Ascom:ecco i dubbi per ricominciare

Le problematiche dovute all’emergenza sanitaria riguardano tutte le categorie ma in
particolare le attività con somministrazione di alimenti e bevande. Lo sostiene il
presidente Confcommercio Ragusa, Danilo Tomasi, che, durante un confronto con
l’amministrazione comunale, ha messo in evidenza tutte le criticità con cui, al
momento della riapertura, che sembra ormai prossima, occorrerà fare i conti. “Le
attività commerciali – sottolinea il presidente Tomasi – prima di ogni altra cosa si
chiedono come faranno a ripartire, con quale sostegno, con quale garanzia. La
ripartenza non sarà facilitata dalle restrizioni sanitarie che tutti sono obbligati a
rispettare, sia per chi offre servizi che per chi ne usufruisce. Per quanto riguarda il
settore della ristorazione, l’obbligo di osservare la distanza di 1 metro non solo tra un
tavolo e un altro, ma anche tra i commensali (concetto un po’ strano per quanto
riguarda uno stesso nucleo familiare che sta a stretto contatto tutto il giorno e poi al
ristorante deve distanziarsi di 1 metro) determinerà il 60% in meno dei posti a sedere
che si tramuterà nel 50% in meno del fatturato finale”.
Confcommercio Ragusa ha chiesto all’amministrazione comunale lo sgravio totale
per tutto il 2020 con riferimento ai seguenti tributi: Tari (Tassa sui rifiuti); canone
idrico; Imu (Imposta municipale unica); Tosap (Tassa occupazione spazi ed aree
pubbliche). Oltre i tributi precedentemente elencati e di competenza dell’ente locale,
le attività commerciali dovranno inoltre andare incontro ad altre spese: Siae (Società
italiana degli autori e degli editori); contributi dei propri dipendenti; assegni fornitori
che sono ancora rimasti insoluti; acquisto di materie prime; mutui non sospesi; spese
di sanificazione e investimento per l’acquisto di nuovi sistemi di sicurezza; canone di
affitto insoluto dei mesi passati, con successive difficoltà nella contrattazione per
saldare i mesi pregressi; utenze luce e gas da dover saldare alla riapertura.
“Per quanto riguarda i dehors appartenenti alle attività commerciali – spiega ancora
Tomasi – in accordo con l’assessore Francesco Barone, sembra esserci la possibilità
di mettere mano al regolamento ed effettuare qualche modifica. Probabilmente sarà
possibile ampliare la propria occupazione di suolo pubblico per permettere il
raggiungimento dello stesso numero dei tavoli, rispettando la distanza di 1 metro
prevista”. Confcommercio Ragusa ha inoltre chiesto all’ente locale quale fosse il

protocollo da rispettare per effettuare una corretta sanificazione a norma di legge e
quali fossero i vincoli da rispettare nei confronti dei clienti. “L’assessore Giovanna
Licitra – sottolinea ancora Tomasi – ha fatto sapere che ancora non sono arrivate
informazioni di tali procedimenti e che si aspettano notizie in merito da parte del
governo. E’ fondamentale, inoltre, che le attività commerciali non solo abbiano la
possibilità di effettuare un tampone preventivo a tutti i propri dipendenti, ma che
abbiano una corsia preferenziale per ricevere i risultati, in modo da dover sacrificare
al massimo 24 ore di lavoro in attesa dei risultati. Un’altra domanda che poniamo agli
organi competenti è la seguente: su chi ricade la responsabilità nel caso in cui la
clientela non osserva le misure di sicurezza imposte dalla legge? Le attività devono
pensare a svolgere il proprio lavoro in maniera professionale e garantendo la massima
sicurezza, non possono di certo essere responsabili e ritrovarsi con una denuncia
penale se qualcuno decide di trasgredire quelle che sono le misure di sicurezza
imposte dalla stessa attività. Anche su questo quesito attendiamo risposte concrete da
parte dell’ente locale e dalla Regione”.
Il sindaco Cassì ha informato Confcommercio che l’amministrazione comunale di
Ragusa sta mettendo a disposizione un fondo economico pari a 200.000 euro di cui i
beneficiari potranno essere le attività commerciali. “Non si fanno i salti di gioia al
pensiero di dovere riaprire – conclude il presidente Tomasi – fin quando non ci
saranno sostegni economicamente concreti e massime garanzie per tutti coloro che
prestano servizi e che li ricevono, aprire nuovamente la propria attività vuol dire
andare incontro ad un suicidio economico. Considerando che purtroppo nessun
decreto nazionale riesce a soddisfare le esigenze delle attività commerciali,
chiediamo pieno sostegno da parte dell’amministrazione comunale di Ragusa che ha
il dovere di tutelare il commercio della propria città e ha il dovere di rappresentarci
nei confronti della Regione Sicilia”.

Ragusa, 24 aprile 2020

Presidente sezionale

di Direttore24 Apr 2020 11:04
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