Festiwall. Bello ma può migliorare
Articolo di Giulia Giacchino
Siamo giunti alla fine della 4° edizione del festival internazionale di arte urbana che si svolge a Ragusa.
Gli artisti scelti per l’occasione anche quest’anno stati accompagnati alla ricerca di angoli caratteristici, di particolarità locali: sono stati portati nelle campagne iblee, al mercato rionale, al mare e a Ibla :
Il tour ha permesso loro di ideare e, successivamente, di eseguire i murales che vediamo, caratterizzati da particolari che rendono riconoscibile la città, amalgamati a temi importanti e a elementi personali dell’artista.
I writers inoltre hanno chiesto di conoscere persone del luogo, che rappresentano la comunità per ideali o azioni fatte, ai giorni nostri o passati. Da queste ricerche si sono sviluppati idee per murales molto apprezzati. Lo scorso anno l’artista spagnola Hyuro, impegnata nel sociale, ne ha creato uno che raffigura Maria Occhipinti, conosciuta per essere stata una militante donna pacifista degli anni ‘40, anarchica e femminista, raffigurata di spalle sopra un cavallo mentre sorregge una bandiera bianca. Per omaggiare un altro uomo ragusano noto e stimato, l’artista spagnolo Sebas Velasco ha deciso di raffigurare Giorgio Nobile, celebre proprietario di un negozio di dischi in vinile che da circa 40 anni resiste alla continua trasformazione musicale.
Gli artisti possono decidere anche di lasciare un messaggio o una morale alla città come nel caso dell’italiano Agostino Iacurci che ha rappresentato una pila di vasi in evidente instabilità, riferimento alla sismicità generale del territorio italiano e quindi all’evento del 2016 ad Amatrice o quello, a noi più familiare, come il grande terremoto del 1693.
Obiettivo principale di un artista, in ogni caso, è quello di far coincidere il proprio stile con l’ambiente circostante, che sia natura aperta o una piccola strada del centro storico. Si può notare che in molti nostri murales eseguiti, anche in periodi diversi, viene fuori sempre uno stesso elemento ben preciso e definito: le piante di fichi d’india, forte carattere distintivo ragusano che emerge molte volte in opere di artisti stranieri, i quali sguardi sono stati catturati da questa pianta molto diffusa nella nostra città.
Così, ogni artista vuole far trasparire un po’ di realtà o riferimenti evidenti della città dove sta operando: ecco due alunni della Crispi, istituto dove è presente un murales, un uomo con dei fichi d’india in mano o uno scorcio di mercato con annessa pescheria.
Dunque, l’obiettivo di rallegrare la città sicuramente è stato centrato e col passare del tempo e con l’apertura verso altri schemi mentali, oggi si può dire che un progetto come il Festiwall è accettato sostanzialmente da tutta la comunità. Solo qualche anno fa, quei murales, oggi apprezzati e richiesti , erano considerati delle violazioni delle legge che dovevano essere punite.
Necessariamente si deve spezzare una lancia a favore delle persone che non concepivano quell ‘“arte” in quanto non si agiva in maniera rispettosa, quantomeno per il proprietario dell’edificio, e spesso il tutto sfociava in un vero e proprio atto vandalico.
Non si sa, ora, se il Festiwall sarà apprezzato anche dalla nuova amministrazione. Si sa però che la città, i ragazzi, la persone interessate a tutte le varie attività svolte in questi giorni, gli artisti locali come cantanti, dj, writers, i volontari e tutta la gente che c’è dietro questo evento è spinta da una grande voglia di fare, di trasmettere i tanti valori Forse con qualche miglioria e con una strategia che mira davvero ad un arredo urbano originale e colorato si potrebbe sperare in una continuazione e magari un ampliamento di questo progetto.