Non è fare la spia ma è difendere se stessi e la salute pubblica.
I numeri del contagio in provincia di Ragusa sono abbastanza preoccupanti. Dico abbastanza per non rischiare di fare terrorismo in tempo d’estate. Mi sembra legittimo che i gestori di ristoranti e bar abbiano voglia di mettere un po’ di soldi sul conto corrente asfittico ma occorre fare delle riflessioni : C’è il dovere morale ed etico di vaccinarsi, ancora più importante se chi non si vaccina ha attività che lo espongono al pubblico, in primis agli ammalati. In altre parole, la propria libertà d’azione termina quando lede la libertà degli altri. È giusto quindi impedire attività di lavoro a chi non si vaccina pur avendo rapporto con il pubblico o con persone fragili come gli ammalati. Questa affermazione dovrebbe portarci a segnalare alle autorità oltre ai medici e gli infermieri, quegli esercizi commerciali, negozi, panifici, eccetera dove sappiamo che i titolari, gli addetti alla vendita ed al pubblico non sono ancora vaccinati. Non è fare la spia ma è difendere se stessi e la salute pubblica.
Siccome però sono un giornalista e non un medico per spiegare tutto ciò vi riporto il sunto di un articolo scritto dal Presidente Istituto di Ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs , Silvio Garattini,
Intorno alle vaccinazioni da tempo è in discussione il problema della obbligatorietà, un tema sul quale vale la pena riflettere anche quando emergono problemi sull’uso di uno specifico vaccino. Le malattie infettive si possono curare, ma i virus e i batteri si difendono e quindi, come sta accadendo nel caso degli antibiotici, possono indurre una resistenza e continuare a infettare. I vaccini sono degli straordinari farmaci perché non curano ma proteggono, sviluppando risposte immunitarie che impediscono la riproduzione del virus o del batterio. Il grande vantaggio è che l’immunità rimane nel tempo nel caso che si ripresenti quel determinato virus o batterio. Se tutta una comunità si vaccina si ottiene quella che con un brutto termine si chiama immunità di gregge, che impedisce al virus di abitare in quella comunità e quindi di nuocere. Da qui nasce un obbligo che non dovrebbe essere legislativo ma effettuato per ragioni morali ed etiche. Infatti se non mi vaccino non contribuisco a eliminare il virus dalla circolazione. Qualcuno può anche dire ‘ma io ho il diritto di rifiutare un vaccino perché sono io il responsabile della mia salute’. È vero, solo se si chiude in casa da eremita e non entra in contatto con nessuno, perché se non è vaccinato e si infetta può infettare altri che a loro volta possono infettarne altri ancora. Se il non vaccinato non fa l’eremita può infettare chi non si è vaccinato non per capriccio ma per ragioni mediche: è chi – circa il 5% – anche volendolo non può vaccinarsi perché sarebbe inutile. C’è anche una piccola percentuale di chi pur essendosi vaccinato non ha sviluppato immunità sufficiente per essere protetto, e infine c’è chi essendosi vaccinato con successo contrae malattie o deve essere trattato con farmaci che diminuiscono o annullano le sue risposte immunitarie. Infine, se ne infetto uno posso creare una catena di infezioni e questo svantaggia non solo la salute degli interessati ma anche il Servizio sanitario nazionale che deve intervenire per trattamenti che potrebbero essere evitati.