Frode al 110%
I Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Ragusa hanno dato esecuzione ad un provvedimento emesso dal G.I.P. presso il Tribunale ibleo, con cui è stata disposta la misura cautelare personale in carcere per un imprenditore modicano indagato per aver abilmente e fittiziamente creato nonché commercializzato, in concorso con altri cinque soggetti residenti tra la Lombardia e la Puglia, oltre 3,5 milioni di euro di falsi crediti d’imposta relativi alle spese sostenute per interventi edilizi assistiti dal
regime agevolativo del cd. Sisma Bonus, in realtà mai avvenuti.
L’Autorità Giudiziaria ha disposto, altresì, il blocco di tali crediti fiscali inesistenti, con il sequestro di denaro, beni e assetti societari in misura equivalente al profitto del reato, ammontante a 3.572.000 €.
Il provvedimento è stato emesso all’esito di un’articolata indagine delegata dalla Procura della Repubblica di Ragusa e condotta, sotto il coordinamento del Gruppo di Ragusa, dai Finanzieri della Tenenza di Modica che, tramite i dati estratti dalla “Piattaforma Cessione Crediti” dell’Agenzia delle Entrate, l’approfondita analisi della documentazione bancaria, i mirati sopralluoghi e la raccolta di testimonianze da parte di persone informate
sui fatti, hanno portato alla luce il complesso meccanismo fraudolento con cui è stata
perpetrata la truffa a danno del bilancio dello Stato.
In particolare, cinque persone compiacenti hanno falsamente attestato di aver ricevuto una serie di lavori di ristrutturazione edilizia per il rischio sismico, su immobili che non sono mai stati nella loro disponibilità, da parte di una società riconducibile ad un imprenditore Modicano, formalmente operante nel settore della costruzione di edifici residenziali.
La società facente capo all’indagato, di fatto risultata una mera cartiera, ha acquistato i crediti d’imposta generati dai fittizi lavori mediante l’opzione dello “sconto in fattura”. All’esito degli opportuni riscontri, gli immobili utilizzati per l’inserimento nelle comunicazioni, inviate all’Agenzia delle Entrate dagli indagati, sono risultati di proprietà
di altre persone fisiche all’oscuro di tali operazioni.
I Bonus si sostanziano nel riconoscimento di una detrazione, di importo variabile a
seconda della tipologia, commisurata alle spese documentate per interventi di
recupero/restauro degli edifici esistenti o, in particolare, per la riduzione del rischio
sismico. I cittadini o le imprese nella disponibilità di immobili, a seguito degli interventi
edilizi, possono fruire direttamente della detrazione maturata, beneficiandone nei dieci
anni successivi. Tuttavia, il Decreto Rilancio ha previsto, dal 2020, altresì la possibilità di
usufruire dei bonus optando alternativamente per: un contributo di ammontare pari alla
detrazione spettante, sotto forma di sconto sul corrispettivo dovuto al fornitore che ha
effettuato gli interventi (c.d. “sconto in fattura”), ovvero, la cessione a terzi del credito
corrispondente alla detrazione maturata.
Nel caso oggetto d’indagine, una volta creati, attraverso la falsa attestazione di lavori
mai eseguiti, i crediti fittizi sono stati oggetto di ripetute cessioni a terzi per consentire
poi la monetizzazione presso intermediari finanziari del “bonus” e la successiva
dispersione del profitto del reato. In tal modo gli indagati si sono assicurati i proventi
illeciti che sono stati in gran parte autoriciclati per far perdere ogni traccia delle origini
fraudolente di tali risorse economiche.
Per queste ragioni, su proposta della locale Procura, il G.I.P. ha disposto il sequestro di
quote societarie, beni, disponibilità finanziarie degli indagati, nonché il blocco sul portale
dell’Agenzia delle Entrate dei crediti compensabili nei cassetti fiscali riconducibili a 8
imprese (aventi sede tre in provincia di Pistoia, una a Roma, una a Milano, una a Cassino,
una in provincia di Cosenza ed una in provincia di Brescia) e 3 soggetti (originari uno
della provincia di Pavia, uno della provincia di Brescia e uno della provincia di Cosenza),
risultati cessionari finali dei fittizi crediti di imposta.
L’attività portata a termine testimonia la particolare attenzione delle Fiamme Gialle iblee
verso i più attuali e pericolosi meccanismi di frode al bilancio dello Stato e dell’Unione
Europea, che possono essere contrastati solamente unendo all’ampio patrimonio
informativo messo a disposizione dai moderni strumenti tecnologici le peculiari tecniche
investigative della polizia economico-finanziaria.
Garantire che le risorse necessarie per il rilancio dell’economia del nostro Paese siano
correttamente distribuite rappresenta una cruciale forma di tutela dei diritti di tutti i cittadini
onesti e degli imprenditori italiani che conducono le proprie attività economiche
all’insegna della legalità.
Il provvedimento cautelare, emesso dal G.I.P. del Tribunale di Ragusa, su richiesta della
Procura, interviene nella fase delle indagini preliminari ed è basato su imputazioni
provvisorie supportate da gravi indizi di colpevolezza, che dovranno comunque trovare
riscontro in dibattimento e nei successivi gradi di giudizio, nel rispetto, pertanto, della
presunzione di innocenza che l’art. 27 della Costituzione garantisce ai cittadini fino a
sentenza definitiva.