RAGUSA – CATANIA, il sindaco di Chiaramonte: “Nessuno cerchi alibi per i ritardi di questi mesi”
VINCONO I SINDACI, PER LO STATO ANCHE LA CONDANNA IN APPELLO. A questo proposito, è intervenuto in una nota il sindaco di Chiaramonte Gulfi Sebastiano Gurrieri. “L’anno scorso, in merito al progetto di raddoppio della Ragusa-Catania, il governo giallo-verde, stralciando il lavoro di anni, aveva deciso di rinunciare al progetto di finanza già approvato e munito di tutte le autorizzazioni necessarie, inclusa la registrazione in Corte dei Conti, datata 30.06.2016. I Sindaci dei territori interessati, disillusi da continui dietrofront ed evanescenti promesse rispetto a una vicenda centrale per lo sviluppo dei rispettivi territori e la cui soluzione è attesa da decenni, avevano presentato istanza di accesso agli atti per comprendere bene le motivazioni di tale imprevisto pronunciamento. Clamorosamente, però, come noto, il Dipe (Dipartimento Programmazione della Presidenza del Consiglio),il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e il Ministero dell’Economia e delle Finanze, rigettarono tale istanza, arroccando motivazioni, da subito, apparse risibili. È così che i Sindaci, assistiti dal Prof. Avv. Antonio Barone, presentarono ricorso al Tar Lazio, il quale, con la sentenza del 20 dicembre 2019,statuì la condanna dei vertici dello Stato per non aver fornito ai rappresentanti dei territori interessati la documentazione posta a fondamento di una scelta incomprensibile e che ha avuto solo l’effetto di riportare indietro l’orologio di oltre dieci anni, ignorando tutte le alternative e soluzioni proposte dai Sindaci. Ciononostante, le Amministrazioni statali hanno inteso proporre appello al Consiglio di Stato, tentando anche di ritardarne il pronunciamento, ma il Consiglio di Stato, nella giornata di ieri, ha posto la parola fine su tale vicenda, dichiarando del tutto infondato l’appello della Presidenza del Consiglio. Adesso, che nessuno si illuda di mettere in campo una qualche operazione di mistificazione su come tale riconoscimento di legittimità potrà essere considerata come un alibi che ha causato il ritardo di questi mesi di un progetto che noi sindaci non abbiamo mai condiviso né mai ostacolato. Noi visioneremo tutti gli atti e nessuno sarà capace di bloccarci dal rendere pubblico circa quanto verremo a conoscenza perché la Provincia di Ragusa e la Sicilia intera ha il diritto di conoscere la verità vera di un’opera la cui realizzazione si trascina da decenni, secondo quanto affermato anche dal Consiglio di Stato. La sentenza del Consiglio di Stato, dice molto di più e non solo rende giustizia del nostro impegno, ma legittima il nostro ruolo, al punto da imporre una più ampia riflessione sulla legittimità della stessa scelta assunta dal governo, senza la previa e necessaria consultazione dei rappresentanti degli Enti locali, portatori di “interessi pubblici e diffusi, diretti, concreti e attuali”, così come testualmente affermato nella sentenza; ciò, specie se si consideri – e questo non fa certo onore al Governo – che il Consiglio di Stato ha valutato la condotta assunta nella vicenda contraria ai “principi di imparzialità e trasparenza” che dovrebbero, invece, essere alla base dell’azione amministrativa”.