Il “caro pasta” ingiustificato
E’ davvero triste pensare che ci sia gente che possa approfittare delle sofferenze altrui, delle tragedie come la guerra o le malattie per speculare sui prezzi in modo esagerato. Che ci siano leggi di mercato che impongono aumenti in base alla richiesta e alla disponibilità della merce è abbastanza normale ma che si debba approfittare in modo sproporzionato è proprio da vergognarsi. Ora dopo i listini dei carburanti, anche i prezzi al dettaglio di pane e pasta sono finiti all’attenzione dell’Antitrust e della magistratura. Il Codacons ha depositato infatti un nuovo esposto all’Autorità per la concorrenza e alle Procure della Repubblica siciliane, chiedendo di aprire indagini volte ad accertare eventuali speculazioni che starebbero interessando i listini di beni di largo consumo come appunto pane e pasta. Bisogna dire infatti che le quotazioni di grano duro e grano tenero sono in diminuzione sui mercati internazionali ma da noi i prezzi dei prodotti derivati risultano in aumento. Rincari che avvengono nonostante la pasta si produca col grano duro importato da Canada, Usa, Messico o altre parti di Europa, zone non interessate dal conflitto. A tutto ciò – spiega Codacons – si aggiunge l’effetto psicosi, con numerosi supermercati e negozi i cui scaffali di pasta e farina, ma anche olio e zucchero, sono stati letteralmente svuotati e presi d’assalto dai consumatori nel timore di un razionamento delle forniture”. Il rischio concreto – segnala il Codacons – è che nei vari passaggi di filiera si stiano verificando speculazioni che determinano rincari ingiustificati di beni di prima necessità come pane e pasta, nonostante le quotazioni internazionali siano in calo e l’approvvigionamento delle materie prime avvenga da paesi non interessati dal conflitto. Una questione su cui ora dovranno indagare Antitrust e Procure, cui il Codacons ha presentato un formale esposto.