Ecco i problemi ma servono nuove strategie d’azione

La CNA ha presentato la prima edizione del rinnovato Centro studi per l’artigianato e la piccola e media impresa della Cna territoriale di Ragusa fino a qualche tempo fa retto dal compianto Saverio Terranova. L’intento dell’associazione di categoria è quello di rilanciare il ruolo del Centro che avrà il compito di analizzatore di dati legati all’economia del territorio ponendo attenzione sulle criticità esistenti, proponendo, laddove possibile, una serie di soluzioni. Il primo argomento è stato il sistema stradale ragusano  notevolmente inferiore a quella nazionale.
Prima però di passare ad analizzare i contenuti della piccola pubblicazione è bene dire che il nostro territorio non ha bisogno di ulteriori studi e tavoli di concertazione  che lasciano  tutto come prima e basta vedere le autostrade o le infrastrutture sempre in apnea. Per questo da parte del presidente Santocono è stata annunciata una strategia di protesta forte e continuativa. Bisogna aggredire il problema con metodi diretti e che arrivino subito all’origine del blocco. Speriamo che si possa fare ed ora il resto del comunicato stampa.

I dati analizzati e pubblicati nell’ottobre del 2000 e poi aggiornati nel novembre del 2012 dall’istituto Tagliacarne confermano come, in poco più di dieci anni, l’indicatore di dotazione stradale della provincia di Ragusa sia passato dal 64,6% del 2000 al 43,3% del 2012. E dal 2012 ad oggi si presume che la situazione non sia affatto migliorata. La Cna spiega che è venuta a mancare da parte di tutte le istituzioni preposte quell’azione programmatica e progettuale che doveva puntare al miglioramento e all’ammodernamento degli assi stradali che ricadono nel territorio provinciale.

La carenza più evidente del sistema viario ibleo riguarda il suo collegamento con la grande viabilità regionale, cioè verso Palermo ma soprattutto verso Siracusa e Catania. Questa incompletezza ha condizionato fortemente lo sviluppo produttivo delle diverse economie ragusane, amplificando quell’isolamento di cui questo territorio ha sempre sofferto. La Cna territoriale di Ragusa pone l’attenzione sul fatto che, oggi e sempre più in futuro, la competitività si gioca fra sistemi logistici, cioè con la capacità di saper movimentare velocemente merci e persone ai vari livelli. In provincia di Ragusa la movimentazione di merci e persone, come nel resto della Sicilia, avviene quasi esclusivamente su strada. Si comprende, quindi, come questo territorio, da qualche anno a questa parte, stia arretrando economicamente e socialmente.

Inoltre, il Piano integrato delle infrastrutture e delle mobilità pubblicato nell’aprile del 2017 dalla Regione evidenzia come il territorio ragusano presenti un’alta mobilità complessiva giornaliera. L’area ragusana presenta una distribuzione, sia di mobilità “auto” che di “trasporto su gomma”, uguale a quella delle aree metropolitane che hanno un territorio e un numero di abitanti molto più ampio. Il territorio ibleo, inoltre, possiede un porto (Pozzallo) e un aeroporto (Comiso) scarsamente collegati e che non brillano per operatività; non ha ancora oggi un centimetro di autostrada; le condizioni della rete stradale esistente non sono delle migliori; a tutto questo si affianca un’alta mobilità stradale a cui si lega un alto tasso di mortalità.

Quest’ultimo dato, è abbondantemente superiore a quello delle aree metropolitane di Palermo e Catania. La Cna territoriale di Ragusa ritiene che “la riqualificazione e l’ammodernamento della nostra rete stradale interna non sia più prorogabile. Così come il completamento della Siracusa-Gela e il raddoppio della Ragusa-Catania non possono più essere un miraggio”. La Cna ha annunciato la pubblicazione di studi specifici sull’economia locale almeno una volta al mese a cura del Centro in questione. Inoltre, per quanto riguarda l’aspetto delle carenze sul piano infrastrutturale, non sono da escludere azioni forti di protesta che i vertici dell’associazione di categoria stanno pianificando.

 

di Direttore06 Ott 2018 11:10
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