Tempi duri per la Cultura
La questione cultura a Ragusa si sta rivelando una vera e propria bomba ad orologeria, di quelle che scoppiano in ritardo quando meno te l’aspetti. Forse al Comune erano convinti che ai cittadini poteva bastare una serie di progetti raccontati, tutti belli senza dubbio, ma che hanno tempi lunghissimi se non si decide di sbracciarsi e mettersi a seguire le carte passo passo e nelle sedi opportune. Ma la polemica una volta innescata scoppia, deflagra e colpisce tutti. E’ il caso del Museo Archeologico di Ragusa. Noi abbiamo segnalato la necessità di aprirlo, per tutta una serie di motivi, nelle more che il Gesù(???) venga completato. C’era una chiara e netta resistenza a questa opportunità da parte del Comune accampando poi sterili motivazioni di ordine economico e di opportunità. Ma la cosa non può passare sotto silenzio ed ecco che in consiglio scoppia la polemica dopo le note stampa del PD.
“Stiamo parlando – ha detto mario Chiavola – del Museo archeologico ibleo di via Natalelli (museo della Regione siciliana, solamente allogato in locali del Comune) e del Museo del convento del Gesù (edificio di proprietà del Fondo edifici di Culto, attualmente in restauro da parte della soprintendenza di Ragusa). L’assessore Arezzo è stata già sonoramente bocciata dalla Regione. Infatti, gli uffici regionali dei Beni culturali
vogliono la riapertura, e subito, del museo di via Natalelli. Si faccia, quindi, la scala antincendio. Ogni edificio pubblico deve essere dotato di uscite di emergenza a norma. Forse, bisognerebbe studiare un po’ di più. Ecco, che brutta figura l’assessore ha fatto fare alla città di Ragusa. Senza considerare il danno che sta causando al centro storico di Ragusa che vorrebbe impoverire togliendo il museo archeologico ibleo da questa zona che, piuttosto, ha bisogno di essere valorizzata. Ci sembra tutta
una politica culturale approssimativa, superficiale e insufficiente.
Non lo abbiamo detto noi ma come è chiaro condividiamo tutto almeno per quanto riguarda il Museo Archeologico e senza entrare nelle altre questioni. Ma permetteteci una piccola chiosa sul Mudeco, il Museo del Costume a Donnafugata. Ci hanno detto che aprirà il 15 ottobre ma a pochi giorni dalla inaugurazione si stanno comprando, ora, teche, leggii, colonnine etc etc. In pratica tutte quelle cose che sono indispensabili e che avrebbero dovuto da tempo far parte dell’arredo. Allora le dichiarazioni che da almeno 2 anni, lasciamo stare il periodo “piccittiano” fanno riferimento ad un iter gia concluso non sono credibili. Mancano strumenti museali essenziali e si corre ai ripari quando già l’annuncio è stato dato!.
Non sappiamo cosa dire e non vogliamo neanche infierire, lodando la buona volontà della Arezzo ma biasimando chi, responsabile supremo dei beni culturali iblei, leggi l’architetto Iacono, da anni dice che è tutto pronto ed invece mancano le cose più semplici …