Divisi sul passaporto della salute

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Il passaporto vaccinale diventa nuovo pomo della discordia a livello europeo. Il quadro di favorevoli e
contrari tra i 27 è quanto mai composito e, anche se sul tavolo della Commissione europea la
questione è già stata affrontata direttamente, una decisione finale e, appunto, comune sembra ancora
lontana.
Di fatto alcuni paesi hanno già preso scelte precise: Svezia, Danimarca, Estonia e Islanda
(quest’ultima in area Schengen), così come l’Ungheria che prevede un ‘attestato di immunità’ per chi
ha avuto il Covid ed è guarito. Grecia, promotrice dell’iniziativa con il primo ministro Kyriakos
Mitsotakis, e poi Spagna e Portogallo, sono dichiaratamente favorevoli. Sul fronte opposto – almeno
per ora – ci sono i dubbi di Francia e Belgio, Romania; la Germania non ha ancora una posizione
univoca, e il titolare degli interni sostiene che la distinzione tra vaccinati e non sarebbe uguale a
rendere obbligatorio il vaccino.
Se questi primi esempi di passaporto sono validi solo entro i confini del Paese, concedendo ai
possessori ad esempio di evitare i controlli al ritorno in patria o di accedere a determinati eventi,
il passaporto vaccinale comunitario auspicato dalla Grecia garantirebbe invece libera circolazione fra
Paesi diversi. E in attesa della concretizzazione del progetto qualcuno si è già portato avanti con la
sigla di accordi bilaterali, come nel caso di Grecia e Israele.
L’Italia, infine, resta a guardare: l’interrogativo è stato posto, la risposta è ancora di là da venire.

di Direttore24 Feb 2021 14:02
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