Auditorium Camera di Commercio: domani alle 17,30 presentazione di “L’incerto credere nella società plurale”

Religione e società nella Diocesi di Ragusa è il campo e l’oggetto della ricerca sociologica esposta nel libro presentato domani alle 17.30 nell’Auditorium della Camera di Commercio: un appuntamento da non perdere, non solo per conoscere il genere di fede e religione vissuto nelle nostre comunità, ma anche per conoscere più in profondità la società civile e politica ragusana. Promosso dalla Diocesi su proposta della Consulta delle Aggregazioni Laicali, lo studio è stato affidato a Vincenzo Bova, docente di sociologia delle religioni, e Daniela Turco, ricercatrice dell’Università della Calabria nel Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali (diretto dal ragusano Francesco Raniolo), che insieme col prof. Enzo Pace, presidente dell’International Society for the Sociology of Religion e con Giorgio Massari, già docente Lumsa e attuale docente Unipegaso, hanno collaborato alla stesura del rapporto di ricerca. Oltre a loro, interverrà alla presentazione anche il Vescovo Mons. Carmelo Cuttitta. La ricerca nasce dall’esigenza della chiesa ragusana di dotarsi di strumenti oggettivi di analisi e lettura delle caratteristiche della religiosità contemporanea, delle ragioni del credere, dell’immagine di Dio e della chiesa, dei cambiamenti del modo di vivere la fede, del rapporto tra valori professati e valori praticati come tra appartenenza e credenza, delle ricadute del fatto religioso sul piano personale, sociale e politico. La ricerca, insieme con quella sulle marginalità sociali nella chiesa locale affidata dalla diocesi al Censis, rientra nel percorso indicato da Papa Francesco nella Evangeli Gaudium, quando afferma la necessità di una nuova evangelizzazione, che illumini i nuovi modi di relazionarsi con Dio, gli altri e l’ambiente e che susciti i valori fondamentali. Tratta, pertanto, il modo di relazionarsi con Dio degli uomini e le donne ragusane in questo tempo della tarda modernità. Una evangelizzazione incarnata nel mondo reale è possibile solo se ne conoscono le coordinate: per questo sacerdoti, catechisti, insegnanti, responsabili delle parrocchie e dei movimenti ecclesiali sono stati i primi ad essere interpellati per approfondire elementi e indicazioni offerti dalla ricerca. Ma studiare la religiosità in una comunità del Sud, vuol dire porre domande, ascoltare risposte, proporre ipotesi interpretative che superino l’ambito meramente religioso diventando strumento per provare a capire come vive e si orienta una comunità in transizione. La ricerca spiega come è vissuta la religione in un contesto sociale ed antropologico che condivide per l’ 86,3 % l’appartenenza al cattolicesimo, ma che non condivide il credere con percentuali altrettanto (solo il 57% crede in Dio senza alcun dubbio), dando prova che la credenza non è immediata conseguenza dell’appartenenza. Nello stesso tempo, però, mostra anche una partecipazione attiva alla vita della parrocchia tramite gruppi ed associazioni molto ridotta, e tale da coinvolgere solo il 15% del campione. Di particolare rilievo quanto mostra dell’universo giovanile, più attento ed interessato al fatto spirituale che a quello religioso, che potrebbe esprimere in percentuali di rilievo una religiosità staccata dalle visioni istituzionali, orientata soprattutto ad una più intima e personale ricerca di senso. L’universo giovanile vede gli articoli della fede farsi più incerti, mentre sembrano entrare in crisi le certezze della tradizione cattolica. La maggioranza relativa del campione (33,5%) si riconosce senza riserve nella chiesa cattolica, ma neppure uno su dieci dei giovani rientra in questa categoria: si colloca, invece, in una percentuale più alta, che identifica la religiosità “fai da te” nel self service religioso. Fondamentale il capitolo sulla socializzazione religiosa e la relazione con la Chiesa Cattolica, che continua a riscuotere molta fiducia: vista come dispensatrice di valori importanti per le persone e la società, è considerata rispondente al bisogno di una cornice di valori ed orientamenti sia in campo spirituale che sociali, magari da disattendere nella libertà delle scelte concrete di vita. La ricca poliedricità della ricerca, che a 70 anni dalla ricerca “Ragusa comunità in transizione”, trasmette l’immagine nitida, oggettiva e non scontata di una comunità che si autorappresenta nella continuità, nonostante i cambiamenti e il passaggio delle generazioni, non può essere riassunta: indispensabile, pertanto, rimandare alla presentazione della ricerca stessa e al libro che la racconta: “L’incerto credere della società plurale”, edito dalla casa editrice “ Periferie”.

di Redazione08 Gen 2018 16:01
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