La rivoluzione del pubblicista
Non ci sarà più il riconoscimento a posteriori dell’attività giornalistica per gli aspiranti pubblicisti che vorranno iscriversi all’Ordine. Dal primo aprile entrerà in vigore il “registro degli aspiranti pubblicisti” che prevede un percorso formativo che avrà una data di inizio per coloro che vorranno accedere all’elenco pubblicisti dell’albo professionale.
Sarà una specie di “foglio rosa” per accedere all’Ordine dei Giornalisti, una rivoluzione delle regole dettata dalla necessità di migliorare i profili professionali dei nuovi entranti; soprattutto per quanto riguarda la deontologia. In ogni caso il “foglio rosa” è una garanzia aggiuntiva ma non può sostituire l’obbligo di legge secondo cui alla fine dei 24 mesi di collaborazione regolarmente retribuita il candidato deve presentare domanda di iscrizione all’Ordine.
La novità arriva con l’approvazione da parte del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, di concerto con la Consulta dei presidenti regionali, della “Integrazione delle Linee Guida per aspiranti giornalisti” varata a larga maggioranza nella seduta del Cnog del 28 e 29 gennaio.
“E’ l’affermazione della linea riformista del Cnog – commenta il presidente Carlo Verna – che fa seguito all’elaborazione di una proposta di riforma complessiva della professione giornalistica che deve essere esaminata dal legislatore e che, con questa freccia in più al nostro arco, possiamo fondatamente sostenere debba avvenire al più presto”.
Il registro prevede una comunicazione di “inizio attività” da presentare all’Ordine regionale competente, con tanto di indicazione della testata o delle testate presso cui si inizia la pubblicazione degli articoli. Viene introdotto l’obbligo di frequentare corsi di formazione per un equivalente di 20 crediti formativi. Dovranno iscriversi al registro anche coloro che hanno iniziato il percorso per diventare giornalista pubblicista a partire dal primo gennaio 2019, mentre sarà esentato chi ha avviato la pratica in data antecedente.