all’assessore delle infrastrutture e della mobilità, all’assessore al territorio e l’ambiente e
al Dirigente generale dell’ARPA Sicilia sullo stato di conservazione del tratto della SS194 tra Ragusa
e Modica. Nello specifico la parte ricadente nel territorio del capoluogo ibleo. “La strada in
questione – scrive Abbate nell’interrogazione – versa in condizioni di degrado strutturale
allarmante per la fatiscenza del manto stradale, delle barriere protettive e per la presenza di
numerose frane. Inoltre è facilmente rilevabile come lungo il percorso, da anni, si formano cumuli
di rifiuti di ogni genere, materiali ingombranti che costituiscono una vera e propria discarica a cielo
aperto che invadono le piazzole di sosta ed in alcuni casi anche la sede stradale, costituendo, nel
contempo, sia una minaccia ambientale per l’attiguità del fiume Irminio sia un pericolo costante
per gli automobilisti e autotrasportatori che giornalmente la percorrono. Agli accumuli di rifiuti
visibili lungo tutto il tragitto si aggiungono episodi di roghi che inquinano l’atmosfera e, formando
liquidi di percolato, penetrano nella falda acquifera del fiume che fornisce acqua potabile ad oltre
150 mila abitanti. Oltre a rappresentare un pericolo per la sicurezza stradale ed un danno
ambientale, tali discariche danneggiano fortemente l’immagine del Val di Noto visto che la
suddetta arteria è utilizzata giornalmente da migliaia di turisti. In passato tale realtà è stata
oggetto di reportage fotografici, denunce, proteste corali e sollecitazioni presso le Istituzioni locali
che non hanno conseguito alcun risultato permanente. Questa strada ha bisogno di interventi sia
straordinari (riassetto e pulizia viaria) sia ordinari (controlli giornalieri). Nella mia interrogazione
ho anche chiesto che vengano individuate le responsabilità di chi ha consentito in questi anni la
nascita di queste discariche senza aver risolto il problema, creando un forte danno di immagine al
territorio sottoponendolo anche a rischio disastro ambientale”.