Crisi produzione del latte: la guerra mette in ginocchio un altro settore!
L’ennesimo settore è in ginocchio a causa della crisi energetica di questi mesi. Il settore del latte e quello caseario stanno vivendo un momento di crisi straordinario! L’aumento dei prezzi energetici, in particolare del gasolio agricolo, l’ aumento del costo dei foraggi e una siccità fuori dalla norma ha portato una riduzione della produzione e aumento dei costi che stanno portando a mancati guadagni da mesi per i produttori! Le cause della crisi della produzione del latte! Il settore della produzione del latte è noto per essere sensibile alle crisi e agli aumenti dei prezzi, soprattutto per i produttori. Infatti il latte, prodotto negli allevamenti, viene raccolto dai grandi consorzi dell’industria casearia per centesimi di euro per litro! A questo guadagno però l’allevatore deve sottrarre tutti i costi della produzione, inclusa l’energia che non sembra destinata a fermarsi a breve. La crisi è dettata da 3 punti principali: Aumento dei costi energetici, Aumento dei prezzi e difficoltà di approvvigionamento dei cereali per foraggio, Siccità estiva.
L’aumento dei costi energetici purtroppo non risulta una novità, ma è un fattore che sta colpendo ogni industria, oltre che i consumatori domestici. Il Gasolio Agricolo, utilizzato dai macchinari dell’industria agricola e casearia è aumentato del 130%. A questi costi addizionali si aggiungono i mangimi e i concimi che, sempre a causa del conflitto in Ucraina, hanno avuto un notevole aumento, sia per una generale inflazione, ma soprattutto perchè l’Ucraina e la Russia erano proprio i principali produttori di cereali e rimangono bloccati nelle navi cisterna nel mar Nero. L’ennesimo problema risiede nella siccità di quest’estate. Infatti ogni estate, per l’aumento delle temperature avviene un fisiologico calo della produzione del 15/20% mentre con le temperature esorbitanti dell’estate da poco conclusa si è assistito a un -30/-40% della produzione rispetto ai 3 mesi precedenti. Si produce di meno, aumentano i costi energetici, aumentano i prezzi mangimi, concimi e dei beni di consumo, ma il prezzo di raccolta non aumenta abbastanza e per molti allevatori si sta rivelando più profittevole abbattere alcuni animali piuttosto che continuare a mantenerli. Aumento dei costi per la produzione del latte! In aggiunta a quello appena detto però per gli allevatori italiani la situazione si fa ancora più complessa. L’allevamento animale è un settore a grande consumo energetico, sia a causa della necessità di trasformare i prodotti per lunghe distanze, come il latte, ma anche per il mantenimento stesso delle infrastrutture per gli animali. Sia il gas sia la luce, come ormai noto, hanno avuto aumenti importanti negli ultimi mesi . Il prezzo della bolletta del gas è ormai a +653% rispetto ai livelli precedenti a questa crisi, mentre il prezzo della luce si assesta a +236% rispetto allo stesso periodo. I cereali inoltre, fondamentali per i mangimi sono aumentati vertiginosamente, soprattutto Mais e Frumento: Mais + 55,2%,Frumento +67,2%,Soia +3,64%, Urea Granulare addirittura un +167%. Aumento dei prezzi al consumatore: questi aumenti fisiologicamente saranno in parte ridistribuiti sui cons umatori. Granarolo ha già proposto un tetto minimo per la raccolta del latte e porterà necessariamente a una riduzione della pressione sui produttori, ma che verrà poi sfogata sui prezzi dei consumatori. Si prevede che il latte, ad ora già aumentato a circa 1,70€/litro, arriverà con tutta probabilità a essere pagato 2€/litro nei supermercati italiani. Oltre al latte, anche la carne bovina aumenterà ancora di prezzo e gli esperti prevedono un +12% anche su quello. A meno che su questi alimenti non si vada a ridurre l’IVA per contenere il prezzo per i consumatori.
Fonte: https://www.prontobolletta.it/