Considerazioni sul voto a Ragusa

E’ finita! Questa lunghissima campagna elettorale va in archivio ed è il momento di fare alcune considerazioni. Prima di tutto il tempo: sembra paradossale ma  a giocarsela in questo ballottaggio sono stati i due contendenti partiti per ultimi. Motivi diversi ma forse la gente si era stancata di sentire, per mesi e mesi, slogan, programmi, promesse. E poi il M5s. Forse anche in questo caso una gran parte della città  si era stancata del Grillismo. Eppure Tringali, a detta di tutti, sarebbe stato un sindaco differente. Ma la verità non si può nascondere. L’amministrazione Piccitto, pur nei canoni della legalità apparente, (meno nella trafila burocratica e nella gestione del patrimonio pubblico),  ha tradito le aspettative sia in termini politici che di sviluppo. E’ vero che Piccitto non raccoglie le accuse che gli sono state rivolte ma capita sempre così. Si guarda agli altri con disgusto e non ci si accorge dei propri, tanti ed evidenti, limiti. In pratica Piccitto si considera anche ora quasi un “salvatore” della patria iblea. Però non è andata così e non basta fare qualche uscita sui social, con il sorrisetto ironico, per dire che noi, cittadini, non abbiamo capito nulla. Ma, sotto sotto, le famose malelingue dicono che al buon Federico questa sconfitta faccia davvero piacere. Potrà dire che senza di lui, dei suoi fedelissimi, di quelli che hanno guidato (nel fosso) Ragusa  per 5 anni non ci si poteva spettare di più.  Alla fine, per la sua stessa città , il risultato principale è stato che ci si è liberati di un peso che, spesso con arroganza, ha gravato sulla nostra  vita quotidiana negando manutenzioni, aumentando tasse, sprecando risorse. Il ballottaggio? Devo dire che ero convinto che sarebbe stato un testa a testa, ancora di più dei risultati finali. Ma non per il valore o le relative promesse dei due piuttosto per le polemiche che si era portato dietro il voto del 10 giugno. Molte le ripicche nel fronte antigrillino e c’era il timore reale  che avrebbe prevalso la voglia di qualche sconfitto di farla pagare al vincitore. Andando però in giro , facendo dei sondaggi informali, il dato Cassì sembrava prevalere, non di tantissimo, perchè la base grillina, soprattutto tra i giovanissimi che, poco esperti di politica in generale e tanto più in quella locale, spesso votano d’impulso senza fare  calcoli o previsioni per il futuro. Non ci sono alleati nella vittoria di Cassì: non sono bastate le tante dichiarazioni  di neutralità a far spostare i voti che servivano. C’entra anche l’astensionismo. Ha votato appena il quarantuno per cento dei ragusani e questo deve far capire al vincitore che un grandissima parte dei cittadini non lo ha scelto e ora deve conquistarne il consenso. Niente condizionamenti e poche promesse. Cassì lo ha detto in tutte le salse. Nessuno potrà dettar legge in questa amministrazione in contrasto con il sindaco. Neanche se ha otto consiglieri?  Questa è stata una preoccupazione ricorrente. Ragusa non dimentica, non ama le transumanze e certi fatti possono bruciare ancora. Ma Cassì è un “uomo d’onore”. A proposito al nostro sindaco nessuno vuole dare il giusto appellativo. Infatti nei notiziari nazionali e regionali è l’ex cestista, l’uomo della Meloni, l’esponente del Centrodestra mai che lo chiamino semplicemente l’ avvocato Cassì.

 

 

Candidato Sindaco Voti
Simbolo di Tringali A.

Tringali Antonio
11930  46.93%
Simbolo di Cassì G.

Cassì Giuseppe detto Peppe
13492  53.07%
di Direttore25 Giu 2018 10:06
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