Niente finale per le aquile, ma grazie lo stesso

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Non giocheremo la quinta finale scudetto, Ma perché non abbiamo vinto al Palaminardi, non perché abbiamo perso al PalaRomare di Schio. Mi spiego, non andiamo a sfidare Bologna perché non siamo riusciti a chiudere il conto a casa nostra, fermandoci a un passo dalla meta che avremmo benissimo potuto raggiungere (con merito). Mi spiego, è mancata giovedì sera, quando siamo stati a un passo dal chiudere il conto e spernacchiare i pronostici. Stasera, pur essendo stati sempre in partita, il cumulo di circostanze favorevole avrebbe dovuto essere troppo alto: vincere era infinitamente più difficile, Nel senso – continuo a spiegarmi –  che ci sarebbe voluto un mix quasi irrealizzabile tra prestazione generale, fortuna, minimo fisiologico di errori, lucidità, resistenza alla fatica, capacità di sfruttare situazioni favorevoli (falli delle locali più forti). Più un paio di decisioni arbitrali discutibili in meno (costate un tecnico nel momento clou), comunque – sia chiaro – routine e non paragonabile a quanto visto, e subito, anni fa nelle due prime finali.  E lasciatemi il gusto dolceamaro di chiedermi se sarebbe stato lo stesso anche con Chiara e Marzia. Certo, lo capisco, sono discorsi da bar, che non cambiano le cose: però sono anche fatti e vanno nel conto. Come, purtroppo, sono fatti che come in gara due le seconde e terze palle concesse sono state il leit motiv e la pesantissima palla al piede. E sono fatti i canestri facili sbagliati da sotto con le avversarie  già rassegnate.  Quanti? Tre o quattro, nel momento peggiore e impietosamente puniti, anche da bombe.  Tuttavia, pur aggiungendo qualche distrazione di troppo e i punti persi dalla lunetta, proprio non riesco a trovare cosa  rimproverare a coach e squadra, capaci di costringere Schio all’unico k.o. stagionale in campionato e fargli rischiare di brutto di saltare la prima finale scudetto da una vita. La prova di quanto fosse grande la “paura biancoverde” per la bella, è venuta dal palazzetto pieno a tappo perché “perché il sostegno dei tifosi era vitale”.  Basta per stasera. Anche se sono tantissimi i motivi di essere grati alla squadra per le emozioni che ci ha fatto vivere e e di essere orgogliosi per come ha onorato Ragusa, la ferita è ancora troppo fresca e profonda per non far male. Ne parleremo in seguito, con tutte le analisi del caso. Fermo restando – ribadirlo è un dovere e un piacere –  che le uniche volte in cui Gianni Recupido ha potuto schierare l’intero roster “residuo”, ha fatto tremare (molto) Schio. Non male, vero? Alla prossima avventura.

Famila Wuber Schio 71- Passalacqua Ragusa 59 —- PARZIALI: 22/12 – 16/21 – 14/13 – 19/13 — NOTE: Santucci uscita per cinque falli
SCHIO: Del Pero ne, Metsdagh 3, Sottana 10, Gruda 16, Verona 11, Crippa, Andrè 10, Dotto, Keys 7, Laksa 14. Allenatore Dikaioulakos
RAGUSA: Romeo 11, Kacerik 2, Bucchieri ne, Chessari ne, Santucci 3, Spinelli 2, Hebard 10, Taylor 13, Ostarello 3, Kuier 15. Allenatore Recupido
ARBITRI: Martellosio, Terranova e Perocco.

di Gianni Papa24 Apr 2022 23:04
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