Fase2: andare in bicicletta ma senza gare.
La fase 2 dell’emergenza sanitaria Coronavirus si avvicina a grandi passi, e in questi ultimi giorni si sta parlando sempre di più della possibilità che i vari comuni d’Italia possano incentivare maggiormente l’utilizzo della bicicletta. In un’intervista video rilasciata al sito internet di informazione sul ciclismo www.inbici.net, il professor Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università di Milano, ha affermato: “La bicicletta, nella fase 2, è un’ottima alternativa non solo ai mezzi pubblici, ma anche all’automobile, e credo che incentivare l’utilizzo della bicicletta possa portare anche alla realizzazione di un maggior numero di piste ciclabili. L’uso della bicicletta in maniera moderata è ottima per la nostra salute. Magnifica è anche l’idea delle biciclette elettriche, che offrono la possibilità di spostarsi a coloro che non sono molto allenati o che vivono in montagna. Insomma, io credo che la bicicletta, nella fase 2 del Coronavirus, avrà il giusto rilancio che merita, soprattutto come mezzo di trasporto”.
Ma la bici è anche e soprattutto un mezzo utile per rimanere in forma: “Andare in bici sarà anche un’ottima opportunità per tornare a fare sport – spiega il prof. Pregliasco – soprattutto perché durante la quarantena molti italiani si sono un po’ appesantiti rimanendo a casa. Sicuramente, ad oggi, qualora ci fosse la possibilità di scegliere tra uno spostamento in bici o in macchina, suggerisco di utilizzare il mezzo a pedali. La bicicletta permette il distanziamento sociale e non appesantisce il traffico, quindi può essere davvero un modo intelligente per fare degli spostamenti”.
Per chi vuole praticare il ciclismo come sport, il prof. Pregliasco, nell’intervista al sito InBici.net, raccomanda di praticare l’attività esclusivamente da soli: “Si è visto anche per i runner, maggiore è lo sforzo e maggiore è l’emissione delle goccioline che si disperdono nell’aria e che possono arrivare a chi ci sta in scia. Non dico che bisogna praticare ciclismo indossando la mascherina, ma sicuramente è meglio portarla in tasca e indossarla solo qualora ci fosse la necessità di incrociare per pochi minuti un’altra persona. Insomma, l’ideale è allenarsi e tornare subito a casa, senza avere contatti con nessuno”.
Infine, la ripresa degli eventi: “Per quanto riguarda le gare amatoriali la vedo molto male – spiega il prof. Pregliasco – lo abbiamo visto con il primo caso accertato in Italia: quel paziente era un runner, e il contatto frenetico con altri sportivi è un importante veicolo per contagiare altre persone. Inoltre, c’è il cosiddetto “rischio spogliatoio”, una finestra di 2-3 ore dopo un’attività molto intensa dove la risposta immunitaria potrebbe non essere la stessa di quando siamo a riposo, quindi bisogna fare attenzione in quei momenti”.
Riguardo gli eventi professionistici, il prof. Pregliasco afferma, al sito InBici.net: “non vedo bene questa ripresa degli eventi professionistici, soprattutto per il circo che c’è intorno ai corridori tra meccanici, massaggiatori e staff. Inoltre, potrebbero esserci degli assembramenti di pubblico. Non ho la sfera di cristallo, vediamo come andranno le cose: sono un po’ pessimista, i corridori dovrebbero restare in isolamento tra di loro e non avere contatti con nessuno, ma è molto difficile. Inoltre, ci vorrà molto tempo per il vaccino, non solo per studiarlo ma anche per averne dosi sufficienti per tutti. Il vaccino arriverà, ma non prima del prossimo anno”.