Io sono per il passaporto sanitario
Il dibattito è acceso. Si può chiedere a chi arriva in una qualunque parte del territorio di dimostrare e garantire il suo stato di salute? Secondo alcuni, soprattutto politici o sindacati, no! Altri, per esempio i responsabili della sanità locale e molti imprenditori del turismo, invece si! Facciamo una piccola ricerca: l’art 16 della costituzione italiana recita testualmente : Ogni cittadino puo` circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanita` o di sicurezza. E continuando nella lettura della costituzione l’art 32 dice: La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettivita`…….Nessuno puo` essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge.
Ora proviamo a fare un ragionamento, non da costituzionalisti o studiosi ma da semplici cittadini. Se uno abita, opera e trae il suo necessario per vivere in un luogo dove non ci sono stati casi di una certa malattia contagiosa è legittimo, per questa persona, chiedere, a chi viene da fuori, che dia assicurazione di non avere questa malattia e di non potere quindi contagiare nessuno? Tale garanzia inoltre è bivalente perchè permette al visitatore di svolgere tutte le attività quotidiane in piena tranquillità. Vale a dire la frequentazione di spazi comuni, ad esempio negli hotel, dove, tutti, avendo la certezza del non contagio, potranno impegnarsi nelle azioni tipiche della vacanza senza grosse preoccupazioni. Dicevamo questo è un ragionamento da semplici utenti ma in una situazione del genere non sembra sia così offensivo richiedere delle garanzie quindi, in linea di massima, almeno per quelle località che, a causa della condizione geografica possono essere ben controllate, io sarei per il cosiddetto pass sanitario. Si potrebbe ad esempio, prima di partire dalla Lombardia o dal Piemeonte, andare dal medico curante richiedendo un idoneo certificato. Volendo esagerare si potrebbe ricorrere addirittura a 2 tamponi, nel giro di una settimana, il cui costo potrebbe essere assorbito dallo stato. Soluzione quest’ultima, a mio avviso, più praticabile piuttosto che il ricorrere ad impraticabili buoni vacanze pensati in alto loco senza sapere con chi si ha a che fare. Questa dicevamo è una valutazione del tutto personale, di chi vi scrive, ma credo che ricorrere alla corte costituzionale sia una esagerazione bella e buona. Secondo il Codacons invece tutte le limitazioni agli accessi dei cittadini annunciate dalle Regione Siciliana e dalla Sardegna sono illegittime e devono finire al vaglio della Corte Costituzionale. “Abbiamo deciso di presentare motivi aggiunti al ricorso pendente dinanzi la Corte Costituzionale, affinché sia valutata la legittimità costituzionale degli attestati che alcune regioni richiedono ai cittadini per l’ingresso nel territorio – spiega il Codacons- Le regole per i trasferimenti tra regioni devono essere infatti decise dallo Stato, e qualsiasi limitazione lede i diritti costituzionali; le pretese di passaporti, app o attestati di negatività al Covid per entrare in Sicilia sono assurde e irrealizzabili, e configurano una lesione dei principi riconosciuti dalla nostra Costituzione”. Il Codacons aggiunge che questi strumenti sono inutili dal punta di vista pratico perché i controlli sono facilmente eludibili qualora il turista decida deliberatamente di non portare con sé il cellulare e/o di non comunicare eventuali stati febbrili; inoltre, detti controlli possono risultare controproducenti in quanto scoraggiano il turismo nella nostra isola, comparto già fortemente in crisi a causa del coronavirus. Invece io credo che solo di fronte ad una certezza, anche se non assoluta, di andare in luoghi dove tutti sono stati controllati verrebbe la voglia di partire. Ora riusciamo a capire queste associazioni di categoria che guardano molto alle loro “categorie”, in questo caso quella dei consumatori, ma gli stessi consumatori dovranno frequentare luoghi per i quali nessuno può prendersi al responsabilità di garantire il turista dal punto di vista del contagio.