Una gran Passalacqua perde nel finale gara 1 per lo scudetto, ma è solo il primo capitolo
Seguendo un copione purtroppo non certo nuovo, anche gara 1 della “quarta volta” nella sfida scudetto infinita tra Schio e Ragusa, ha visto la Passalacqua in vantaggio (11 punti tetto massimo) per tre quarti abbondanti di gara e Schio tagliare per primo il traguardo al suono della sirena. Il successo delle locali, strafaticato e in forse fino all’ultimo istante, è stato costruito tra il terzo e la parte conclusiva del quarto tempo, gli unici momenti della gara nei quali le aquile hanno volato non basso ma meno alto rispetto a prima. E hanno pagato in lucidità, pur contendendo ogni palla e ogni secondo, la stanchezza di una bella tiratissima in semifinale appena sabato scorso e (soprattutto) l’assurdo di gare che qualcuno, per motivi che sfuggono, impone in date incredibilmente ravvicinate e senza il minimo fisiologico di tempo per recuperare. Soprattutto se una delle due squadre, nel caso in questione, la Passalacqua, deve anche compiere una specie di pellegrinaggio continuo tra aeroporti e voli. Così è, ed è un fatto: qualche giorno in più di intervallo avrebbe fatto soltanto bene allo spettacolo, ampliando il valore proporzionale per il basket femminile delle sfide. Comunque, diciamo chiaro e forte che le biancoverdi sono state (almeno) alle pari delle scledensi, costringendole a soffrire e temere fin dall’inizio la Passalacqua ammirata a Venezia, che instillava nelle vene loro e dei tifosi la convinzione che il gap era praticamente ridotto quasi a zero. A onore della Passalacqua, a prescindere dall’esito che ha premiato la tenacia e la costanza nell’inseguire delle padrone di casa, “salvate” da due bombe nel momento decisivo, il parquet del PalaRomare ha dimostrato che i timori erano fondati, dato che le giocatrici di coach Gianni Recupido (con Agnese Soli di nuovo a referto solo per far numero) hanno fatto correre non gocce ma torrenti di acqua gelata sulla schiena del coach e delle giocatrici, oltre che della tifoseria, di casa. Che poi, purtroppo ancora una volta, tutto questo alla fine si sia rivelato inutile, comporta parecchia rabbia e tanta delusione motivata e deve indubbiamente far pensare a rimedi efficaci per gara due: però, nello stesso tempo, è servito a ribadire, lo spessore, la qualità, la voglia di battersi e la determinazione del gruppo ragusano. Un gruppo che avrebbe potuto benissimo vincere, come è quasi riuscito a fare, e come avrebbe meritato di fare: fermo restando, non dimentichiamolo mai, che aver perso in casa delle campionesse italiane di lungo corso rientrava a pieno titolo tra le possibilità da mettere in preventivo alla vigilia. Di conseguenza, se Schio ha vinto di poco gara uno, gara due rimane ancora e sicuramente tutta da giocare. Ripetiamo, sicuramente, e potremmo scommetterci sopra. Anche se, come si sono premurati di ripetere più volte i due telecronisti (che gran figura per SportItalia il black out nei minuti finali !), dopo la faticaccia di Venezia e quella di gara uno, la Passalacqua sconfitta sarà “per forza” a tal punto stanca che gara due per Schio dovrebbe essere non molto più di una tappa di trasferimento verso gara tre. Staremo a vedere: intanto facciamo i debiti scongiuri, che non guasta mai. Appuntamento a venerdì, sempre su SportItalia e sempre alle 20,45.
Famila Schio 69 — Passalacqua Ragusa 64
SCHIO: Filippi ne, Fassina, Masciadri ne, Crippa 8, Gruda 12, Battisodo 5, Andrè 2, Dotto 6, Lavender 15, Quigley 21. Allenatore Vincent.
RAGUSA: Romeo 7, Consolini 2, Cinili 14, Formica 2, Rimi ne, Stroscio ne, Harmon 13, Gianolla 4, Soli ne, Hamby 8, Kuster 14. Allenatore Recupido.
PARZIALI: 16/22 – 18/21 – 16/13- 19/8
ARBITRI: Salustri di Roma, D’Amato di Roma e Valleriani di Ferentino.